ғ ᴏ ᴜ ʀ ᴛ ᴇ ᴇ ɴ ᴛ ʜ

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Rimase a guardare i due, portandosi una mano sul cuore e stringendo il tessuto della felpa pastello, dandosi dello stupido mentalmente.

Perché aveva pensato anche solo per un momento che Yoongi potesse non essere con Hoseok?
In fondo lo sapeva, avevano un ottimo rapporto, e di sicuro non poteva sperare di avere le sue attenzioni così di punto in bianco, nemmeno si conoscevano praticamente.

Si girò, prendendo i libri dall'armadietto e avviandosi, senza aspettare Taehyung che ancora parlava, verso la sua classe, sconfortato.

❝Ah, hai visto che faccia aveva Park quando ci ha visto?❞
Il rosso rise, scuotendo la testa come a dire "ma guarda questo che razza di stupido", ma Yoongi non rise.

Non rise assolutamente, anzi, in un certo senso era dispiaciuto per lui, perché in fondo lui non aveva fatto niente di male, era così gentile, perché Hobi doveva attaccarlo così?

❝Lascialo stare su, perché ti interessa tanto? Vivi e lascia vivere, non ha fatto niente di male❞
Borbottò sottovoce.

Hoseok lo guardò, quasi spazientito dalle sue continue repliche in favore del ragazzino.
❝Ma tu da che parte stai hyung?❞

Parve pensarci un pochino, ma quasi subito si affrettò a dare la risposta.
❝...la tua, mi sembra ovvio❞

❝Beh, a me invece non sembra poi così ovvio❞
Replicò l'altro, assieme ad un'occhiata poco amichevole.

Yoongi arrossì per l'imbarazzo, non voleva litigare con il suo migliore amico, ma Jimin non aveva fatto davvero nulla di male. Ma in quel momento, era più importante il loro rapporto, quindi si affrettò ad abbracciare il rosso.

❝Scusami, non ricapiterà❞

Hoseok sorrise, lasciandogli un bacio sulla testa, dicendo lui di non preoccuparsi.
Ed era questo quello che Park non avrebbe mai avuto, i loro bellissimi momenti di intimità.
Non avrebbe mai permesso a quel ragazzino di dividerli, né tantomeno di rubargli il suo Yoongi, perché era convinto che in suo confronto, l'altro non poteva avere alcuna speranza.

Quel pomeriggio, terminato il corso di letteratura, dove, stranamente, Jimin non si era visto, Yoongi uscì dalla classe a braccetto con il rosso, mentre discutevano di cosa avrebbero dovuto fare quella sera.

❝Oh cacchio!❞
Esclamò il più grande, battendosi una mano in fronte e un'espressione confusa da parte dell'amico.
❝Ho dimenticato la felpa in palestra, vado a prenderla e torno❞

❝Sicuro che non vuoi che ti accompagni?❞

❝Giuro, ci metto due minuti❞
E detto ciò corse via.

Si fermò dopo aver percorso due rampe di scale, perché il fiato cominciava a mancargli e perché ormai era quasi vicino.
E sarebbe certamente andato avanti, se ad un tratto non avesse sentito qualcosa:
dall'aula a dieci passi da lui, proveniva una voce un po' ovattata, ma comunque ben udibile, che intonava una dolce melodia.

"I want to be your light, baby, you should be your light, so you won't hurt anymore, so you can smile more.
I want to be your night, baby, you could be your night.
I'll be honest with you tonight"

Molto distintamente, riusciva ad udire ogni singola parola pronunciata da una vocina così angelica e serena, così carica di sentimento e di passione, così travolgente ed invitante, che Yoongi non riuscì a non avvicinarsi per vedere chi già sapeva di incontrare.

Attraverso la porta semichiusa, poté bearsi della visione di Jimin era seduto su un pianoforte, con le gambe penzoloni e lo sguardo rivolto per terra, mentre i suoi occhi chiusi, evidenziavano le contrazioni del viso ad ogni nota prodotta.

Aprì ancora di poco la porta, giusto per vederlo meglio, giusto per accertarsi che non fosse una visione, che non fosse un sogno dal quale avrebbe desiderato non svegliarsi, perché quella voce lo aveva incantato, perché aveva trovato pace nella sua melodia.

Ma quando la porta cigolò, gli occhi del ragazzo si spalancarono, e così quelli di Jimin, che lentamente si erano aperti, prima di puntarsi verso la figura del più grande.

❝Hyung?❞

A silent noise » pjm.mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora