ғ ɪ ʀ s ᴛ

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Forse lui era solo un sogno, forse lui non esisteva davvero ma era solo nella mente di Jimin per quanto lui appariva perfetto agli occhi del giovane.

Più passava il tempo e meno riusciva a concentrarsi su qualcosa che non fosse la figura di Yoongi, tanto che cominciava realmente a chiedersi se egli non fosse solo un essere sovrannaturale creato dalla sua immaginazione fervida.

Era semplicemente divino, lo guardava spesso, ogni qualvolta i due avevano lezione assieme, ormai i suoi tratti erano a lui così familiari che anche solo chiudendo gli occhi poteva figurarsi il ragazzo davanti a sé.

Contemplava sempre i suoi capelli bianchi, che teneramente gli incorniciavano il viso minuto e che molte volte nascondevano i suoi occhi scuri e dai toni leggermente spenti.
Rare volte essi avevano incrociato quelli del minore, forse perché era molto attento a non farsi scoprire, o forse perché Yoongi era seduto nei banchi davanti al suo e non osava voltarsi o nemmeno guardare ai lati del suo corpo o di quello del suo compagno di banco.

Stava rannicchiato la maggior parte del suo tempo, chino sul foglio bianco davanti al suo viso latteo che, anche quando solo qualcuno si sporgeva verso di lui per chiedergli una misera penna, si colorava di un tenue rosa sugli zigomi.

E a quel punto Hoseok, così doveva chiamarsi il suo amico, gli massaggiava le spalle per farlo rilassare, per fargli capire che era tutto apposto, anche se Jimin non comprendeva il motivo di tutta quella premura.

Non lo aveva mai notato, Yoongi non l'aveva mai colto mentre lo stava guardando, era sempre stato così, ma a lui andava bene fintanto che poteva bearsi della sua vista.

Ma non quella volta.

Mentre il volto del più piccolo era comodamente appoggiato sul palmo della sua mano, vide la testa del maggiore voltarsi lentamente verso di lui.
In un primo momento non ci fece caso, ma si dovette riprendere quando vide il labbro inferiore dell'altro tremare davanti alla sua vista, quando lo vide arrossire fino alla punta delle orecchie, quando lo vide supplicarlo con lo sguardo di smetterla, di finire quel contatto visivo prima che potesse succedere alcunché.

Ma lui non riuscì a farlo. Rimase come imbambolato, mentre vedeva il maggiore alzare e abbassare il petto con violenza, guardandolo mentre andava nel panico.
Non riuscì, però, nemmeno a sorridergli per tentare una vana rassicurazione, perché venne interrotto dalle parole urlate di Hoseok.

❝Professore! Yoongi sta avendo un attacco di panico, devo portarlo in infermeria❞ si precipitò a dire, ad alta voce, riscuotendo Jimin dai suoi pensieri.

L'ultima cosa che Yoongi vide di quella classe fu il viso interrogativo e preoccupato di Jimin, prima di venir spinto fuori dalla classe dal suo amico.

A silent noise » pjm.mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora