11.

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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Post concerto.

Guardai Andrea andare via con la sua auto, mentre Sofia teneva il braccio sulle mie spalle.

«E quindi ti sei limonata Andrea.» commenta di nuovo, fingendo di essere sorpresa. Alzo le spalle, portando poi lo sguardo su Federico che parlava con Marco che intanto fumava la sua sigaretta. «Ho detto, ti sei limonata-»

«Ho capito!» la interrompo alzando le mani. «Ero presente in quel momento, capisci?» domando ironica e lei si posiziona davanti a me con le braccia incrociate.

«E com'è andata?» domanda curiosa, facendomi alzare di nuovo gli occhi al cielo. «Dico, com'era? Bravo?»

«Si è bravo, ma non mi interessa più di tanto, poi ora è andato via.» rispondo indicando la strada ormai vuota. «Il problema ora è, dove dormo?»

«Puoi dormire di nuovo da me.» afferma Federico rigirandosi le chiavi dell'auto tra le mani. «Andiamo?»

«Non ho scelta.» rispondo sussurrando e sembra quasi rimanerci male, tanto che Sofia mia pizzica il braccio quando mi avvicino per salutarla.

«Sei una stronza.» sussurra Marco mentre mi abbraccia ed io faccio il verso ad entrambi. Stronzi loro. Seguo Federico in auto e come sempre, mi aspetta un viaggio molto silenzioso. Quando arriviamo a casa i suoi cani gli saltano letteralmente addosso e sorrido.

«Io li porto a fare un giro, tu fai come se fosse casa tua.» dice mettendo il guinzaglio ad entrambi, poi esce di casa. Sospiro, raggiungendo velocemente la sua camera per rubarmi ancora una volta una la sua felpa. Appena mi guardo allo specchio mi vedo completamente diversa, avevo baciato il mio migliore amico e questa cosa non mi piaceva per niente. Andrea era carino, dolce, sarebbe stato il ragazzo perfetto se solo non risultasse per me strano, ci conoscevamo da quasi sempre e l'idea che potessi piacergli ed io non lo sapessi mi confondeva. Mi infilai subito sotto le coperte dopo la doccia e sentivo il profumo di Federico ovunque, ovviamente.

«Hai preso già posto.» commenta Federico, risvegliandomi dai miei pensieri così da aprire gli occhi.

«È comodissimo questo letto.» commento sorridendo, mentre lui si spoglia davanti ai miei occhi. Altro che concerto, era questo il vero spettacolo di questa sera. Alzai il lenzuolo così che non potesse vedermi mentre lo ammiravo e quasi avevo voglia di richiamarlo quando prese la tuta e andò in bagno per farsi la doccia.

«Come mai non sei andata con il tuo ragazzo?» domanda curioso, facendomi risvegliare. Mi girai verso di lui e lo trovai seduto accanto a me con il cellulare tra le mani.

«Non è il mio ragazzo, in realtà non so nemmeno perché mi abbia baciato.» rispondo, poggiando di nuovo la testa sul cuscino.

«Tra due giorni è il mio compleanno, vuoi venire?» domanda curioso, portando lo sguardo su di me per qualche secondo.

«Io domani parto per una sfilata, mi dispiace un sacco.» dico sospirando e lui annuisce, tornando a guardare il cellulare appena vibra di nuovo.

«Torno tra poco.» sussurra prima di rispondere a telefono ed alzarsi dal letto. Sospiro, prendendo il mio cellulare per mandare un messaggio a Sofia.

Alessia:
Che cazzo regalo a Federico

Sofia:
Non voglio essere volgare

Alessia:
Hai 5 minuti per trovare un idea oppure ti blocco

Sofia:
Mi hai detto che avete più o meno dei gusti musicali simili, perché non te lo porti al Milano Rocks?

Alessia:
Brava, ora li prendo. Tu che stai facendo?

Sofia:
Quello che dovresti fare tu con Federico.

Alessia:
Dormire?

Sofia:
....lascia stare.

Alessia:
Ma non ti stava antipatico?

Sofia:
Forse diventi più dolce, che ne sai.
Sei acida in questo periodo.

Alessia:
Domani non ti porto proprio con me.

Sofia:
Mi faresti un favore.

Alessia:
....sono io quella acida?

Sofia:
Sto scherzando, anche perché ho io i biglietti, senza di me rimani in aeroporto.

Alessia:
Spero che tu faccia quello che devi fare perché sei proprio antipatica, ciao.

Sofia:
Buonanotte acida.

Chiudo la conversazione con Sofia e cerco subito ticketone, così da prendere il pass anche per lui. Appena mi arriva l'email di conferma sospiro, guardando l'orario: ormai sono due ore che sta fuori la camera. Decisi di lasciar perdere il cellulare e di sistemarmi sotto le coperte per addormentarmi.

A blessing in disguise; Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora