CAPITOLO 25

885 34 14
                                    

Vengo svegliata d'improvviso dalla voce di Ethan:
"May! Che cazzo hai fatto?" Urla.
Apro a fatica gli occhi, ho molto freddo.
Il ragazzo spaventato mi scuote per le spalle, cosa c'é che non va?
Solo quando la mia vista torna vivida riesco a distinguere un colore in particolare: rosso. C'é una chiazza che contorna la mia sagoma, é il mio sangue.
"Che cazzo hai combinato?" Continua ad urlare e io inizio ad allarmarmi, perché il sangue non si é ancora fermato? Devo aver toccato una vena importante.
Mi siedo e poggio la schiena alla testiera del letto, alzo la manica della felpa ormai fradicia: il mio polso é completamente inondato dal sangue, non riesco nemmeno a distinguere la mia pelle lattea dal colore rosso.
Inizio a tremare, ho freddo e mi gira la testa.
"Aiutami!" Urlo, Ethan corre in bagno e dopo pochi secondi torna con un bendaggio, si inginocchia accanto a me con le lacrime agli occhi e inizia a fasciarmi il polso, ma il sangue continua a sgorgare.
Affonda le mani fra i capelli: "May, devi fare qualcosa!"
"Non ci riesco." Sussurro, non sono nelle condizioni tali da fare incantesimi.
"Allora resta qui, vado a chiamare una persona." Dice dopo qualche secondo facendomi ristendere sul letto.
Esce dalla porta correndo e sussulto sentendola sbattere.
Non provo risentimento per ció che ho fatto, questo dovrebbe preoccuparmi, ma no, non sento niente. Sono qui, stesa sul letto di un monotono hotel di Los Angeles ad aspettare che l'ultima goccia del mio sangue esca dal mio corpo inerme, chi se lo sarebbe mai aspettato?
Di certo non io, non é giusto, mi merito di meglio che morire da sola, sono stata sola anche troppo tempo ed é ora di cambiare le cose.
Combatti, May, continua a respirare.
Premo il palmo della mano buona contro il polso, cerco di fermare l'emoragia ma non ho abbastanza forza.

Quando ormai penso che sia tutto perduto, sento qualcuno entrare nella camera, apro gli occhi quanto posso e vedo la Contessa seguita da Ethan.
"Che cazzo hai combinato, tesoro?" Borbotta guardandomi, dopodiché rivolge uno sguardo al ragazzo di fianco a lei: "vuoi che la trasformi? Non ne vale la pena."
"C'é un altro modo?" Chiede Ethan asciugandosi le lacrime.
"Vai da Iris alla reception, si occuperá lei di quest'anima perduta. Resteró io con lei."
Per la seconda volta questa notte, vedo Ethan sfrecciare fuori dalla stanza, ma stavolta non sono sola.
La Contessa si avvicina a me sedendosi sul letto e iniziando ad accarezzarmi il capo.
"Sai, non riesco a non provare pena per te, ti sei dimostrata molto piú debole di ció che pensavo.
Hai solamente 16 anni e ti sei giá arresa? Tesoro, io abito questa terra da cosí tanti anni che ho smesso di contarli."
Sgrano gli occhi, allora era tutto vero, lei é un vampiro.
"Non essere stupita, bambina mia, so bene che eri giá a conoscienza di quello che sono che sono." Continua. "In tutti questi anni di sprezzante agonia ho provato solo Dio sa quanto dolore, eppure non mi sono mai arresa. Ti sei dimostrata debole agli occhi di tutti, dovrai stare piú attenta la prossima volta o qualcuno potrebbe approfittarsene." Sussurra l'ultima frase con una scintilla di odio negli occhi.
Le sue parole sono piene di veritá e amarezza, parla come se avesse visitato l'inferno e fosse tornata.

Un persistente rumore di passi ci avverte dell'arrivo di Iris ed Ethan. La Contessa si rialza di scatto e, dopo avermi rivolto un ultimo lugubre sorriso, se ne va.
L'anziana donna si precipita verso di me a controllare le condizioni del mio polso.
"Come ti sei combinata, bambina?" Lo dice con un filo di impazienza, come se fosse giá capitato.
Guardo Ethan, ha lo sguardo affranto nel vedermi cosí e questo mi fa stare male, non sento quasi piú il dolore dei tagli.
Le lacrime iniziano a sgorgare come un fiume in piena e lui si avvicina a me: "no no, non piangere, piccola, ti prego." Mi accarezza il capo mentre Iris mi cosparge il polso con una crema e me lo fascia.
"Perché l'hai fatto?" Sussurra.
"Non lo so." Abbasso il capo e le mie parole sono talmente soffocate che io stessa faccio fatica a sentirle.
"Ho paura." Dico.
"Starai bene, non preoccuparti, starai bene." Lo ripete cosí tante volte che suona come una cantilena nel mio cervello anche quando la smette.

Dopo essersi assicurata che la ferita abbia smesso di sanguinare, Iris se ne va lasciando me ed Ethan soli.
"Ti amo." Sussurro e lui mi sorride.
"Ora stai bene." Ha gli occhi lucidi, mi ci posso quasi specchiare in quelle bellissime iridi nere.
"Che ore sono?" Chiedo.
Controlla l'orologio, poi risponde:
"Quasi le quattro di pomeriggio." Cazzo, il tempo é passato cosí in fretta.
"Ti porto qualcosa da mangiare?" Mi chiede.
"No, aspetteró la cena, grazie."
"Veramente James ci aveva invitati a cenare nella sua stanza, ma ovviamente non potremmo esserci. Vado ad avvisarlo." Dice per poi alzarsi.
"No." Anche se mi piacerebbe tanto restare un po' sola con Ethan, voglio indagare su come lui e James si sono conosciuti.
"No?"
"Ci andremo."
"Non se ne parla." Ride.
"Me la sento." Insisto.
"Avrai perso due litri di sangue, May, non se ne parla nemmeno."
Faccio un respiro profondo e provo ad alzarmi in piedi, ma non ne ho la forza.
Ethan ride.
"Se ci tieni cosí tanto gli chiederó di spostare questa dannata cena in camera nostra." Conclude sconfitto.
Gli rivolgo un sorriso dolce.

***

Sono le 21:00, James é perfettamente in orario. Appena entra si mette seduto al tavolo che la cameriera aveva preparato poco prima.
Mi siedo davanti a lui ed Ethan si mette affianco a me.
"Allora, perché questo cambiamento di programma improvviso?" Domanda Mr March.
Ethan mi stringe la mano da sotto il tavolo: "May si sente poco bene, ma ci teneva a conoscerti meglio."
L'ospite mi sorride, ma sembra infastidito: "spero tu stia meglio ora." Ricambio il sorriso a mó di sfida.
"Si, Ethan si é preso cura di me."
"L'ho sempre detto che sei un brav'uomo. E a dirla tutta, dopo quella terribile cosa che mi hai raccontato di aver fatto, sono stupito di vederti cosí bene." Di cosa sta parlando?
Ethan rivolge uno sguardo di fuoco a James, ma lui sembra non farci caso.
Sento che sta per essere svelato un altro segreto e ho paura, non ho idea di cosa aspettarmi.
Mr March continua a raccontare sotto lo sguardo omicida del ragazzo accanto a lui: "sai, ricordo ancora quando alloggiasti qui. La sera in cui ti ho conosciuto é stata davvero epica, ti ho trovato mezzo sbronzo al bar, stavi piangendo come un pazzo. Se non avessi riconosciuto l'insanitá nei tuoi occhi beh... probabilmente ti avrei ucciso." Ride di gusto pronunciando l'ultima frase.

Volto la testa verso Ethan, sembra pietrificato: ha gli occhi fissi davanti a lui e la sua mano non stringe piú la mia sotto il tavolo.
All'improvviso si alza ed esce dalla stanza sbattendo la porta, io lo seguo e, non appena arrivo in corridoio, lo vedo accasciato a terra, piange come un disperato.
"Mi dispiace cosí tanto." Urla appena mi vede.
"Di cosa? Che cazzo hai fatto, Ethan?!" Alzo la voce mantendendo, peró, sempre una certa calma, non servirebbe a niente arrabbiarsi.
"Cazzo, cazzo, cazzo!"
Piú passa il tempo, più cresce la mia agonia.
"Dimmelo!" Grido infine, la mia pazienza é andata a farsi fottere.
"Cazzo, dimmelo!" Ho le lacrime agli occhi, sono stanca di tutto.
"Ho ucciso mia madre!"
Mi blocco, le lacrime non scendono piú, il cuore sembra non battere e la mente si spegne.

Non mi dó nemmeno il tempo di elaborare la cosa, inizio a correre nel corridoio verso l'ascensore.
Stavolta non me ne frega un cazzo se sta male, se piange, se grida, perché finalmente ho capito tutto, tutto ció a cui non volevo credere.
É un pazzo.

Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora