Consiglio di ascoltare love you goodbye degli One direction.
Cristiano's pov.
L'ospedale non è mai stato tanto pieno, c'era tutta la squadre nel corridoio, in attesa he uscisse il dottore dalla stanza di Elise.
Ce l'avrebbe fatta? Era viva? Stava bene?
L'avevano trovata la sera prima, in una pozza di sangue vicino allo Stadium.
Lei prima era con me, era venuta un attimo a prendere delle cose poi si era fermata a cena da me, infine, ha voluto andare a casa sua a piedi, nonostante il caos tra il mister e la squadra e i tifosi.
Avevo detto 'Fa attenzione mi raccomando', le ho lasciato un bacio in fronte e poi è andata via. Circa mezz'ora dopo è arrivata la chiamata dal pronto soccorso, era ricoverata in codice rosso.
Il Centre era un casino fino a pochi minuti fa, mentre tutta la squadra, o quasi, era corsa all'ospedale.Il dottore uscì a testa bassa, ci deve entrare nella stanza di fianco alla sua, e potevo vederla attraverso un vetro, era attaccata a diversi tipi di macchine, respiratori, contabattiti.
Era tutto così strano, lei era più pallida del solito, non vedevo quel rossore sulle guance, non vedevo i suoi occhi color nocciola... Era buio per me.Federico non era stato informato dell'accaduto, visto che era a Milano a fare dei servizi fotografici. Paulo, non ci penso nemmeno, manca solo lui.
Dopo tutto quello che le ha fatto.
Mentre sentivo il suo cuore attraverso una macchina, ripensai a tutti i bellissimi periodi passati assieme, dall'inizio alla fine.
Fecero entrare il mister, lo vidi sedersi e osservarla.
Le accarezzò la guancia, i capelli, le spalle e le strinse le mani, una lacrima scese dal volto del mister.
Iniziò a piangere, quanto lo capivo, in fondo, era suo padre e il suo bene nei confronti della piccola era infinito.
Affogai i miei dispiacere nei singhiozzi, uscendo dalla sala, dando il cambio agli altri. Loro uscirono poco dopo, Giorgio l'avevo visto piangere, mentre Leonardo era lì lì per farlo.Paulo's pov
'Elise è in coma'
Lessi il messaggio.'Elise è in coma'
Rilessi il messaggio.'Elise è in coma'
Una, due, tre volte. Lanciai il telefono contro il muro, come è potuto succedere? Proprio ora che sembravamo esserci ritrovati in parte.
Infilai la testa tra le mani, una lacrima scese, poi un'altra, un'altra ancora.
Senza di lei cos'ero? Cosa facevo? Perché?
Chiesi a Miralem di tenermi aggiornato, sapevo che Elise era forte, come sempre, ma troppi eventi l'avevano scombussolata, rendendola confusa e cupa.
Suo zio mi scrisse poco dopo, ma finimmo per sentirci via chiamata e piangere assieme, pensando a lei.
Era così difficile pensare un oltre senza il suo sorriso.
Terminata la chiamata, misi il telefono in carica, mettendo la suoneria al massimo e andai di là.
Aprii la vetrina, estrassi un bicchierino e una bottiglia di whisky, iniziai a bere un bicchierino: lei c'era ancora.
Il secondo: il suo sorriso, i suoi occhi...
Il terzo: la sua voce...
Il quarto: 'Ti amo' sussurra.
Il quinto: lo ripete e così al sesto, settimo, ottavo, nono, decimo...
La vedo ovunque, cerco di abbracciarla, vado in avanti, per la rabbia spacco il bicchiere, poi la bottiglia, rompo tutto quello che trovo, lancio cuscini.
Urlo, urlo di aiutarmi, di svegliarmi, ma sento solo il silenzio.
La vedo di nuovo, lei mi corre incontro, mi abbraccia, ma io non sento nulla.
Piansi, scoppiai a piangere, la rabbia aumentava, io non posso fare nulla, nulla cazzo!
Un niente di niente!
Rimasi sveglio tutta la notte, pensando a lei, anche se ubriaco, alla fine, non l'ho dimenticata nemmeno per un secondo. E io ero qui, in Argentina, mentre lei era là, a Torino, in... Coma.
Non riesco nemmeno a pensare a quella parola.Un paio di settimane dopo
Ero a Torino, per dare supporto al mister e allo zio di Elise. Volevo sentirla un po' di più.
Ero nel piccolo salotto della stanza d'hotel, stavo osservando la piccola foto che aveva lasciato a Milano, quando era ancora da me.
Avevo lasciato Sarà da poco, tra l'altro, perché non c'era più amore, ma solo attrazione fisica.
Buttai le braccia lungo i fianchi e cercai di respirare, in questo periodo i secondi sono interminabili.
Chiusi gli occhi, ma subito dopo gli riaprii, appena Miralem mi chiamò.-Vai a trovare Elise, sei libero di andare...,- disse dolcemente, io accettai. Presi la giacca, gli occhiali da sole, e il cappello, per poi avviarmi all'ospedale.
Entrai, chiesi la stanza e mi avviai, era tutto così morto, così vuoto, così... Triste.
Cercai di non pensarci, decisi di andare dritto verso la mia meta.
Bussai, non so perché lo feci, ma mi ricordai, la prima volta he la trovai con solo il top, ero entrato senza bussare, o quando la cercavo a scuola da lei.
Sorrisi lievemente, ma una lacrima bagnò la mia guancia.
Varcata la soglia, la vidi, sdraiata a letto, completamente vestita di bianco, le mani e le braccia lungo i fianchi, i tubi nelle braccia e le macchine accese.
Sentii una fitta al petto, affogai, raggiungendola piano, quasi non volessi svegliarla.
Cercai di immaginarmela sveglia, le accarezzai la guancia, i capelli e il collo.- Hey piccola, sono io, sono Paulo. Sai che secondo la scienza tu mi puoi sentire? Spero sia vero, perché voglio avere da parte tua almeno un segno. Appena ho saputo tutto, sono venuto qui a Torino, ma volevo venirti a trovare solo quando saremmo stati da soli.
Sei cresciuta, si vede, i tuoi lineamenti sono più morbidi, più belli... Più da donna.
Ma rimarrai per sempre la mia niña, la mia piccola, la mia bambina, quella che continuo ad amare...- il suo battito accelerò di due battiti, allora è vero, lei mi può sentire, le strinsi le mani, fredde come il ghiaccio, piansi - Ebbene sì, io ti amo, ti amo da morire. Farei di tutto pur di rivederti sorridere, scriverei le tue parole nel cielo, griderei dalla montagna più alta i miei sentimenti, vorrei sentirti respirare di fianco a me.
Ti porterei con me in giro per il mondo, ti farei volare, insieme... Perché dove ci sei tu, ci sono io... Perché io e te, creiamo un noi, che dura nel tempo.
Sono stato di fianco a te tutte le notti, eccetto l'ultima che ero da tuo padre a dargli una mano.
Prima di entrare ho bussato, non so di preciso perché, ma forse perché devo compensare tutte le volte che non l'ho fatto, come quella volta che ti ho vista in top sportivo o a scuola da te o a Milano durante i provini.
Cosa penso quando sono qui con te?
Pensa a quante volte ci siamo scambiati dei baci, alle risate e agli sguardi scambiati o a quando abbiamo fatto l'amore.
Ti donerei il mio cuore per farti sorridere, ridere e giocare a calcio, non riesco a sognare un futuro senza di te, senza i tuoi sorrisi. Non riesco nemmeno a starti lontano.- le baciai le labbra fredde, speravo mi sentisse, -Ti ricordi quando eri sulla strada se metterti con me o Cristiano? Alla fine, colpo di scena, ti sei messa con Fede. Capivo il motivo della tua scelta, io avevo solo fatto cavolate e la più grande è stata quella di tuo padre, ti chiedo scusa di tutto, perdonami piccola.- piansi sul suo busto, era bello, come sempre - Non mi lasciare niña, porfavor...-Ma in quel preciso istante, il suo battito cardiaco diminuì drasticamente e i medici me la portarono via.
L'ultima cosa che ricordo? Quei battiti che contavano più della mia stessa vita.~~~~
Scusate per il breve spazio autrice.
Ma sto PIANGENDO PER QUELLO CHE HO SCRITTO!!comunque, la Fanfiction è #79 in #watt2019! Facciamola salire!
Vi voglio bene ❤️
Fino alla fine forza Juventus ⚪⚫
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Seven or Ten?
FanfictionElise è la figlia di due medici della Jmedical. Durante un turno di lavoro i suoi genitori perdono la vita per via di un incendio. Elise è a scuola e il presidente della Juventus Football Club decide di mandare un suo giocatore a prenderla. Lei non...