quattro

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Era solo una notte

Mi ero avviata al bagno. Era un punto di privacy e sinceramente mi girava la testa. Mi appoggiai al muro e iniziai a guardarmi attorno.
Inspira, espira, inspira, espira. Non svenire. Non andare il panico.

Facciamo il punto della situazione. Devo andare a dormire nella casa di un calciatore, o Paulo, o Cristiano.
Mi fido di entrambi anche se il portoghese mi ha detto che Paulo è un po' perverso. Quindi me lo sconsiglia. Ma potrebbe essere così anche lui.

Cristiano o Dybala? Dolcezza o simpatia? Figura paterna o figura di un coetaneo? Amicizia?

Dovevo muovermi. Erano già cinque minuti che mi trovavo in bagno e non avevo la più pallida idea di che cosa fare. Presi il mio telefono e scaricai un'applicazione per estrarre la roba. Feci i due biglietti e attesi che l'app scegliesse. Il telefono vibrò due volte e vidi una notifica e chi aveva estratto l'app.

Da: numero sconosciuto
Sei viva. Stai bene?

A: numero sconosciuto
Sto bene.

Guardai lo schermo del cellulare e vidi che era uscito Dybala. Magnifico.
Tirai su la testa, guardai dall'alto al basso la stanza. Sbuffai e mi alzai. Mi sistemai il vestito e presi la mia borsa. Per poi avviarmi alla porta. Nemmeno il tempo di tirare verso il basso la maniglia che la porta si spalancò.
Dallo spavento mollai la presa e un getto d'aria improvviso mi alzò lievementela gonna.
Me la sistemai e guardai nella direzione dell'uscio.
Erano appoggiati allo stipite della porta, sguardo agitato, lieve velo di sudore sulla fronte e camicia scomposta. Era stato Paulo ad aprire la porta e Ronaldo lo aveva seguito per timore.

-Ma siete scemi?-

-Scusami. Non ti avevo più vista e temevo che te ne fossi andata... comunque hai deciso?-

-Ehm... visto che non riuscivo a scegliere ho estratto a sorte. Paulo passo da te la notte.-

-Saggia scelta niña.-

-Solo perché ha estratto a sorte.-
Il portoghese alzò gli occhi al cielo e mise le braccia al petto. Era turbato. Sono troppo ingenua per capirlo e non mi importa molto di alcuni problemi sinceramente.

-Avete l'ora? Il mio telefono è scarico.-

-Sono le 23 e ci vorrà almeno un'ora prima di arrivare a casa mia. Ci conviene andare.- L'argentino mi porse la sua mano per farmi uscire come le dame di una volta.

-Certo. Saluto mio padre e arrivo.-

-Non farle del male. Ha solo quattordici anni.- sospirò. -Buona notte piccina.-

Si avvicinò e mi abbracciò. Ricambiai l'abbraccio e mi strinse a sé mettendo le mani sui miei fianchi. Io appoggiai la testa sul suo petto. Sentii il suo respiro e mi rilassai. Decisi di sciogliere l'abbraccio e scesi le scale lasciando il giocatore a braccia aperte e con un sorriso sul volto.

-Odiami per quello che sto per chiederti.-

-Cercherò di esaudire la tua richiesta.- sorrisi.

-Ma questa tua simpatia per Cristiano?-

-Allora, a proposito di questo ci tengo a precisare alcuni punti. Primo, mi ricorda una figura paterna e credo che sia una sua intenzione.
Secondo, un abbraccio non significa nulla.
Terzo, sei geloso?-

Seven or Ten?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora