Capitolo 10

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"Piccoletta, ma mi stai ascoltando? Ehi, Cassandra!" dice Austin risvegliandomi dalla trans.

"Ehm..sì, scusa! Ero persa nei miei pensieri!" dico ancora non del tutto nel presente.

"Si può sapere che c'hai? Son due ore che fissi quel quaderno. Che ha di tanto speciale?" chiede Zoe prendendomelo di mano.

Cazzo! "Zoe, ridammelo! Subito!" urlo sporgendomi verso di lei, seduta dal lato opposto al mio della tavola in mensa.

"Non. Ci. Credo! Ancora? Quel ragazzo non ti lascerà perdere facilmente!" dice guardandomi come se fossi la ragazza più fortunata del mondo. Ma dico : scherziamo? Le mancano solo gli occhietti a cuoricino e il quadretto è completo.

"Io, sinceramente, spero si stufi in fretta! Mi sto stancando già di lui. E sono passati quanti? Due giorni? Tre? È lunatico. Cambia umore come niente, prima dice A e poi B. Prima è dolce e mi scrive bigliettini e poi diventa una testa di cazzo. Davvero, io non lo capisco proprio!" dico riprendendomi il quaderno.

"Ma..è così maledettamente dolce! E dovevi vedere come ti guardava stamattina in caffetteria, pareva ti mangiasse con gli occhi!" dice con l'espressione trasognata di chi sta progettando chissà quali progetti. Aspetta, io so che sta progettando. "Non provarci nemmeno!" urlo.

Lei mi guarda con il solito sguardo da innocentina "A fare cosa? Non sto facendo assolutamente niente!" dice con un sorrisino malefico stampato in faccia.

"Invece sì! Conosco quello sguardo e non promette mai niente di buono!" dico puntandole l'indice contro.

"Una delle due sarebbe così gentile da spiegarmi che cazzo sta succedendo qui? Perché non ci sto capendo niente!" sbotta di colpo Austin. Merda! Mi ero scordata della sua presenza.

"Amore, tu sei in classe con i Morgan a biologia, o sbaglio?" dice Zoe rivolta al suo ragazzo. Brutta stronza lo sta facendo. Non ci credo.

"Sì. Sì, perché?" chiede Austin sorpreso dalla domanda postagli dalla sua ragazza.

"Con tutti e due?" chiede insistente Zoe, beccandosi un calcio da parte mia sotto il tavolo "Ahia!" urla fulminandomi con lo sguardo "Per quale diamine di motivo lo hai fatto?" chiede massaggiandosi il punto leso.

"Lo sai il perché!" dico ricambiando lo sguardo. Austin passa da guardare me a guardare Zoe, come se fosse ad una partita di tennis, partecipando come spettatore alla nostra sfida di sguardi incendiari.

"Mi volete dire che cazzo succede?" sbotta Austin stufo di non capirci più niente.

"Succede, che la tua ragazza deve sempre intromettersi in cose che non la riguardano!" dico cercando di controllare una rabbia che non sapevo di nutrire, continuando a mantere il contatto visivo con quest'ultima.

"Non mi sto intromettendo. Sto solo cercando di aiutarti, Cassandra!" quasi urla, attirando l'attenzione di qualche studente. Bene! Mi mancava la sceneggiata in pubblico. Ma se è ciò che vuole..."Nessuno ti ha chiesto di farlo!" urlo di rimando prendendo le mie cose e alzandomi. La guardo, cercando di farle capire con gli occhi tutto ciò che non riesco a dirle.

Mi da fastidio quando le persone cercano di combinarmi, perché è questo che stava cercando di fare. Stava organizzando un fottuto appuntamento a quattro : lei, Austin, io e Kian.

Non capisce che non voglio uscirci con quel cafone, strafottente e perennemente mestruato di Kian. Non voglio. Già sta cosa dei bigliettini e le frasi dolci, che hanno un peso maledettamente alto, mi stanno scombussolando i pensieri e ciò mi infastidisce. Manca solo che la mia migliore amica mi combini un appuntamento con quel Playboy da strapazzo. Perché è ciò che lui è : uno stramaledetto, egocentrico, playboy. E io ne ho abbastanza di ragazzi come lui.

Le lacrime mi pungono gli occhi, minacciano di scendere da un momento all'altro e quindi afferro la mia borsa e corro via. Cerco disperatamente l'iPod dentro la borsa e appena lo trovo ficco le cuffiette e accendo la musica al massimo. Non posso piangere, non ancora. Non faccio altro che quello. Piangere, piangere e piangere. Avevo promesso di essere forte e devo essere forte. Dove cazzo ho lasciato tutta la sicurezza che avevo? Ah, giusto. Probabilmente per terra quando ho sbattuto la testa.

Stringo la catenina e un'ondata di sicurezza mi avvolge. Come se mia madre e mio padre mi stessero abbracciando per farmi capire che loro ci sono e ci saranno sempre nel mio cuore. Riesco a tranquillizzarmi, ma una voce riporta il nervosismo e la rabbia nel mio organismo..."Piccola, tutto bene?" chiede Kian togliendomi una cuffietta e mettendomi una mano sulla spalla. Quel maledetto contatto mi manda in tilt il sistema nervoso, in una maniera che non comprendo. Come se il suo tocco mi infondesse una scarica di calma e rabbia mischiate insieme. Non saprei come spiegarmi meglio. Allontano la sua mano dalla mia spalla, perché la sensazione che provo quando mi tocca mi spaventa.

"Magnificamente! E non chiamarmi in quel modo. Non chiamarmi in nessun modo!" rispondo abbandonandomi alla rabbia. È più facile prendersela con Kian.

"Volevo solo sapere come stavi! Ho sentito la discussione fra te e Zoe, volevo assicurarmi che tu stessi bene..." dice con dolcezza. Ho quasi voglia di....di....di prenderlo a schiaffi finché non sputa sangue. Come diavolo fa? Dio Santissimo Benedetto!

"Te l'ho detto : Sto che è una meraviglia!" dico fingendo un sorriso "Ora se hai finito, vado in camera mia! Ciao!" dico avviandomi verso la camera ma lui mi ferma, di nuovo!

"Aspetta..." dice prendomi per il polso.

"Che vuoi?" chiedo brusca e lui ride. No, ma...seriamente? "Sei così buffa quando fai l'arrabbiata!" dice mettendomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

"Non toccarmi!" dico con voce tremante. Fanculo lui e l'effetto che ha su di me.

"Perché?" chiede sorridendo e avvicinadosi di più a me, accarezzandomi una guancia.

"Smettila!" cerco di dirlo in modo sicuro ma...con scarsi risultati "Perché sennò che mi fai?" chiede avviciandosi pericolosamente. Gli allarmi dentro il mio corpo urlano "Pericolo!" a gran voce.

"Ti ho già schiaffeggiato una volta, non costringermi a farlo di nuovo!" dico ritrovando un po' della mia sicurezza.

"Mmm...violenta la ragazza, mi piace!" dice facendo scivolare la mano dalla guancia alla spalla, accarezzandomi tutto il braccio. Il suo tocco mi fa rabbrividire e il mio cuore batte impazzito.

"Kian..." dico appoggiando una mano sul suo petto muscoloso e cercando di spingerlo via, senza troppa convinzione.

"Dimmi!" dice quasi in un sussurro avvicinandosi ancora di più, la distanza tra noi è minima.

"Io non sono una delle tante!" gli dico e facendo appello a tutta la mia forza lo spingo via e me ne vado lasciandolo lì, inebetito, a guardarmi andare via.

Un sorrido di trionfo mi si forma sulla faccia, ma...purtroppo, porto ancora i segni del SUO di trionfo, ovvero la pelle d'oca e il batti cuore. Davvero, quel ragazzo mi farà impazzire.

Destinazione : AMORE!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora