ғ ɪ ғ ᴛ ʜ

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La tenera luce dell'alba fece storcere gentilmente il naso a Yoongi, sepolto sotto tre coperte calde.
Il freddo era sempre stato un suo punto debole, si sentiva molto più al sicuro sotto una coltre di tessuto.

Mugolò a bassa voce, alzandosi di malavoglia e vestendosi come il sonno che lo assaliva meglio glielo permetteva, spostandosi verso la cucina, incontrando il sorriso raggiante di Hoseok, che aveva già preparato lui la colazione.

❝Buongiorno, mezzo assonnato come al solito vedo❞
ridacchiò, osservando la figura minuta del suo migliore amico sedersi con poca eleganza sulla sedia davanti a lui, sorridendo ad una scena così tenera, come del resto Yoongi era sempre stato per lui.

Si perse ad ammirarlo, richiamato dalla voce bassa dell'altro.
❝Hoseok...che succede?❞

❝Oh niente, andiamo pure❞

❝Chim...hai notato come ti sta guardando quello?❞
gli mormorò Taehyung all'orecchio, indicandogli una figura dall'altro lato del corridoio.
Jimin si girò verso la direzione indicata dall'amico, scontrandosi con l'espressione burbera di Hoseok, che lo stava fissando peggio di un toro pronto a colpirlo.
Subito accanto a lui, invece, un'altra persona, più bassa di statura, che aveva appena puntato gli occhi su Jimin.

Non appena gli occhi dei due ragazzi si immersero gli uni negli altri, i brividi percorsero il corpo di entrambi, portandoli ad arrossire e a spostare altrove la propria attenzione, uno per l'imbarazzo e l'altro poiché non era riuscito a sostenere lo sguardo che si erano scambiati.

Il rosso, ovviamente, si accorse di ciò che era appena avvenuto, prese per un polso il maggiore, stracinandolo in classe prima che potesse ribattere.

Jimin sospirò
❝visto? Mi odia, e non so nemmeno perché...voglio dire, non ho fatto niente di male❞

Taehyung lo guardò pensieroso
❝Non lo so...però ho visto che Yoongi ti ha guardato, è una buona cosa
no?❞

❝No, penso sia solo perché ieri è successo quel "fattaccio". Dai, io vado in classe, ho arte adesso, ci si vede dopo❞

E con questo, si mosse verso la propria classe, sedendosi poco davanti a Yoongi, nell'unico posto rimasto, evitando di guardare il rosso o il maggiore, per evitare ulteriori figure.

Mano a mano che la lezione andava avanti, il ragazzo dai capelli bianchi si sentiva sempre più a disagio.

"Perché non riesco? Perché non posso solo muovere liberamente la mano? Se qualcuno mi sta fissando...no per piacere, ho bisogno di calma"

I suoi movimenti non erano mai fluidi quando si trovava in mezzo alle persone, avrebbe solo desiderato essere nella stanza di musica a suonare tranquillamente il suo pianoforte, lontano da tutti, lontano da chi poteva rivolgergli un'occhiata stranita per i suoi comportamenti, lontano da chi poteva chiedersi come mai non riuscisse a concentrarsi con dei possibili sguardi addosso, come mai si trovasse così a disagio nel muoversi liberamente con un semplice pennello in mano.

Nel riflettere con tanta rabbia su tutto ciò (pensieri che in realtà lo torturavano spesso) finì per avvertire un "crack" nelle sue mani.
Mosse lo sguardo verso il basso, constatando che il suo pennello si era appena distrutto.

Un brusio si alzò in tutta la stanza e ora tutti erano girati verso di lui con interesse e curiosità.

"Perché? Perché mi fissano tutti?"

Non voleva tutti quegli sguardi addosso, non li voleva assolutamente.

Si sentì a disagio, fino a che non vide con la coda dell'occhio un braccio allungarsi fino al suo cavalletto.
Alzò la testa lentamente, intrecciando per un momento gli occhi con quelli di Jimin, che aveva appena poggiato il suo pennello per lui, perché potesse usarlo al posto del suo, appena rotto.

Avrebbe davvero voluto ringraziarlo, ma non riuscì a dire niente, si permise solo di intravedere il piccolo sorriso che il minore gli aveva rivolto, prima di girarsi di nuovo verso il suo dipinto.

Arrossì. Park Jimin gli aveva appena sorriso.

A silent noise » pjm.mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora