capitolo 3

5.1K 155 12
                                    

Christian

Ero appena uscito di casa , salì in macchina e Taylor partì.

Non riuscivo a smettere di pensare a Hope...la mia piccola e fragile Hope. Beh magari non fragile come Phoebe , ma pur sempre fragile ai miei occhi. Come dovevo fare per farle capire quanto le volevo bene senza finire con l'incasinare tutto? perchè mia figlia non comunicava con me? Certo, avrei potuto dare la colpa alla morte di Sarah, ma non era questo il motivo per la quale Hope non mi parlava. Elliot riuscì a diventare suo amico, dovevo riuscirci anche io. Ana mi disse che dovevo darle tempo, ma non ce la facevo più, volevo rendere felice Hope. A tutti i costi.

Il mio telefono squillò. Era Phoebe, risposi.

"Phoebe , é successo qualcosa?"

''Papá, so che l'ho già detto, ma scusa per l'altra sera...So di aver sbagliato e mi dispiace ...davvero''

Piccola...Phoebe era sempre così buona e gentile con gli altri. Quando capiva di aver sbagliato chiedeva scusa centinaia di volte, ed era impossibile non perdonarla.

''Mi fa piacere sapere che riconosci di aver sbagliato....avrei voluto che anche tua sorella lo facesse, ma non posso pretendere troppo dalla vita. Avervi è già la più grande fortuna che mi sia capitata''

Percepii il suo sorriso e immaginai i suoi grandi occhi blu sorridere alle mie parole.

''Grazie papà. Ti voglio bene "

"Ti voglio bene anche io ," disse e riattaccò .

Qualche minuto dopo arrivai in ufficio. Mi sedetti e aspettai l'arrivo della campagna giapponese con cui avevo una riuniune. Nel frattempo chiamai Taylor.

''Sì signore?" chiese.

''Ho bisogno dei sette migliore addetti alla sicurezza che troverai, sai per cosa. Devono essere giovani , sui diciotto, diciannove anni . E devono avere..Ehm..un bell'aspetto,'' ordinai.

Taylor mi lanciò un occhiata curiosa, ''Signore, è sicuro di quello che sta per fare?" lo guardai . "Non faresti la stessa cosa per Sophie? '

''Probabilmente no signore. Sophie verrebbe a saperlo.''

''Io farò qualunque cosa per far sì che Hope non lo scopra.''

''Si signore.''

Pochi giorni dopo Taylor mi portò i sette migliori addetti alla sicurezza . Stavano tutti aspettando nella sala d'attesa.

Guardai attentamente ciascuno di loro. Ce n'erano di tutti i tipi, di colore, bianchi, alti, bassi , muscolosi, biondi, mori. Esclusi immediattamente il due e il cinque,avevano troppi muscoli. I numeri uno e sei avevano dei piercing sulla faccia. Il quattro aveva un tatuaggio e il tre indossava la fede al dito. Il sette era perfetto.

Il numero sette si chiamava Blake Lervin. Aveva diciannove anni, era alto, moro e occhi scuri e bello. Suo padre, suo nonno e il suo bisnonno erano nel servizio militare; aveva un ottimo curiculum, ottimi voti e sembrava essere un ragazzo intelligente.

Blake indossava un paio di jeans blu scuro e una maglia grigia a -V. Già mi immaginai Hope protetta e al sicuro con lui.

''Numero sette, prego vieni nel mio ufficio. Il resto può andare. Grazie per il vostro tempo.'' Dissi prima di ritornare dentro al mio ufficio.

Taylor sgombrò la sala d'attesa mentre Blake mi seguì.

''Andrea non passarmi telefonate. Se Mrs. Grey chiama dille che sono ad una riunione importante e che la richiamerò.''

''Sì Mr. Grey,'' i suoi occhi erano ancora su Blake.

Blake avanzò verso la mia scrivania e si sedette quando glielo ordinai.

Le gemelle GreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora