ᴛ ᴡ ᴇ ɴ ᴛ ʏ ɴ ɪ ɴ ᴇ ᴛ ʜ

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Quella notte, Jimin ebbe come pensiero fisso solamente ciò di cui Tae gli aveva parlato e di come comportarsi di conseguenza.
Ora che sapeva che l'attacco di panico era stato causato veramente da lui e che non era stata una trovata di Hoseok, e adesso che era cosciente che ogni volta che provava ad avvicinarlo scatenava in Yoongi una serie di reazioni negative che lo mettevano in allarme per farlo scappare lontano da lui, motivo per il quale si chiedeva cosa avrebbe potuto fare per lui.

Era forse meglio smettere di provare ad avvicinarsi?
Ma in fondo era stato proprio il maggiore a dargli il suo numero di telefono per messaggiarsi, quindi forse almeno un minimo a lui era interessato.
Almeno così sperava.

Quella notte quasi non chiuse occhio, troppo occupato a riempire la sua testa di interrogativi senza risposta, troppo preso dal figurarsi l'espressione terrorizzata di Yoongi dipinta con tristezza sul suo viso di porcellana, che lui avrebbe voluto cancellare con un solo piccolo bacio su quelle labbra perennemente screpolate  dal nervosismo.
Ad un tratto, poi, prese ad accarezzarsi la mano che aveva stretto quella infreddolita del più grande alla festa dell'anno lunare, ricordando nitidamente quanto fossero state perfette per essere tenute da lui.

Si addormentò con l'immagine del suo sorriso in viso e non si svegliò fino alla fine di quella che pareva essere stata una lunga notte.

Bel frattempo, Yoongi ignorava totalmente il discorso che Hoseok gli stava facendo, guardando con occhi vuoti e privi di emozioni lo schermo del telefono.

Nessuna notifica.

Nessun messaggio.

Nessuna scritta "Jiminie~" sul sho schermo.

Erano due giorni che non si scrivevano e lui non aveva minimamente osato farlo, troppo preso dalla paura che il minore si fosse già annoiato di lui e della sua compagnia.

Del resto chi non lo faceva? Pochissime persone gli erano rimaste accanto, troppo infastidite dalla sua mancanza di sicurezza, dal suo problema nel parlare e dalla sua estrema e talvolta imbarazzante (come aveva sentito dire a qualche suo compagno di classe) timidezza.

E forse Jimin si era davvero stancato di lui.
Eppure lui ogni giorno si ripeteva che non era innamorato del più piccolo, che infondo era solo amicizia, ma allora perché quel dolore lancinante al petto arrivava ogni volta che pensava che lui non lo volesse, o ogni volta che credeva non lo avrebbe mai potuto abbracciare, oppure, ancora, ogni volta che si figurava un rifiuto o un suo "no, ma scherzi?" alla sua proposta di uscire insieme?
Perché faceva così male pensare di non essere ricambiato?

E fu allora che lo vide:
Jimin era in silenzio accanto a Taehyung, testa bassa e occhi fissi sul pavimento, che talvolta si alzavano assieme alla testa in uno sbadiglio sempre molto delicato, e a quel punto era possibile notare le sue occhiaie.

"Non ha dormito stanotte? Che gli sarà successo?"

Come se lo avesse richiamato, il minore incrociò giusto in quel momento il suo sguardo, spalancando gli occhi subito dopo con un movimento che a Yoongi parve lentissimo, ed in quel momento, poté udire soltanto il suo respiro affannoso e non più le parole a vanvera di Hoseok.

Aveva passato quelle giornate senza sentirlo e senza nemmeno vederlo, visto che era come se lo stesse evitando, senza che lui ne capisse il motivo.
Si soffermò molto sulle sue occhiaie, sulle sue iridi castane chiaro chiaro che anche da lontano riusciva a vedere piuttosto nitidamente, e sui suoi capelli biondi, che sembravano così morbidi da accarezzare e con una così dolce fragranza che per lui sarebbe stato un sogno poterlo sentire da vicino.

Jimin, del resto, era perso anche lui a guardarlo, osservando l'adorabile timidezza del maggiore e il suo rimanere a fissarlo con così tanta insistenza e paura, probabilmente, anche se non sapeva minimamente a che cosa fosse essa dovuta.
Nonostante gli piacesse, non poteva fare a meno di pensare a cosa fare.
Infondo non poteva andare lì e parlargli, avrebbe solo fatto salire su tutte le furie Hoseok, e non poteva nemmeno messaggiarlo, sarebbe stato troppo brutto.

A salvarlo fu il suono della campanella che lo spinse a muoversi verso la propria classe, mentre Yoongi veniva trascinato da Hoseok verso la sua aula.
Entrambi si guardarono un'ultima volta e il più grande deglutì a fatica:
Cosa poteva fare per provare ad avere un contatto con lui?

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capitolo di passaggio

A silent noise » pjm.mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora