XXXI

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Quella notte l'aria era fresca e profumata.

Ogni cosa era divorata dall'oscurità mentre la luna sembrava nascondersi nei meandri di un cielo pulito, punteggiato da una miriade di stelle luminose.

Solo un leggero bagliore animava il buio come a testimoniare l'esistenza del satellite sebbene non si potesse scrogere.

Isaac si introdusse attraverso la porta che sapeva avrebbe trovato socchiusa.

Sgusciò fra i mobili, si confuse fra le ombre, salì i gradini veloce con le orecchie basse premute contro il capo.

Infine, dopo aver percorso il lungo corridoio solitario, giunse nella camera silenziosa come la sera prima.

Aprì la porta con una spinta del muso quanto bastasse perchè riuscisse a passare per entrare nella camera da letto immersa nella penombra.

Il ragazzo dormiva, udiva il suo respiro lento, il suo cuore ritmico. La figura immersa nell'oscurità era totalmente legata nelle coperte scure mentre la pallida luce lunare, proveniente da chissà dove, ne delineava i contorni come in un disegno appena abbozzato.

Quello era il secondo tentativo di irruzione.

La notte prima il ragazzo aveva iniziato a piangere, gridare nel sonno spaventando il coyote che era fuggito privo delle informazioni che stava cercando.

Ma quella sera era tornato determinato a scoprirne di più sullo sconosciuto.

Se fosse tornato nuovamente a mani vuote quelli del suo branco si sarebbero infuriati con lui.

Sapeva solamente che il ragazzo si chiamava Thomas Edison e che con ogni probabilità apparteneva al branco di Scott McAll.

L'aveva intravisto a scuola nella moltitudine dei loro coetanei. Gli era passato affianco una o due volte, gli aveva sfiorato la spalla con la sua cercando di districarsi fra il caos che dimorava i chiassosi corridoi della scuola.

Aveva scorto il suo sorriso, il suo sguardo, conosceva il suo odore ma non molto altro.

Comunque non gli interessava.

Era lì per scoprire chi era, che creatura fosse, sempre che appartenesse al mondo soprannaturale, per comprendere che ruolo avesse nel branco dell'alpha.

Non era certo lì per fare amicizia.

Innalzò il muso verso il soffitto annusando l'aria.

Non erano soli.

Percepiva un altro odore, un odore non presente la notte scorsa, con un retrogusto di alcool.

Percepiva il leggero russare di un uomo adulto, immaginava il padre, provenire dalla camera in fondo al corridoio a destra.

Attese qualche minuto ascoltando il silenzio della casa.

Poi, rassicurato, mutò.

Trattenne un gemito di dolore mentre il suo corpo si spezzava, si contorceva, crepitava cambiando drasticamente.

Il pelo si ritrasse sotto alla pelle pallida e arrossata. Gli arti si allungarono mentre la figura si raddrizzava in spasmi dolorosi.

Inspirò a pieni polmoni mentre si addossava alla scrivania stremato.

Thomas parve dire qualcosa nel sonno, rigirandosi, ma non si svegliò.

Nudo e tremante Isaac prese a muoversi silenzioso e furtivo per la camera.

Newtmas • The GiftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora