s ᴇ ᴄ ᴏ ɴ ᴅ

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Il suo corpo venne attentamente adagiato sulla brandina della piccola stanza dell'infermeria.
L'ambiente era molto rilassante, il bianco delle pareti non era oppressivo, e la luce che filtrava dalle tende opache della finestra faceva luccicare il verde delle piantine sistemate sugli scaffali appesi al muro, visione così pacata che lo fece rilassare un poco, mentre Hoseok si sedeva accanto a lui, per tenergli la mano.

❝Come ti senti?❞

Yoongi girò lievemente la testa verso di lui, abbozzando un sorriso piuttosto piccolo.
❝I-Io...sto bene, credo di star bene sì❞

❝Hyung, cosa è accaduto? Come mai to sei agitato così?❞
chiese, accarezzando con il pollice il dorso vellutato della mano del maggiore.

❝M-Mi stava guardando, e-e così sono entrato nel panico, non riuscivo a muovermi❞
mormorò a bassa voce, annuendo un pochino.

Il rosso assunse un'espressione piuttosto confusa, avvicinandosi leggermente a lui, per sentirlo meglio.
❝A chi ti riferisci?❞

Il maggiore, si girò dall'altra parte, verso la finestra, guardando il giardino perfettamente ordinato del campus, e osservando placidamente i ragazzi che siedevano sulle panchine attorno alla fontana.

Come poteva fargli una domanda del genere? Lui lo guardava sempre, era già da un po' che si era reso conto del suo sguardo, ma precedentemente era stata irrilevante come cosa, solo qualche occhiata di tanto in tanto, ma da qualche giorno avevano iniziato a intensificarsi, mettendolo sempre più a disagio.

❝Park Jimin❞

Hoseok prese ad accarezzare con più dolcezza la sua mano, sorridendo affettuosamente.
❝Ah, il ragazzo seduto accanto a Lou, capito di chi parli.
Se vuoi gli parlo più tardi, gli dirò di non farlo più, così potrai stare più tranquillo va bene?❞

Il ragazzo guardò nuovamente il suo migliore amico, non accennando a muovere nemmeno un muscolo, limitandosi a osservarlo, prima che chiudesse gli occhi.

Il minore si alzò in piedi, lasciandogli un bacio veloce sulla testa, sussurrandogli di rimanere qui, che lui sarebbe andato a comprare qualcosa alle macchinette, mentre la campanella suonava la fine della lezione.

Jimin, dal canto suo, non aveva ben compreso cosa era realmente accaduto, ma di sicuro si sentiva in colpa. Cosa aveva fatto di male?
Avrebbe voluto parlare con lui, chiedergli se lo avesse ferito o quant'altro, ma non sapeva esattamente la collocazione dell'infermeria, per cui la sua ricerca sarebbe stata vana.

Eppure, l'immagine delle labbra di Yoongi, della sua espressione terrorizzata, riconfermavano che qualcosa in quel ragazzo, lo smuoveva dall'interno, lo attraeva e lo legava a lui.
Lo rendeva felice il vederlo, il poterlo ammirare e, anche se devastante, il ragazzo aveva comunque dato lui una reazione.

Certo, non avrebbe mai voluto una simile espressione in risposta ai suoi sguardi, ma perlomeno si era accorto di lui, era già un passo avanti.

Ma ogni suo pensiero venne nuovamente interrotto da una voce nel corridoio.

<<Ehi, sei Jimin giusto? Dobbiamo parlare un momento>>

A silent noise » pjm.mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora