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-Si ma non urlare.-

-Ma lo hai visto?-

-Certo.-

Sentii la gioia riempire il mio cuore. Vidi Ronaldo giocare con dei miei compagni come se fossero i suoi. Vidi Bernardeschi esultare perché Matteo aveva fatto goal e Cristiano diede il cinque al portiere.

Incrociai lo sguardo di Cristiano almeno sei volte e continuavo ad arrossire. Temo che i miei compagni abbiano sospettato qualcosa perché Francesco si avvicinò e mi chiese il motivo.
Non seppi rispondere.
Mi giustificai dicendo che non giocavo a calcio e volevo stare in disparte con la mia migliore amica.
Non se la bevve.
Scossi il capo e mia avviai con Zoe sotto gli alberi e mi sedetti su un ceppo. Iniziammo a chiacchierare poi arrivò mio padre e si presentò.

-Ricordati che esci con lui.-

-Si papà. Ma cosa ci fai qui?-

-Cristiano insisteva per vederti.-

-OK. Ma davvero il professore ti ha chiamato?-

-Si.-

-Wow.-

Mi diede le solite raccomandazioni: sta attenta, non accettare niente dagli sconosciuti e cerca di essere forte.
Io sorridevo e infine, non so cosa mi spinse a farlo, lo abbracciai. Fu un abbraccio veloce, stretto e molto sincero. Gli dovevo molto. Lui ricambiò l'abbraccio e mi diede un bacio in fronte prima di avviarsi a bordo campo per fischiare la fine del primo tempo.

-Ma l'ho abbracciato davvero?-

-Si Elise.-

-Svengo.-

Ridemmo e mi sdraiai a terra. Precisamente, sopra la felpa e vidi sporgersi Luca sorridente. Ci guardammo per un po', occhi negli occhi, visi vicini e risate senza motivo.
Cominciammo a ridere dopo che lui era quasi caduto in avanti. Aveva perso l'equilibrio mentre cercava di correre senza prendere i miei capelli. Era proprio pazzo. Mi piaceva il lato di pazzia che c'era in lui ma non era il mio tipo. Almeno, non ora.

-Luca vieni che incominciamo. E lascia in pace Elise.-

-Vi conoscete?-

-Vai. Ne riparleremo più tardi.-

Aveva fatto il mio nome in pubblico. Con i miei compagni di classe e di corso. Per quanto gli voglia bene, lo sapeva che odio stare al centro dell'attenzione. Già gli sguardi erano sospetti, figuriamoci dire il mio nome.
Come dovrei giustificarmi con Luca?
'Esco con lui alle tue spalle perché per ora non sei il mio tipo?'
No troppo duro per me.

Mi alzai e pulii la felpa grossolanamente. Guardai l'ora e decisi di andare in spogliatoio a cambiarmi. Io e Zoe ci avviammo senza farci vedere dagli altri ragazzi, prendemmo la sacca e entrammo nell'edificio.
Zoe che mi passava la roba da vestire e nel frattempo parlavamo di cose completamente casuali.

Sentimmo fischiettare e ci venne un colpo. Era un ritmo dolce e lento. Come 'All of me' di John Legend. Mentre canticchiava sentivo il passo leggero del ragazzo avvicinarsi allo spogliatoio femminile.

-È un maniaco Zoe. Entra presto.-

-Secondo me è solo Ronaldo che si è perso.-

-Niña? Sei qui?-

-Direi che Dybala ti sta cercando. Esco dalla finestra e vi lascio soli.-

-Se vuoi.-

Zoe si alzò, sistemò i suoi capelli in una coda alta e si arrampicò per uscire dal bagno. Mi salutò con un gesto della mano e mi diede una pacca sulla spalla. Presi i miei capelli e li acconciai in una treccia. Mi feci coraggio e aprii la porta ma non c'era nessuno.

Seven or Ten?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora