Capitolo 11 - pt. 2

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"Cassandra, Cassandra svegliati. Ti prego, Cassie!" sta piangendo Zoe accanto a me "Oddio Cassie!".

La tiro verso di me e l'abbraccio nascondendo la testa fra i suoi setosi capelli biondi.

"Stavi urlando e piangendo nel sonno!" continua a dirmi, ma non riesco ad ascoltarla. Le emozioni di quel giorno mi hanno travolta di nuovo e il vuoto che si stava piano piano riempiendo si è svuotato nuovamente.

Mi fa male la gola quando cerco di parlare "Ho... quella notte... i...oddio Zoe!" biascico scoppiando a piangere.

"Tranquilla, era solo un sogno... solo un brutto, orribile sogno!" dice, cercando di rassicurarmi. Senza successo.

"No. Non lo è, vorrei che lo fosse, ma non lo è. È la realtà, la pura schifosa realtà!" urlo e la mia mano, quasi inconsciamente, stringe il ciondolino intorno al collo.

"Lo so..." sussurra piangendo anche lei e stringendomi ancora di più, accarezzandomi i capelli, come farebbe una madre con la propria figlia.

Questo è troppo per me e non riesco a sopportarlo, non oggi almeno.

"De-Devo uscire..." balbetto staccandomi dall'abbraccio "Cassie, ti prego, parlami!" dice Zoe guardandomi, gli occhi ancora lucidi per le lacrime.

Prendo una felpa e l'iPod "Stai tranquilla, sto bene. Ho solo bisogno di aria, era solo un brutto sogno, no?" dico fingendo un sorriso e chiudendomi la porta alle spalle.

Infilo le cuffie e metto la riproduzione casuale, non mi interessa che canzone sia basta che mi faccia pensare ad altro.

Voglio solo che questo maledetto vuoto che si è riformato dentro al mio cuore se ne vada, si riempia una volta per tutte.

La canzone parte...

Kiss me hard before you go
Summertime Sadness
I just wanted you to know
That baby, you're the best.
I got my red dress on tonight
Dancing in the dark in the pale moonlight
Got my hair up real big beauty queen style
High heels off, I'm feeling alive.

La canzone adatta. Ritiro ciò che ho detto, mi interessa che canzone sia quindi recupero l'iPod mentre Lana Del Rey continua a cantare e una lacrima mi scende lungo la guancia. Lotto contro la tasca della felpa.

Adesso doveva incastrarsi sto coso, dannazione!

Finalmente riesco a prenderlo e a cambiare canzone. La canzone che segue è ciò che mi ci vuole. Metto il volume al massimo cosicché i miei pensieri vengano fermati dal vibrante suono della batteria. Non m'interessa delle parole della canzone, mi preoccupo solo di seguire il ritmo della batteria e basta. Il cantante urla in modo rabbioso e mi piace, perché alla mia mente viene completamente impedito di lavorare.  

Cammino per quelle che sembrano ore, ascoltando musica spacca-timpani e meditando sul suono della chitarra. Dio se mi manca suonare, ma non posso. Non avrebbe più senso ora che...NO, Cassandra non farlo. Ma è troppo tardi, mi siedo sulla prima panchina che trovo e piango. Piango i ricordi che ho rivissuto, piango per il fatto di non riuscire ad andare oltre, piango perché sto piangendo troppo. Non faccio altro che piangere da quanto due, tre mesi? Mi dico di smetterla ma non ci riesco e allora piango. Ma sì, vaffanculo. Piango finché non ho più lacrime da versare e sapete una cosa? Mi sento meglio adesso.

Mi asciugo le guance e mi guardo intorno. Dove diavolo sono? 

Prendo il cellulare dalla tasca e, sfiga vuole che non ci sia campo. E adesso come faccio?

Cerco di ripercorrere mentalmente il percorso che ho fatto senza capire come tornare indietro. Una sagoma nera sbuca dal nulla e il mio cuore comincia a battere in modo preoccupante. Nella mia mente continuo a ripetermi di stare tranquilla, che non succederà niente e intanto la figura nera mi si avvicina, sto per tirargli un pugno in faccia quando lo riconsco "Austin, che ci fai qui?" urlo e il mio cuore riprende a battere normalmente.

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