Mentre ballavo con Sebastian, percepivo lo sguardo di qualcuno addosso.
Non saprei dire di chi, né da dove. Sapevo che era uno sguardo freddo, pieno di rimorsi e fisso.
Soprattutto fisso.
Sebastian iniziò a respirare affannosamente e il suo sguardo si alternava tra me e il fondo della sala. Me e la parete, me e la parete. Poi solo la parete. Mi voltai e vidi due occhi azzurri ma leggermente sfumati di verde, con alcune punte castane vicino all'iride, mi parvero gli occhi di Paulo, ma poi non li vidi più, quel contatto visivo durò si e no tre secondi. Ma il tempo parve fermarsi.-È meglio che vada, è tardi, è stata una bella serata Sebastian.-, dissi raggiungendo Cristiano.
-Ti va di scambiarci i numeri? Ci conosciamo da qualche ora ma sarebbe carino organizzare un'uscita tra amici ogni tanto.-, diventò improvvisamente timido.
-Perché no, ecco, mi mandi un messaggio in mattinata?-, domandai dolcemente.
-Perfetto. Ci vediamo Eli.-, mi salutò abbracciandomi velocemente.
-Ci si becca in giro Seb.-
Salii nella macchina di Cristiano con un sorriso ebete in faccia. Quei quattro secondi sono bastati a farmi toccare le stelle e a farmi sognare, una cosa è sicura, sono proprio cotta. Guardai fuori dal finestrino paonazza, se avessi potuto parlargli, non avrei saputo cosa dirgli, ma pagherei per vederlo ancora sorridere.
Sono impazzita altamente.Scesi dall'auto e salutai Cri con un bacio sulla guancia, lo sentii irrigidirsi, sorrisi sotto i baffi e mi avviai alla villa, mio padre non c'era, era via per lavoro a Genova, sarebbe tornato domani pomeriggio e mi ero organizzata con Luca e Zoe per un giro per le strade di Milano, saremmo partiti da Porta Nuova alle sette e sarei tornata per le sei.
Avevamo molta indipendenza per essere dei quindicenni, ma quando ci eravamo recati in stazione, tre giorni fa, non ci avevamo detto nulla.
Va bene così.
Mio padre era d'accordo, lo vedeva come vantaggio per ambientarmi per la mia futura esperienza a marzo.
Ero emozionata, non avevo mai visto Milano, e visitarla con i propri migliori amici è la cosa migliore.Appoggiai i miei gomiti al tavolo e guardai la bacheca con i miei impegni, mancavano cinque giorni e avrei rivisto Federico, sorrisi.
Sono in vena di sorridere questa sera, ma so, con certezza, che il mio cuore è ancora rotto e deve stabilizzarsi, per quando possa fingere, io sono in bilico, perché amo Paulo ma allo stesso tempo non vedo l'ora di abbracciare Federico.
Ma a pensarli mi viene un vuoto dentro.Mi svestii e misi il mio pigiama invernale, faceva ancora freddo per essere metà febbraio e la stanchezza si stava facendo sentire da un po'.
Mi lanciai sul letto e mi addormentai pochi minuti dopo, non avevo sentito mio padre rientrare ma credo perché si sia fermato a Genova a riposare.Alle sei e mezza, io, Zoe e Luca, eravamo a Porta Nuova in attesa del treno che ci avrebbe portati a Milano. La mezz'ora passò abbastanza veloce, tra una risata e l'altra, il tempo volò velocemente. Salimmo sul treno e prendemmo i nostri posti nella piccola cabina privata che avevo chiesto di prenotare, volevamo un minimo di privacy e agli altri non diede fastidio.
-Milano arriviamo!-, gridò Luca appena vide la stazione del capoluogo lombardo.
-Urla ancora una volta così e ti scaravento fuori dalla finestra.-, lo rimproverai, -Cercate di non dar corda alle altre persone, se no non ci muoveremo più.-, dissi sorridente.
Scendemmo dal treno e prendemmo le nostre sacche, questa giornata era calda e soleggiata, ma del vento soffiava leggero, accarezzando le mie guance. Forse erano loro la cura di tutti i mali.
Paulo's pov.
Questa mattina mi svegliai con un vuoto dentro. A breve Elise sarebbe partita per Firenze, dove c'era Federico, e tutti sanno come stanno le cose.
Federico è innamorato di Elise.
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Seven or Ten?
FanfictionElise è la figlia di due medici della Jmedical. Durante un turno di lavoro i suoi genitori perdono la vita per via di un incendio. Elise è a scuola e il presidente della Juventus Football Club decide di mandare un suo giocatore a prenderla. Lei non...