Capitolo 27

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Christian

Erano passati tre giorni da quando Ana aveva scoperto la merda che aveva combinato e non sembrava ancora pronta a perdonarmi. Per tre giorni dormiva nella stanza degli ospiti, mangiava poco, piangeva in continuazione e non mi diceva più di tre parole al giorno. Non sapevo per quanto sarebbe andata avanti, ma speravo con tutto il cuore non per molto. Se c'era qualcuno di cui avevo bisogno in quel momento era lei. Sopratutto dopo che Teddy iniziò a farmi tante domande su Blake, fino a quando mi arresi e gli dissi la verità. Mio figlio era molto sveglio, aveva capito dall'inizio che qualcosa non quadrava e proprio quando iniziò a farsi strane idee su Blake decisi di spiegargli tutto. All'inizio cominciò ad urlarmi contro, come non aveva mai osato fare prima. Mi disse che ero un pazzo da legare, che nessun padre dovrebbe fare una cosa del genere a sua figlia, che per la prima volta nella sua vita si vergognava di essere mio figlio. Quelle parole non mi sorpresero, ma mi ferirono in una maniera assurda. Se la reazione di Theodore , che non era la vittima del mio sbaglio , era stata quella non osai immaginare come sarebbe stata quella di Hope. Quando iniziò a calmarsi e a capire il motivo per cui avevo fatto iniziare tutto si scusò per la sua mancanza di rispetto nei miei confronti ma comunque ci tenne a dirmi quanto era sbagliato e ingiusto quello che avevo fatto. Mi chiamava ogni giorno per sapere se avevo detto qualcosa a sua sorella o ancora no, a suo parere dovevo essere io quello a spiattellare prima che lo facesse qualcun'altro, o prima che lo facesse proprio lui senza riuscire più a mantenere il segreto. Ma io ero deciso. Se c'era qualcuno che doveva raccontarle la verità quello era Blake, perchè se c'era qualcuno che doveva essere perdonato quello era lui. Blake era solo un'altra vittima della mia mania di controllare tutto, lui non ne aveva alcuna colpa ed ero sicuro che se non si fosse veramente innamorato di mia figlia avrebbe abbandonato questo stupido lavoro già dal primo mese perchè era troppo buono per fare del male a qualcuno. Con Hope era diverso, ne ero consapevole. Lui non le stava facendo male di proposito, aveva solo paura. La stessa paura che avevo io, devo ammettere. La paura di perderla, perchè sapevamo entrambi che una volta andata solo una meraviglia inviata da dio ce l'avrebbe riportata indietro. Sapevo che anche lui prima di addormentarsi doveva combattere contro i sensi di colpa, doveva costringersi a fingere che andava tutto bene , proprio come facevo io. E sapere che la causa di tutto ero io, il fatto che non stavo distruggendo solo la mia vita ma anche quella di altre persone mi faceva a pezzi.

Era ormai ora di cena. Erano tutti seduti intorno al tavolo: Phoebe, Hope, Anastasia e anche Theodore e il suo vecchio amico Luke. Erano passatti anni dall'ultima volta che lo avevamo visto, quando si era trasferita con sua madre in Australia. Ricordo ancora quando era piccola e praticamente era sempre a casa nostra, lui e theodore erano inseparabili, mi stava veramente a cuore quel ragazzo. Quando Phoebe ci disse che era tornato Ana insistette per farlo venire a cena e a me non poteva fare altro che piacere, perchè quel ragazzo un tempo lo consideravo come un quarto figlio. La cosa che mi era sfuggita riguardo alla sua famiglia , però, mi lasciò a dir poco scioccato. Scoprire che suo padre era lo stesso del ragazzo di Phoebe mi sorpresa e mi incuriosì . Di solito quando facevo le mie ricerche sulla gente che frequenta la mia famiglia ricevevo tutte le informazioni su di loro, ma a quanto pare quella volta no. Mi ero molto dispiaciuto quando ero venuto a sapere della morte di sua madre più o meno un anno prima. Non lo dissi agli altri , forse perchè sapevo che loro ci sarebbero molto male e di certo non volevo che succedesse. Però, mi impegnai di prendermi cura del ragazzo, se pur abitava a migliaia di chilometri lontano da dove ero io. Mi ero assicurato che ogni mese gli venissero versati dei soldi sul conto in banca che avevo aperto per lui, di che solo sua madre era al corrente. Lo feci quando venni a sapere che Elisabeth era ricoverata in ospedale a causa del cancro, pagai tutto io in poche parole. La donna cercò di impedirmelo dicendo che con i suoi risparmi sarebbe stata in grado di farlo da sola. Ma niente, ero deciso. Le parlai del conto che avevo aperto per suo figlio e lei mi ringraziò scoppiando in lacrime. Sapeva che non le rimanevano altro che pochi mesi di vita e volevo che passasse quei mesi con il figlio, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo dopo la sua morte. Comunque Luke non sapeva che dietro a tutto c'ero io, quel ragazzo era troppo orgoglioso e di certo non era mia intenzione metterlo in imbarazzo e fu questo il motivo per cui nessuno era mai venuto a sapere delle mie buone azioni.

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