ᴛ ʜ ɪ ʀ ᴅ

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Jimin si girò nella direzione di provenienza della voce, ritrovandosi davanti il compagno di banco di Yoongi.

❝Posso esserti utile?❞
chiese, inclinando la testa da un lato:
forse era lì per parlare di quello che era appena successo?

❝Sì, in effetti sì❞
esordì, passandosi quasi nervosamente una mano sul retro del collo
❝Vedi, ecco, te lo dirò in parole povere: smetti di fissare Yoongi❞

Il minore rimase colpito dalla durezza nel suo tono di voce, a quanto pare non era passato davvero inosservato se pure lui se n'era reso conto. Nonostante ciò, non capiva cosa ci fosse di male.

Arrossì vistosamente, abbassando leggermente il capo.
❝Scusa?❞

❝Hai sentito bene, devi smetterla di fissarlo❞

❝P-perché? C-C'é qualcosa di male in quello che ho f-❞

❝Park❞
lo interruppe l'altro, alzando pure una mano nella sua direzione
❝questo non ti deve riguardare, dovresti vivamente smetterla, non hai visto cosa è successo per causa tua?❞

Il biondo rimase spiazzato, nuovamente, non credeva davvero di essere stato lui la causa di quell'attacco; avrebbe voluto controbattere, parlare ancora ma si trattenne, limitandosi a muovere la testa in segno di assenso.

❝Bene, ci vediamo❞
e detto ciò, si mosse nella parte opposta, tornando nella camera di infermeria con qualche snack, sorprendendo Yoongi in piedi, sullo stipite della porta.

❝Hyung? Cosa ci fai in piedi? Potresti svenire❞

Ma l'altro non fece caso alle sue parole, piuttosto, si voltò a guardare Jimin, rimasto pietrificato nel corridoio.
Certo che era proprio strano, nemmeno comprendeva per quale motivo lo avesse guardato per così tanto tempo, per quale motivo qualcuno avrebbe dovuto ammirare proprio lui?

Venne riaccompagnato fino al lettino, e successivamente messo a sedere, ma il maggiore appariva piuttosto irrequieto, e questo non sfuggì all'attenzione dell'amico, che lo richiamò.

❝A cosa pensi?❞

❝Hobi, cosa ti ha detto?❞
mormorò, dondolando le gambe nel vuoto tra lui e il pavimento, tenendo lo sguardo fisso sulle proprie mani.

L'interessato rimase piuttosto confuso, non credeva che all'altro potesse importare di quel ragazzo, che non aveva praticamente mai nemmeno visto se non a scuola.
❝Ha detto che va bene, che la smetterà, si è scusato❞

L'altro annuì semplicemente, rimettendosi sdraiato, dando la schiena all'amico.
Ricordava l'attacco di panico di quel giorno, ma c'era una spiegazione, lui sapeva perché era andato nel panico, ma non lo avrebbe detto.

Non oggi. Non a lui.

Era rimasto leggermente deluso, se proprio doveva dirlo, era rimasto deluso dal fatto che quel ragazzo avesse deciso di lasciarlo stare.
Ma del resto, probabilmente non era stato nulla, a quel Park non importava nulla di lui, com'era giusto che fosse, d'altronde lui non era niente e tale sarebbe rimasto.

ᵉ ˢᵒⁿᵒ ᵃˡ ᵗᵉʳᶻᵒ ᶜᵃᵖⁱᵗᵒˡᵒ, ⁿᵉ ʰᵒ ᵖʳᵒⁿᵗⁱ ᵃˡᵗʳⁱ ⁱⁿ 
ʳᵉᵃˡᵗà ᵐᵃ ᵃⁿᵈʳò ᶜᵒⁿ ᶜᵃˡᵐᵃ, ⁿᵒⁿ ˢᵒ ˢᵉ ⁿᵉ 
ᵖᵘᵇᵇˡⁱᶜʰᵉʳò ᵘⁿᵒ ᵃˡ ᵍⁱᵒʳⁿᵒ, ᵖᵉʳ ᵃᵈᵉˢˢᵒ ᶠᵃʳò ᶜᵒˢì, ᵐᵃ ⁿᵒⁿ ᵖʳᵒᵐᵉᵗᵗᵒ ᵘⁿᵃ ˢᵗᵃᵇⁱˡⁱᵗà ⁿᵉˡˡᵃ 
ᵖᵘᵇᵇˡⁱᶜᵃᶻⁱᵒⁿᵉ.
ᵖᵉʳ ᵃᵈᵉˢˢᵒ, ᵐⁱ ᵖⁱᵃᶜᵉʳᵉᵇᵇᵉ ˢᵃᵖᵉʳᵉ, ˢᵉ ᵃˡᵐᵉⁿᵒ 
ᵘⁿ ᵖᵒᶜʰⁱⁿᵒ ˡᵃ ˢᵗᵒʳⁱᵃ ᵛⁱ ⁱⁿᵗᵉʳᵉˢˢᵃ~

A silent noise » pjm.mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora