capitolo 31

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Hope

Non sapevo come ero arrivata in quel posto, ma in quel momento non volevo essere da nessun'altra parte.

Il cimitero di Seattle non era il tipico cimitero spaventoso, o almeno non per me. Era un cimitero piuttosto elegante, se si può definire così un posto con migliaia di salme rinchiuse dentro tombe sotto terra. L'ingresso era una lunga strada illuminata da decine di lampioni, circondati da fiori e diverse erbe. Come se tutto questo avrebbe potuto abbellire tutto. Superai il cancello chiuso dirigendomi verso l'entrata che mi ero creata io stessa, lontano dall'ingresso e dalle telecamere. Appena trovai la piccola croce di gesso che indicava la mia entrata sogghignai tra me e me spingendo il recinto ricoperto da cespogli ed entrai con cautela, facendo attenzione a non tagliarmi con i fili attilati e ormai arruginiti del recinto. Non c'erano dubbi, ero l'unica persona lì.

Lasciai le mie gambe guidarmi alla lapide numero 671 , che visitavo sempre allo stesso orario ogni domenica. Appena arrivai mi fermai davanti al cartello di marmo che indicava il nome e cognome di Sarah, la data di nascita e quella di morte. Mi guardai intorno prima di appoggiare la custodia della chitarra per terra, insieme all'ultima bottiglia di alcool rimasta. Quando i miei occhi caddero su una piccola rosa sul prato coperta dall'erba. La strappai con cautela e poi mi inginocchiai davanti alla lapide e la posai sul prato davanti ad essa. "M-mi dispiace se n-non...." iniziai con una voce interrotta dai singhiozzi dell'alcool. "N-non ti ho p-portato le viole....s-so quanto le a-ami...." Mi sedetti davanti alla lapide e afferrai la bottiglia piena d'alcool, per poi portarmela sulle labbra e far scendere il liquido amaro giù per la gola. "S-sono una persona d-di m-merda..." singhiozzai accarezzando il bordo della bottiglia di vetro. "D-dovrei lasciarti in pace piccola....m-ma è questo l-l'unico posto in c-cui voglio essere ora..." Cercai di spiegare, come se qualcuno avesse potuto rispondermi. Stavo impazzendo, o forse era solo l'alcool. In quel momento ero confusa, sentivo un forte bruciore al petto, ma non me ne ricordavo il motivo. Volevo stare lì, accanto al mio angelo, a raccontargli di quanto mi sentivo persa e arrabbiata con il mondo...

"S-sai cosa si fa ora?" Chiesi aprendo la custodia della chitarra e prendendola fuori. "V-voglio cantarti l-la nostra canzone...mi m-manca sentire la tua voce Sarah...t-ti prego, canta con m-me..:" dissi accarezzando il nome sulla lapide. Mi schiarii la voce e cominciai a a battere il plettro sulle corde, suonando gli accordi della nostra canzone.

Today is gonna be the day

That they're gonna throw it back to you

By now you should've somehow

Realized what you gotta do

I don't believe that anybody

Feels the way I do about you now

Le lacrime cominciarono a rigare sul mio viso.....

Backbeat the word was on the street

That the fire in your heart is out

I'm sure you've heard it all before

But you never really had a doubt

I don't believe that anybody

Feels the way I do about you now

Cominciai a sentire una voce, la sua voce....

And all the roads we have to walk are winding

And all the lights that lead us there are blinding

There are many things that I would like to say to you

But I don't know how

Stavo impazzendo. Perchè riuscivo a sentirla cantare con me?

Because maybe

Le gemelle GreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora