XXIV

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Thomas aveva appena  parcheggiato nello spiazzo deserto quando le  prime gocce di pioggia iniziarono a cadere tamburellando contro  ai vetri.

Spense il motore con un sospiro guardandosi intorno con sguardo perso.

Si trovava di fronte  alla stazione di polizia.

La struttura sembrava emergere dalle ombre della notte, designata dalla luce calda dei lampioni che la circondavano come sentinelle immobili.

Intravedeva dalle finestre una vita silenziosa, persone intente a sbrigare pratiche, compilare scartoffie, desiderose di finire il proprio turno e poter finalmente tornare a casa.

Suo padre non era di turno a quell'ora, gli aveva sottratto le tessere magnetiche e sapeva benissimo come eludere i colleghi.

Sarebbe passato dal retro superando l'armeria e giungendo in fretta all'archivio.

Aveva già preparato la scusa in caso l'avessero sorpreso.

Avrebbe detto che stava tornando da una festa protratta fino al mattino e suo padre gli aveva chiesto di recuperare una cosa nel suo ufficio. Ma le tessere per l'entrata principale non avevano funzionato quindi era passato dal retro.

Il motivo della sua presenza lì era che l'archivio della contea  di Beacon Hills era il più vasto della zona e vantava di un'enorme collezione di oggettistica, informazioni di ogni  tipo proveniente anche dai paesi adiacenti.

Quindi Thomas era quasi certo che lì avrebbe potuto trovare ciò che gli serviva.

Tutto ciò che apparteneva al caso di Ben Huges.

Se il padre fosse venuto a conoscenza della sua "visita" probabilmente l'avrebbe diseredato o anche peggio.

Ma doveva sapere.

Scosse il capo sconsolato.

Non era certo di essere in grado di sostenere quelle immagini, quei fatti ma sapeva di non poterli ignorare ulteriormente.

Si sentiva come se stesse facendo un torto ad Isaac indagando sul ragazzo che aveva amato.

Come se rovistando in quei ricordi dolorosi si stesse introducendo in un luogo tetro in cui non aveva il diritto di immergersi.

Ma non poteva fingere come  gli altri che andasse tutto bene. Comprendeva il loro bisogno di vivere  una vita normale, ma dovevano accettare che le loro vite non sarebbero mai state tali.

Erano tornati al punto di partenza.

Un pericolo si aggirava nell'ombra e loro sorridevano alla luce ignorando l'oscurità.

Sperava che studiando il caso e le prove che lo componevano avrebbe acquisito maggiori conoscenze riguardo al loro nemico e al modo in cui operava.

Racattò sbrigativo le sue cose e scese dall'auto mentre la pioggia diveniva sempre più fitta e forte.

Rabbrividì quando questa colò gelida lungo il collo addentrandosi nella maglietta.

Si sistemò svelto il cappuccio della felpa e si portò la sua tracolla al petto, in modo da ripararla per quanto potesse.

Prese  a correre veloce  attraverso il parcheggio fiochemente  illuminato fino a giungere al retro della struttura.

Con  le mani umide  estrasse tremante il doppione delle chiavi che aveva fatto tempo prima e si introdusse nel complesso.

La porta si lamentò  girando sui vecchi cardini  e un  odore fresco, di disinfettante lo accolse.

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora