34.

1.7K 102 6
                                    

Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Comunque vada con te.

Appena Federico esce con la sua tuta mi prende per mano e mi conduce verso la sua macchina, ma approfitta del parcheggio vuoto per poggiarmi con la schiena contro l'auto per tornare a baciarmi, facendomi sorridere

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Appena Federico esce con la sua tuta mi prende per mano e mi conduce verso la sua macchina, ma approfitta del parcheggio vuoto per poggiarmi con la schiena contro l'auto per tornare a baciarmi, facendomi sorridere. Le sue mani tornano al posto precedente, cioè nei miei jeans e gemo quando torna a stringere la presa.

«Ti sono mancata, per caso?» domando ironica e lui sorride lasciandomi un bacio sul collo prima di lasciarmi andare, così da farmi salire in auto. Appena usciamo noto che i fan sono aumentati e lo lascio fare le foto con i fan cercando di non dargli fastidio.

«Amori che siete!» commenta una ragazza appena mi vede e sorrido salutandola con la mano, facendo sorridere pure Federico. Dopo un paio di minuti ci liberiamo e porta il piede sull'acceleratore, arrivando quasi a mettere la sesta marcia in città pur di arrivare a casa.

«Mi fai vedere questa maglia?» domando appena entriamo in casa e lui annuisce raggiungendo la sua camera dopo aver salutato i suoi cani. Sistemai il mio borsone vicino al divano e guardai il programma della sua dieta, sempre più triste, poi controllai i suoi mobili e trovai con piacere varie schifezze che adoravo mangiare. «Hai fatto la spesa.»

«Eccola qui.» mi riprende posando la maglia sul tavolo e mi guarda, quasi come se aspettasse la mia approvazione. Mi avvicinai velocemente molto curiosa e notai subito che era perfetta. «Ti piace?»

«Mi piace molto, dovresti essere molto orgoglioso perché la indosso solo per te!» rispondo alzandomi sulle punte per baciarlo e lui subito mi prese per i fianchi per farmi salire sul tavolo. Portai le mani sulle sue spalle, godendomi tutte le sue carezze quando le sue mani si infilarono sotto la mia maglia. «Sei nervoso?»

«Sono terrorizzato e non dovrei. Il mister oggi mi ha fatto capire che sarò in squadra martedì ed io ho paura di non farcela.» risponde sospirando. Portai subito le mani sulle sue guance per accarezzare la sua pelle liscia. «Per questo ti volevo con me, sono nervoso in questi giorni.»

«Fede sono qui ora e sarò qui anche dopo la partita.» dico spostandogli i capelli corti che gli ricadevano ancora bagnati sulla fronte. «Comunque vada con te.»

«Se non avessi fame ti ucciderei di baci.» ammette mordicchiandomi il labbro inferiore, poi si allontana aiutandomi a scendere dal tavolo. «Devo ancora perdonarti per lo scherzo.»

«È stato bellissimo.» ammetto preparando la pasta per me e le solite verdure per lui. «Ma quando mi porterai a cena cosa mangerai?»

«Chi dice che ti porterò a cena?» domanda abbracciandomi da dietro, controllando ciò che preparavo. Il suo respiro sul collo quasi mi metteva ansia ed il battito del mio cuore accelerò subito. «Mi dai un bacio?»

«Ci stiamo baciando da due ore, da quando sono arrivata.» rispondo portando la testa sulla sua spalla, facendomi coccolare dai suoi baci.

«Che fine ha fatto quel tuo amico?» domanda Federico spostandosi, facendomi sbuffare, poggiandosi sul bordo della cucina affianco a me. «Quello che hai baciato al concerto.»

«Non lo sento da allora e mi hai ricordato che forse dovrei chiamarlo.» rispondo pensierosa, girandomi poi per cercare il mio cellulare.

«Perché devi chiamarlo?» domanda portando la mano nella tasca dei miei jeans, così da tirarmi verso di lui, era fissato. «Stiamo bene, così.»

«Era il mio migliore amico è strano che non si faccia sentire.» rispondo ancora, girandomi verso di lui portando le mani sul suo petto. «Sei molto carino da geloso.» sussurro strofinando il naso contro il suo collo mentre lui mi tiene stretta a lui. Aveva proprio ragione, se non avessi avuto fame mi sarei concessa una lunga sessione di baci e coccole.

«Ti ha mangiato la faccia quella sera, che schifo.» commenta alzando gli occhi al cielo facendomi ridere. «Vuoi dire che è più bravo di me? Diamine sembrava un cane con il suo giochino preferito.»

«Non preoccuparti amore, sei molto bravo baciare.» dico lasciandogli un bacio sul naso e lui sorrise. Era strano come potesse essere così bello e così dolce allo stesso tempo, era un mix di tutto.

«Come mi hai chiamato?» domanda curioso e lo guardo confusa mentre lui mi poggia contro il muretto della cucina. «Dammi un bacio, amore mio.» continua avvicinandosi a me, portando di nuovo le labbra contro le mie. Nella mia mente si ripeteva la sua voce che mi chiamava amore mio e non potevo far altro che sorridere.

«La pasta.» dico allontanandomi di poco e lui annuisce, lasciandomi un altro bacio prima di allontanarsi. «Prepara la tavola, invece di toccarmi il culo.» continuo spostando la sua mano dal mio fondoschiena. Lui ride ma obedisce silenziosamente aspettando che io finissi di cucinare.

«Inizio ad abituarmi ad averti in giro per casa e mi piace.» dice portando la sedia accanto a me per mangiare e sorrido. Guardo i nostri piatti completamente diversi e mi resi conto che noi eravamo esattamente diversi, io ero molto più piccola di lui, odiavo lo sport e pigra da morire, eppure stavamo così bene insieme.

A blessing in disguise; Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora