ventuno

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Vi consiglio di ascoltare "In my blood" di Shawn Mendes.

Elise's pov.

Dopo quest'allenamento decisi di tirare fuori il trolley, dovevo fare le valigie perché tra due giorni sarei andata a Firenze per allenarmi.
La tensione era alta e mi dispiaceva lasciare gli altri per tre settimane e altre tre successivamente, faceva male, in un certo senso, è difficile separasi da qualcosa che è caro.
Eppure la vita è fatta di alti e bassi, di conquista e di separazione, in fondo, tutti i grandi della storia hanno sacrificato qualcosa.
Napoleone, è stato esiliato e ha lasciato tutta la sua famiglia.
Martin Luter King, ha sacrificato la sua vita per i diritti delle persone di colore.
Anche io mi sto separando da qualcosa, ma so che saranno sempre qui, pronti ad accogliermi.

-Sei sicura di voler andare?-, Zoe scoppiò a piangere.

-Ancora? Si, vado, per me è importante, ma tornerò e magari tu potresti venire.-, l'abbracciai.

-Elise, domani partiamo, ti porto io, mi manca la Toscana.-, disse mio padre da sotto.

-Va bene, ma l'accoglienza sarà come le altre?-, improvvisamente mi rabbuiai.

-Si.-, concluse. So che sta sorridendo, gli piace confortarmi.

Misi alcuni abiti eleganti, altri da casa e alcuni da tutti o giorni. Presi i miei libri preferiti e li misi nella tasca del trolley. I trucchi e il resto per il bagno, li misi nel beauty.
Chiusi il tutto e sospirai, ci sarei riuscita? Come avrei fatto? Sarei stata lontana da tutti, non avrei la possibilità di parlare con qualcuno, non conosco nessuno, eccetto lui.
Il mio migliore amico, colui che mi ha sempee aiutata nei momenti difficili, che mi faceva ridere, che mi confortava. Non ci sarebbe stato, avrà di sicuro una fidanzata adesso, magari mi avrà sostituita.

Mi lanciai sul letto e presi la copia di "Orgoglio e pregiudizio" che tenevo nella biblioteca in camera. Lo sfogliai fino a quando trovai il punto in cui ero arrivata, assieme, trovai un altro biglietto.

#2
Tu sei l'unica sostanza, di cui mi farei

Ci impiegai un po' a immagazzinare il tutto, per me è dura capire, non dico che non ci riesca, ma semplicemente, sono confusa, molto confusa.
Non so cosa fare, ogni cosa che faccio mi ricordano loro.
Pauloe Federico.
Sembra che la mia vita giri intorno alla loro, solo che Paulo è più influente rispetto a Federico.

Ore 7.30


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Back to the future

Disattivai i commenti e salii in macchina, indossai gli auricolari e attaccai la playlist che ascoltavo di solito, era con le canzoni di Ed Sheeran, Shawn Mendes e altri così. L'ideale per deprimersi no?

Il viaggio sarebbe durato sulle quattro ore e sarei arrivata là nel primo pomeriggio. L'ansia aumentava man mano che la meta si avvicinava, tanto che mi addormentai, la notte scorsa avevo dormito poco, solo per paura, solite emozioni.
Se potessi spegnerle.

Mi svegliai quando il navigatore disse he mancavano dieci minuti all'arrivo. Spalancai gli occhi di colpo e tirai su la testa preoccupata, mio padre stava guidando, sorridente, sembrava tranquillo. Sorrisi anche io, stiracchiandomi.

-Siamo arrivati.-, canzonò.

Scesi dalla macchina e andai a prendere le valigie, le mani tremavano, ero nervosa e, per concludere in bellezza, ero arrossita.
Mentre sollevavo il trolley sentii una presenza di fianco a me, guardai con la coda dell'occhio e vidi Chiesa.
Dovrei salutarlo?
Non vorrei essere maleducata ma nemmeno troppo aperta, ma non voglio fare la difficile.

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