XXXIII

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A Thomas faceva male la testa per il troppo pensare.

Con gli occhi chiusi lasciava che il sole gli scottasse la pelle, gli arroventasse le palpebre, gli baciasse le labbra dischiuse.

Teneva il capo reclinato all'indietro verso la grande vetrata tentando, inutilmente, di ripudiare le voci degli amici che ancora discutevano sulla nuova scoperta.

Sentiva dentro di sè un grande silenzio.

Non era esattamente calma, solo un inquietante nulla.

Forse, quel tacere delle emozioni che fino ad un attimo prima gli erano pulsate nella mente dipendeva dal fatto di aver finalmente visto la verità.

Con Malia, con gli Ivanov.

Aveva accettato quel qualcosa che era sempre stato d'innanzi al suo volto ma da cui aveva continuato a distogliere lo sguardo.

Era consapevole che la sua vita non aveva ancora trovato un equilibrio, anzi.

Ma la staticità in cui si era sentito affogare era svanita e a questo punto preferiva il caos che si sarebbe riversato su di lui che quell'immobilità in cui si era tenuto imprigionato fino ad allora.

Avrebbe accettato le sfide che quelle verità gli avrebbero portato, era pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni.

Sospirò.

O forse più semplicemente, ciò che aveva zittito ogni cosa, era stato quel bacio non dato.

Quella verità si ostinava a rimanere dolorosa e oscura.

Era scivolta fuori dalle sue labbra prima che la sua coscienza avesse potuto tentare di fermarla.

<< Mi sei mancato in queste notti. >>

E come avevano sorpreso Isaac, quelle parole, avevano sconcertato lui stesso che ora portava in grembo quella nuova cosapevolezza.

Si era sentito solo senza Newt in quelle notti, avrebbe desiderato le sue braccia che lo stringevano, i suoi riccioli con cui giocare, il suo respiro pacato sul suo collo.

Aveva desiderato davvero quel bacio, lo aveva agognato ma gli era stato negato.

Ripensò ad Isaac, alla sua immagine mentre se ne andava lasciandolo solo, fradicio di pioggia.

Non si era mai sentito tanto ferito in vita sua.

Eppure quei sentimenti crepitanti si erano spenti in un buio asfissiante scomparendo nella sua nebbia.

Il dolore si era acutizzato come un grido, squarciandolo, lasciandolo esangue.

 Ma improvvisamente era divenuto così insopportabile da assordarlo e lasciarlo privo di qualsiasi emozione.

Forse era meglio così per il momento.

Non provare nulla.

Non sapeva quanto sarebbe durata, era pronto ad essere nuovamente assalito dai suoi sentimenti che presto si sarebbero liberati dalle catena di quel torpore che per ora li domavano.

<< Tom? >>

Si ridestò confuso massaggiandosi il volto stanco.

<< Tom tutto bene? >>

Trovò Teresa che gli porgeva un frappè osservandolo preoccupata.

<< Era tuo il milkshake al cioccolato? >>

Sapeva che l'amica fosse terrorizzata per quello che gli era accaduto ma che non volesse darlo a vedere.

Da quando era arrivata non aveva fatto altro che osservarlo di sott'occhio, torturarsi le ciocche corvine libere, chiedergli insistentemente se si sentisse bene.

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora