XIII

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<< Papà? Posso entr- >>

Thomas aveva appena socchiuso la porta dell'ufficio dello sceriffo quando questo la spalancò violentemente con il volto colmo di preoccupazione e gli occhi verdeggianti inorriditi.

<< Ma che diavolo... >>

Esclamò allibito osservando il volto gonfio del figlio che sospirò pronto al suo furore.

La scuola aveva chiamato Noah Edison per informarlo dell'accaduto e così il ragazzo aveva dovuto immediatamente raggiungerlo. Aveva tentato di minimizzare l'accaduto, di tranquilizzarlo per via telefonica ma il padre aveva preteso di vederlo e che lo raggiungesse immediatamente nel suo ufficio.

Ciò che terrorizzava maggiormente il ragazzo era la consapevolezza che non avrebbe più potuto sottrarsi alle sue domande.

Dopo la confessione a Scott era giunto il momento di raccontare la verità anche a suo padre.

<< Papà ti assicuro che sto bene e... >>

<< Chi è stato? Oh! Dovranno vedersela con me, ti assicuro che non la passeranno liscia... >>

Iniziò ponendo con cautela una mano calda e grande sulla guancia del figlio scrutando le ferite e i lividi con fare critico.

<< Papà! >>

Lo pregò il bruno percependo una disperazione sibilante nello stomaco.

<< Li porterò qua e gli farò vedere cosa succede a mettersi contro... >>

<< Papà! >>

Urlò più forte Thomas per sovrastare i deliri del genitore angosciato. Noah si bloccò osservandolo negli occhi addolorato.

<< Papà va tutto bene, si è solo trattato di un incidente durante lacrosse! >>

Tentò di rassicurarlo ponendogli una mano sulla sua spalla. Lo sceriffo ricambiò il gesto attanagliando le braccia del figlio.

<< Non va tutto bene. Lo vedo Thomas, non credere che io non capisca. >>

Affermò duro facendolo entrare nell'ufficio per sottrarlo alle occhiate indiscrete e curiose dei colleghi.

Chiuse la porta sospirando stremato.

Il dolore e la preoccupazione sembravano appesantirgli il volto facendolo sembrare molto più vecchio.

Indicò la sedia che stava d'innanzi alla sua scrivania chiedendogli silenziosamente di sedersi. Il ragazzo ubbedì abbandonandosi su questa dolorante.

La gamba pizzicava e batteva rovente.

<< C'entra con quel ragazzo, vero? Come si chiamava...Isaac Newton? Sono stati i ragazzi del locale? >>

Chiese alterato incrociando le braccia sul petto che si alzava ed abbassava frenetico, scosso dalle emozioni.

Il ragazzo si irrigidii mentre tentava di trovare le parole giuste per quei dubbi, per quelle domande a cui lo sceriffo avrebbe preteso risposte che lui stesso non riusciva ad indentificare.

Fece per parlare sebbene non sapesse cosa dire ma Noah lo fermò con un gesto spazientito della mano.

<< Thomas ho bisogno che tu mi parli. Ti ho dato tempo ma voglio sapere...tutto. E voglio sapere la verità! >>

Lo avvertì con tono secco e irremovibile.

Il bruno inspirò a fondo dalla bocca perchè gli riusciva ancor difficile e doloroso farlo dal naso gonfio.

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora