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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

I tatuaggi fatti in carcere.

«Sembri una che è fuggita da casa

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«Sembri una che è fuggita da casa.» commenta stringendo il colletto del mio giubbotto di jeans. «Questi occhiali?»

«Smettila di sfottermi che tu sembri quei tipi dei libri trash con il giubbotto di pelle, gli occhiali ed i tatuaggi fatti in galera.» dico indicando il suo abbigliamento, che in realtà non mi dispiaceva affatto. «Sei un cafone, guardati.»

«Smettila che ho fame.» dice portando il braccio sulle mie spalle mentre mi trascina fuori la stazione. Appena arriviamo nella sua auto mi passa il cellulare. «Puoi mettere l'indirizzo di questo posto nel navigatore?»

«Certo.» rispondo, facendo subito ciò che mi chiede. Proprio come l'ultima volta mentre ho tra le mani il suo cellulare arriva un messaggio di Veronica. «Ti è arrivato un messaggio.» lo informo, volendo sapere cosa aveva da dire ora. Non riuscivo a capire cosa stavamo facendo, però per me questa era una frequentazione.

«Puoi leggere che dice? Dovrebbe essere Veronica, è una mia amica.» dice e sembra tranquillo mentre guida, forse non era la sua ex e avevo tratto conclusioni troppo affrettate.

«Ti ha mandato una foto di due vestiti, sembrano private forse è meglio non scorrere.» dico bloccando istintivamente il suo cellulare per restituirlo. Conclusioni affrettate un cazzo, avevo sempre ragione perché le foto che avevo mandato erano abbastanza provocanti.

«Private? È pazza?» domanda ironico accostando subito sulla destra, recuperando poi il cellulare dalle mie mani per controllare. «Ma è vestita.» afferma dopo aver guardato velocemente il cellulare, come se fosse abituato a vedere quelle foto.

«Non sono foto che io manderei ad un mio amico.» ribatto alzando le spalle e lui continua a ridere, riprendendo poi a guidare.

«Quindi non mandi nemmeno una foto?» domanda curioso e capisco che non si tratta più di foto vestite, ma di altro.

«Non mi è mai capitato, se ti interessa saperlo.» rispondo imbarazzata guardando fuori dal finestrino. «E comunque non manderei certe foto ad un mio amico.»

«In realtà è la mia ex, ma siamo ancora amici.» ammette uscendo dall'auto e sospiro seguendolo. «Però è una foto completamente vestita.» aggiunge appena entriamo nel bar.

«Di certo non te l'ha mandata per farti vedere i vestiti che indossava.» commento ironica facendolo ridere. Mentre lui risponde alla sua 'amica' io guardo il bar e resto quasi incantata dai dettagli creati con i fiori e come tutto si confonda bene con i libri ed i vinili.

«In realtà me l'ha proprio mandata per farmi vedere i vestiti.» ripete ridendo, posando finalmente il cellulare sul tavolo. «Cosa vuoi mangiare?»

«Io sinceramente prenderei tutto, ci sono gli involtini con la cioccolata.» leggo eccitata indicandoli sul menù, facendolo ancora una volta ridere. «Guarda le crêpes come sono belle.» continuo indicando il piatto di una ragazza affianco a noi.

«Credo prenderemo tutto?» domanda curioso indicando il cameriere che lentamente si stava avvicinando, facendomi letteralmente venire l'ansia.

«Decidi tu, non ce la faccio.» ammetto lasciandogli il peso della scelta e lui annuisce. Mentre il cameriere e Federico controllano il menù io prendo il cellulare, notando che stranamente Sofia non aveva mandato nessun messaggio eppure in giro sui siti di gossip già giravano le foto mie con Federico dove mi abbracciava alla stazione e teneva il braccio sulle mie spalle.

«Sai che sei molto carina con questi occhiali enormi?» domanda interrompendomi, facendomi sorridere. «Che guardavi?»

«Notavo che ci hanno fatto delle foto, domani sicuramente mi chiederanno qualcosa.» rispondo sbuffando, posando il cellulare. «E poi la mia amica ha rotto temporaneamente con il suo fidanzato e ancora non mi ha chiamata.»

«Temporaneamente?» domanda curioso, spostando finalmente i suoi stupidi occhiali da sole così da farmi vedere i suoi meravigliosi occhi.

«È sempre così, un continua tira e molla, si mettono insieme e poi si lasciano finché lui non torna a chiedere perdono.» rispondo.

«Che bello l'amore, nemmeno me lo ricordo.» ammette sotto voce ma viene interrotto dal cameriere che ci porta il cibo che farebbe venire l'acquolina solo a vederlo.

«In che senso non te lo ricordi?» domando curiosa, mentre assaggio i pancake dal suo piatto. Federico sorride, perché sto mangiando tutto quello che mi capita sotto gli occhi. Si alza sistemando la sedia affianco la mia, così da portare il suo piatto vicino al mio.

«È da un po' che non faccio niente, non sento niente.» risponde immergendo le fragole nella cioccolata. «Vuoi?» domanda portando la fragola proprio sotto il mio naso, così la morsi senza pensare alle conseguenze.

«Come hai dormito ieri sera?» domando curiosa, mentre bevevo il mio cappuccino. Mi persi per pochi secondi a guardarlo mentre mangiava e mi sentii un peso al cuore, non capivo perché già sentivo il desiderio di stargli vicino sempre mentre lui continuava a non sentire niente.

«In modo terribile, è stata una partita schifosa e quando sono tornato a casa ho trovato Spike che non stava bene e voleva uscire, ho dormito forse due ore.» risponde sbuffando e quasi mi sento in colpa per avergli chiesto di venirmi a prendere alla stazione alle nove del mattino.

«Non è giusto che tu non abbia occhiaie.» commento ironica ma vengo interrotta dal cellulare: Sofia. «Finalmente, stavo per chiamare i carabinieri. Posso sapere che fine hai fatto?»

«È tornato e stiamo in un hotel meraviglioso! Tu dove stai? Vieni a trovarci, c'è una piscina al coperto.» risponde e sento dal telefono che sta sorridendo.

«In realtà io sono a Torino.» ammetto allontanando il cellulare dall'orecchio quando inizia ad urlare la notizia. «Taci!» la interrompo mentre Federico riprende a ridere.

«Divertiti!» afferma poi chiudendo subito la chiamata. Poso il cellulare sul tavolo ed alzo gli occhi al cielo quando Federico continua a ridere: che stronzo.

A blessing in disguise; Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora