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Vedo avvicinarsi Massimiliano Allegri e Cristiano Ronaldo.

Mi sento svenire.

-Tu dovresti essere Elise.-

-Si signor. Allegri.-

-Che educazione. Ma dimmi quanti anni hai?-

-Né ha quattordici.-
Interviene Dybala.

-Credo sappia parlare da sola.-

-Scusi.-

-No problem. Comunque si ho quattordici anni.-

-Allora credo tu sia abbastanza matura per capirlo.- sospirò. -Vorresti qualcuno a fianco ora? Se no te lo affido io.-

-Non ho preferenze.-

-Ronaldo tu sei con me.-

-Certo perché no.-

Allegri mi condusse sugli spalti dello stadio. Si vedeva tutto. Compreso Dybala che era rimasto pietrificato dopo la scena a cui aveva appena assistito.
Io sorridi timidamente e mi avviai con loro.
Ronaldo era alla mia destra. Altissimo per me e con un fisico scolpito. Era ancora più bello da vicino. Inoltre aveva messo una mano sulla mia spalla e mi sentivo, stranamente, al sicuro.
Ci sedemmo su degli spalti della curva ovest e nn potei non guardare il panorama. Si sederono anche loro e dopo un po' di silenzio frustrante Allegri parlò.

-Oggi è scoppiato un incendio.- guardò il campo.
-È doloroso perdere delle personee dell'equipe ma evidentemente la vita non è stata dalla loro parte.-

-Sta dicendo che i miei genitori sono morti?-

-Sì.-

Feci per aprire bocca ma non ci riuscii. Mi sedetti sconvolta. Nn sentivo tristezza o vuoto ma solo pena e compassione perché sarei stata un peso per qualcuno prima o poi. Mentre il mio respiro diventava affannoso sentii due braccia avvolgermi. Erano calde e possenti. Mi stringevano viino a un petto scolpito e sembrava fatto di marmo. Ronaldo mi stava abbracciando.

-Puoi sfogarti se vuoi.-

Misi la mia testa fra le mani e le appoggiai al petto marmoreo. Piansi in silenzio e lasciai che i singhiozzi si portassero via tutte le risate che ho avuto con mia madre ma lasciai anche che i pianti non mi facessero dimenticare quello che mi ha fatto mio padre.
Feci dei grandi respiri e mi calmai piano. Molto piano. Sentii una mano sulla spalla e mi voltai con il viso rigato dalle lacrime. Il mister doveva dirmi qualcosa. Spero sia una notizia positiva.

-Ti ho preso in custodia. Domani passeremo alla tua vecchia casa per prendere la tua roba.-

-Ma non sarei un peso?-

-Per niente.-

-Grazie. Ma i miei fratelli staranno dalla loro vera madre?-

-Sì.-

-È meglio così.-

Mi alzai e misi le mani in tasca. Ringraziai il signor. Allegri e Cristiano Ronaldo. E mi avviai verso l'uscita. Allegri mi aveva dato un mazzo di chiavi per aprire la porta del mio piccolo appartamento al centre. Ero contenta, certo, ma la mia vita sarebbe tornata normale? Sarei potuta tornare a scuola? Poter parlare con Zoe e confessare tutto?
Io mi ero avvitata all'appartamento numero 10. Come il numero di maglia di Dybala. Presi le chiavi e aprì la porta. Mi trovai in un salone spazioso e luminoso, con ampie finestre che davano su Torino e con numerose stanze. Il divano era a forma di L ed era davanti a una TV enorme. La cucina open space era bellissima e la camera era molto grande.

Sospirai pesantemente e mi avviai al bagno per fare una doccia calda e per iniziare a prepararmi per la serata di oggi.
Mi levai la felpa larga e rimasi in top con dei leggins neri. Il mio fisico non faceva impazzire. Pancia piatta ma non troppo, fianchi nella norma, lato B nella norma e gambe nella norma: ero nella norma.

Seven or Ten?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora