XVIII

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Isaac era seduto pigramente sul letto, intento a trascrivere alcuni appunti d'arte sul computer, quando lo sentì arrivare.

Parcheggiò l'auto di fronte a casa sua, la musica alta, il finestrino abbassato.



With the lights out, it's less dangerous
Here we are now, entertain us
I feel stupid and contagious
Here we are now, entertain us
A mulatto, an albino, a mosquito, my libido
Yeah, hey


I'm worse at what I do best
And for this gift I feel blessed
Our little group has always been
And always will until the end


Hello, hello, hello, how low
Hello, hello, hello, how low
Hello, hello, hello, how low
Hello, hello, hello





Sospirò chiudendo gli occhi,

<< Caspio... >>

sussurrò rabbioso mentre percepiva il fumo di sigaretta e la portiera sbattere.

Si massaggiò il volto mentre le tempie battevano dolorosamente e gli occhi bruciavano per la fatica.

Tornò a scrivere scuotendo appena il capo.

"Indifferente. Fai l'indifferente. "

Si ordinò secco mentre il cuore già disubbidiva a quell'ordine alterandosi.

Dalla finestra aperta, che dava sul viale, entrava una leggera e agognata brezza estiva che  gli sospingeva dolcemente i riccioli disordinati.

Il sole aveva iniziato da poco a calare oltre l'orizzonte illuminando il cielo di un rosa pastello.

Il petto nudo del ragazzo si muoveva lentamente mentre la calura estiva lo opprimeva.

Erano solo i primi giorni di giugno, eppure, l'estate sembrava essere esplosa in un fuoco incandescente sopra la cittadina.

Sebbene avesse subito riconosciuto i passi decisi e il suo odore caldo e forte continuò a battere veloce sulla tastiera mentre poteva percepire la rabbia ribollirgli in fondo allo stomaco.

I grilli cantavano l'estate nascosti nell'erba verde dei giardini creando una sinfonia discordante accompagnata dalle voci squillanti dei bambini del vicinato che giocavano in giardino.

Il suo udito sovrannaturale gli permetteva di vivere quegli stessi suoni.

Sembravano crearsi, nascere nella profondità della sua mente trapassandogli il corpo con un brivido.

Percepiva il rimbalzo costante e ritmico della palla sulla strada rovente, udiva le chiacchiere soffuse dei genitori seduti in veranda, il lansare del vecchio cane che soffriva il caldo.

Sentiva le braccia forti issarsi e il metallo cigolare mentre Ben si arrampicava su per la grondaia, udiva le scarpe logore atterrare sulle tegole mentre balzava su di esse con un gesto agile.

Sentiva il suo cuore, quei battiti che conosceva a memoria, che erano divenuti i suoi.

Lo percepì camminare fino alla finestra e sedersi sul suo margine mentre stringeva fra le labbra il mozzicone di sigaretta, ma finse indifferenza.

Sapeva che lo stava guardando insistentemente, in attesa, ma continuò ad osservare lo schermo del computer.

<< Sempre a studiare, eh? >>

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora