quattordici

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⚠️ LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE PLEASE,
READ AT THE AND OF THE STORY PLEASE!
GRAZIE, THANKS⚠️

Eravamo tornati da Parigi da un paio di giorni e li stavo vivendo con tristezza. Mio padre provava a convincermi a venire agli allenamenti ma io non volevo, avoevo bisogno dei miei spazi prima di partire per l'Inghilterra.
Volevo staccare da tutto.

Sentii bussare e corsi ad aprire, nella speranza che fosse Zoe o Luca. Appena aprii la porta trovai Fede con un pallone in mano e un piccolo sorriso sul volto. Lo guardai con aria interrogativa e lui mi chiese di andare a fare due tiri, non ero in vena e rifiutai.

-Fede, verrei ma, non mi va, aspetto una cosa importante.-, dissi.

-Posso farti almeno compagnia? È da giorni che non esci. Mi sei mancata sai? Paulo aspetta che tu esca.-, disse velocemente.

-Quindi sai già tutta la storia. Se ti ha mandato o Cri o Paulo sappi che non dirò nulla.-, lo feci entrare.

-No, ho deciso io di venire. Dai siediti e dimmi tutto.-

Sorrisi timidamente, dovevo molto a Fede, si era offerto di venire a trovarmi nonostante la mia brutta cera. Mi mise in braccio a lui e gli raccontai tutto, del tradimento e di come mi sentissi, dell'intervista che uscirà tra qualche istante e della mia tensione. Io sapevo che non sarebbe andato tutto bene, magari non sarebbe successo in pieno viaggio ma, forse Cri non fa per me.

La notifica arrivò e io guardai Fede con aria terrorizzata.
Mi calmò lasciandomi un piccolo bacio sulla punta del naso e chiusi gli occhi per un istante. Almeno lui c'era.
Non mi aveva mollato sul momentodel bisogno.
Aprii la notizia e iniziai a leggerla, i miei occhi iniziarono a versare lacrime.

"Mi manca, sempre, è dura separarsi e credo di non esserci riuscito.
E come considera la sua nuova compagna?
Credo che sia solo una cotta, non posso considerarlo amore."

Mi aveva usata, per bene, si era servito dei miei sentimenti. Lui non ha mai provato nulla, servivo solo a far tornare la sua ex.
Sono stata il suo giocattolo per un mese.

-Elise, mi spiace.-

-Supererò anche questa. Scendiamo a cenare?-

Mi guardò con aria interrogativa e io mi sporsi per far incrociare il suo sguardo con il mio e gli dissi tuttoil piano. Se fossi rimasta chiusa in appartamento lui sarebbe salito e sarei stata sola con lui e non volevo.
Il giocatore annuì e mi disse di sistemarmi, in effetti, avevo dei capelli orribili e la mia cera non era delle migliori. Presi la roba e andai a fare una doccia calda.
Uscii e avvolsi il corpo in un asciugamano bianco che arrivava alle ginocchia, misi l'intimo di pizzo nero e indossai dei leggins blu e una maglia nera delle Adidas, ero vestita un po' interista, ma pazienza.

Uscii e Fede cadde su di me. Pesava cavolo. Si voltò e si tennr con gli avambracci, accarezzai la sua guancia e ci guardammo negli occhi per poi sorridere imbarazzati. Mi alzai dopo di lui e ci avviammo dagli altri.

Appena scesi le scale trovai Paulo seduto sui divanetti, preoccupato. Guardava un punto indefinito della stanza e feci per andargli dietro, gli midi le mani sui suoi occhi e Fede disse una frase, lui disse subito il suo nome ma appena toccò le mie mani, le tolse e si voltò sorpreso.

Mi abbracciò e ci avviammo. Entrai e mio padre mi corse in contro e mi mise una mano sulla spalla, mi portò al suo tavolo, lontano da Cristiano.
Salutai Juan e Miralem e mangiammo. Mi mancava l'atmosfera.

Proposero di ballare ma io rifiutai e rimasi al tavolo a parlare. Era interessante parlare con i tecnici, e ascoltai il loro discorso con convinzione e parlavo quando venivo interpellata.

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