XXI

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Thomas se ne stava in piedi davanti al suo armadietto osservandone intensamente l'interno. Come se lì, fra fogli scarabocchiati, libri impilati e carte di caramelle avrebbe potuto trovare la soluzione ai suoi problemi.

La domenica mattina, dopo quella sera, il ragazzo era stato svegliato dalla voce del padre che lo chiamava per il pranzo.

L'aveva cercato, aveva cercato la sua mano, ma di Newt non vi era traccia.

A testimoniare il suo passaggio erano rimaste solo le lenzuola stropicciate, ormai fredde, al suo fianco che odoravano ancora del suo profumo.

Non l'aveva sentito per tutto il giorno, aveva pensato di chiamarlo, di contattarlo.

Ma ogni volta che digitava il suo numero le mani gli tremavano incontrollate come la voce, ogni volta che rileggeva i messaggi scritti questi finivano per risultargli dannatamente stupidi e così li eliminava.

Minho nel primo mattino aveva mandato un messaggio con scritto semplicemente.

"Newt sta bene. "

Ma lui sapeva che non era così.

Aveve visto il suo dolore, aveva intravisto il suo animo spezzato.

Aveva letto il suo terrore, la consapevolezza di non poter scappare dai fantasmi del proprio passato.

Ormai aveva visto, e il suo tormento era divenuto il suo.

Non avrebbe più potuto far finta di nulla dopo aver ascoltato il suo cuore, aver stretto il suo corpo teso fra le sue braccia.

Non avrebbe più potuto ignorare quei sentimenti, quelle emozioni che ne erano scaturite.

Sensazioni avvampate nella notte accese da quelle dita sottili e lievi, da quel respiro caldo, da quei riccioli biondi.

Una dolorosa e scofortante consapevolezza aveva preso posto affianco a lui fra le lenzuola fredde quella mattina.

Un dubbio, un'ipotesi che celavano la comprensione di qualcosa di troppo grande da ammettere ad alta voce.

Ed è così che si ricadeva per l'ennesima volta sulle esili eppure forti spalle di Malia.

Poteva udire il ghiaccio sotto di se infrangersi, crepare, cigolare minacciando di divorarlo, appropriarsi di lui per condurlo in un abisso nero e gelido.

Pensò alla ragazza e alla loro relazione.

Si chiese quando le cose avevano iniziato ad ingiallire, ad arricciarsi, a sbiadire come carta vecchia.

Thomas mugugnò strizzando gli occhi mentre la mano stringeva forte l'anta metallica fino a farsi male, fino a ferirsi il palmo.

Era rimasto immobile tutto il giorno, schiacciato da quei pensieri, da quelle domande.

Come convinto che trattenendo il fiato i suoi problemi l'avrebbero ignorato, considerato morto.

Tutte quelle responsabilità sembravano comprimerlo al suolo, impedirgli di muoversi dal suo letto dove tutto sembrava chietarsi.

Le coperte sembravano proteggerlo dal mondo esterno racchiudendolo in un luogo di pace e buio.

Un luogo di pace e buio che sapeva di Newt.

E così in quel momento, sull'orlo delle lezioni voleva solo scappare.

Ritrarsi fra la folla e svanire.

Quello che era accaduto quella sera era troppo complicato da comprendere.

Come una grande matassa di fili ingarbugliati che lo legavano stringendolo fino a soffocarlo.

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora