Due

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Decisi di rispondere dopo vari squilli e con il supporto di Zoe. La persona a parlare era il mio allenatore preferito: Massimiliano Allegri.
Stavo parlando con lui al telefono.
Io muoio male. Salvatemi. Prendetemi prima che cada.

-Oggi verrà uno dei miei compagni a prenderti a scuola.-

-Va bene.- cercai di non lasciarmi contagiare dalle risate di Zoe.

-Dimmi il tuo orario di uscita e dimmi dove potrà ritrovarti chi manderò a prenderti.-

-Giusto. Esco per le 14.20 e va bene davanti al cancello verde che c'è sulla rotonda.-

-Prefetto. A dopo allora.-

-Arrivederci.-

Chiuse la chiamata.

Ora che faccio? Mi verrà a prendere un signore mandato da Massimiliano Allegri. A me.

Calma. Elise, respira. Elise, respira. Guarda un punto fisso e ragiona.

Ma cosa devo ragionare? Il signor. Allegri ha chiamato me. Devo dire tutto a Zoe e devo cercare di non farmi vedere all'uscita da persone indesiderate. Non che mi dia fastidio ma non mi piace stare al centro dell'attenzione.
Respirai a fondo più volte prima che Zoe mi prendesse per una mano e che mi portasse al bar.
Prese due cappuccini e brindò alla chiamata più importante per la storia di una juventina. Poi detto da lei che tifa Inter fin da prima che nascesse era un vero onore. Durante quel brindisi si avvicinò un certo Luca, compagno di Zoe e il ragazzo che mi stava fissando oggi all'entrata.

Parlai con lui del più e del meno prima che mi chiedesse il numero. Lo guardai sconvolta e accennai un piccolo sorriso pieno di ansia e le mie guance divennero bordeux.
Zoe ci interruppe.

-Momento di consulto. Scusala ma è in trance. Te la porto come nuova tra qualche minuto.- sorrise.

-Va bene. Ma muoviti Zoe.-

-Cosa sta facendo! Lo sai che mi piace.-

-Lo so perfettamente. Gli darò il mio numero e poi aspetterò che mi scriva lui.-

-Hai ragione.-

Zoe mi riportò dal ragazzo che mi aveva chiesto il numero. Glielo diedi e gli dissi che attendevo con impianenza una sua chiamata. Quanto potevo trattenere la verità su Zoe? Non voglio vederla soffrire. Almeno non per causa mia.

Le altre ore corsero veloci. Non presi nessun voto e non mi interrogatono. Giornata "tranquilla". Mi misi d'accordo con Zoe per l'uscita. Decisi con lei che ci saremmo visti davanti al centralino. Avevo bisogno di supporto morale. Non potevo parlarne con Luca, ci conoscevamo appena e poi era di Zoe. 
La campanella delle 14.10 suonò, mi svegliai dal mio stato di trance e mi preparai. Cappotto, foulard, zaino e occhiali. Respira. Vai.
Zoe era lì che mi aspettava con un sorriso stampato in volto. Era raggiante mentre io erovisibilmente preoccupata. Credevo che fossi in iperventilazione e che le mie guance fossero rosse perché Zoe sembrava divertita e Luca si fermò chiedendomi se stessi bene.

Ma ti sembra? Sto morendo e mi chiedi se sto bene?

Sorrisi e lasciai che lui si allontanasse. Io e Zoe ci incamminammo subito dopo. Ero curiosa certo, ma dovevo farlo per forza? Una vita normale? Non potrebbe venirmi a prendere... non lo so... l'addetto alla sicurezza?

-Elise. Torna sulla terra. Chi dovrebbe essere quello che ti prende?-

-Non lo so. È per questo che sono tesa. Potrebbe essere chiunque: da un semplice controllore a Max stesso.-
Sentii il rombo di una Maserati.

-I calciatori li hai presi in considerazione?-

Effettivamente no.

-I calciatori? Non hanno tempo per una quattordicenne.- ridacchiai.

-Credo che qualcuno abbia trovato del tempo per te.- mi voltai. E vidi un uomo, non molto alto, con un completo bianco e nero, molto elegante, i due gemelli erano a forma di J, le scarpe lucide, gli occhiali da sole lucenti e i capelli castano-biondo erano raccolti in un ciuffo.
Cavolo non vedevo gli occhi.

Non può essere lui.

-Per caso è lei Elise?- mi indicò con un cenno della testa.

-Sì è lei.- Rispose Zoe.

-Perfetto. Piacere Paulo.- sorrise in modo angelico. Quadi come un bambino.

Ma era quel Paulo? Paulo Dybala? Era proprio lui?

-P-piacere Elise.- sorrisi timidamente.

-Tranquilla mica ti mangio.- scherzò.

-Zoe ci vediamo domani.- la salutai.

Vidi Paulo avvicinarsi a me e mettermi una mano sulla spalla. Voleva prendermi lo zaino. Preferirei portarmelo io. In fondo lui ci è già andato a scuola. Poi perché ha mandato lui? Il mondo è strano, mooolto strano.

-Parlami di te.- interruppe il silenzio.

-Mi chiamo Elise. Ho quattordici anni. Frequento l'indirizzo delle Scienze Umane. Ho due fratellastri che vedo due volte a settimana perché gli altri giorni sono dalla loro vera madre e ogni giorno mio padre mi mena. No aspetti, si dimentichi dei fratelli e del resto. Ho una situazione famigliare difficile.- sospirai

-Come posso dimenticarmi di quel dettaglio? Ho visto i tuoi polsi quando mi hai stretto la mano.- mise una mano sulle labbra.

-Mi scusi.-

-Mi dai del lei? Mi sento vecchio. Chiamami pure Paulo.- scoppiò a ridere.

-Va bene.- guardai fuori. - Posso farti una domanda?-

-Dimmi.-

-Come mai oggi il signor. Allegri mi ha chiamata?-

-È difficile da spiegare. Te lo dirà appena arriveremo al centro.- guardò in basso.

-OK. Almeno rivedrò la mia casa un'ultima volta?-

-Sì, credo di si.-

Decisi di indagare più a fondo. Digitai su google le notizie dell'ultima ora e vidi delle immagini di un incendio alla Jmedical.

Cazzo

Spensi il cellulare e guardai fuori. Tra meno di venti minuti avrei scoperto la verità. L'attesa era lunga e la mia espressione era preoccupata in volto.

-Se ci fosse bisogno di aiuto, conta pure su di me.- mi bisbigliò in un orecchio.
Brividi. Provai dei brividi lungo la schiena e se ci fosse stata mia madre si sarebbe messa a ridere. Se ci fosse stato mio padre me le sarei prese di santa ragione.

-Grazie ma so badaee a me stessa.-

-Non credo niña.-

-Sono sicura che l'apparenza inganni.-

-Se lo dice lei filosofa.- ridacchiai.
Morivo dal ridere. Mi faceva ridere per togliere l'imbarazzo che c'era e mi piaceva moltissimo. Sentivo la sua risata candida, simile a quella di un bambino, in contrasto con la voce di un uomo. Mi faceva piacere conversare con lui. Perché mi rivedevo in un certo senso.
Ssolo allora pensai all'uscita, quando Emanuel mi aveva visto con il giocatore. Cavolo. Lui era geloso dei ragazzi che si avvicinavano a me e ora mi vede con un calciatore. Merda, merda, merda.

Paulo parcheggiò davanti allo stadio e mi fece scendere. Entrammo in campo che era visibilmente disordinato. Presi una palla e iniziai a tirare in porta. Il giocatore mi guardò divertito.
Sentii vociferare poi arrivarono Massimigliano Allegri e Cristiano Ronaldo.

Ora svengo. Prendetemi.

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Spazio a me

Ciao a tutti.
Ho pubblicato i primi due capitoli della storia.
Vorrete sapere come scoprirà dei suoi genitori? E come prenderà il signor. Allegri della nuova amicizia con Dybala e Elise?

Se avete qualche commento. Commentate QUI.

buona lettura.

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