XLIII

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<< Sicuro verrà? >>

Chiese roca Annabeth fumando avidamente, osservava la notte scettica.

La pelle ustionata del volto era oramai caduta lasciando una carne viva tesa e lucida, la maggior parte del collo e delle braccia era ancora bendata per curare le ferite che la kitsune le aveva lasciato.

<< Certo che verrà. >>

Si gongolò Petyr appoggiato mollemente al furgone fumando a sua volta.

Erano ormai le quattro di mattina, l'aria gelida soffiava impetuosa addentrandosi nelle giacche dei cacciatori mentre ad est un pallido bagliore preannunciava l'alba imminente.

<< Allora è più stupido di quel pensassi e già non avevo una grande considerazione di lui... >>

Ridacchiò lei sputando a terra in segno di disprezzo.

Si voltò verso il capo che si era distratto a guardare una falena volteggiare vicino al lampione che li sovrastava. L'insetto continuava a sbattere contro la dura plastica tentando di raggiungere invano la luce che la chiamava a sè, come una sirena incantatrice.

<< E' giovane ed innamorato. >>

Si limitò a commentare piano come se quella frase bastasse a spiegare un gesto così disperato.

<< Sta gettando il suo ruolo di erede, di coyote puro per un semplice umano. >>

Gli fece notare la donna inarcando le sopracciglia per niente convinta dalla sua spiegazione.

<< E' accecato dall'amore che lo porterà alla morte. >>

<< Come quella falena del cazzo? >>

Guardarono l'insetto continuare a tentare di seguire la luce senza poterla però raggiungere.

<< Peggio. >>

Mormorò lui inspirando il fumo che rigettò dal naso con un sospiro.

<< Lui è cosciente di stare morendo per amore, quell'insetto no. >>

Quella frase così triste risultò freddamente pratica uscita dalla bocca dell'uomo, sul cui volto era impossibile trovare anche solo uno sprazzo di compassione.

<< Non sapevo ti intendessi d'amore. >>

Commentò una voce sprezzante dal buio oltre lo spiazzo di cemento in cui si trovavano.

Il luogo di incontro era una vecchia carrozzeria oramai abbandonata e divenuta una discarica.

Diversi scheletri di vecchie automobili arrugginite disseminavano lo spazio ampio, colmo di erbacce e pezzi di metallo.

La donna scattò sobbalzando, puntando la pistola dove era provenuta la voce.

<< Mettila giù. >>

Le ordinò Petyr secco scrutando a sua volta la notte.

Isaac entrò nello spazio illuminato emergendo dalle ombre.

<< Buona sera erede, è un onore avervi qua con noi. >>

Commentò malizioso mostrando i denti in un ghigno, si chinò in avanti abbozzando un inchino teatrale.

<< Evitiamo i convenevoli. >>

Si limitò a commentare Newt senza che il volto pallido mostrasse alcun sentimento, non gli avrebbe dato certo quella soddisfazione.

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora