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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Maluma.

(perdincibacco che gnoccone)

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(perdincibacco che gnoccone)

Mentre aspettavamo che Maluma uscisse ed iniziasse il suo concerto, io bevevo il mio amato spriz e Federico parlava con un suo compagno di squadra, anche lui lì con la fidanzata, come Sofia e Marco che non si allontanavano nemmeno un secondo.

«Sei da sola?» domanda un ragazzo che si avvicina a me con un bicchiere di birra. Dai suoi occhi si capisce subito che era completamente ubriaco. Alzo velocemente la mia mano dove indosso un anello simile a quelli di fidanzamento e lui alza le mani, lasciandomi di nuovo da sola. Controllai l'orario e sbuffai, mancavano ancora venti minuti, così decidi di prendere il cellulare dalla mia tasca e controllai Instagram.

«Ti stai annoiando?» domandò una voce maschile proprio accanto al mio orecchio. Mi girai di scatto e rimasi sorpresa quando vidi Andrea. «Se non ci fossi io!»

«Sei la mia salvezza.» ammetto incrociando le braccia dietro al suo collo e lui porta le sue mani dietro la mia schiena. «Stavo per buttare il bicchiere per terra e prenderne un pezzo per tagliarmi le vene.»

«Ho notato che sei circondata da persone molto socievoli.» commenta indicando tutto il gruppo di persone che mi circondava. «Lui è Federico, giusto?» domanda indicandolo, mentre lui si avvicina a noi.

«Tutto bene?» domanda curioso quando Andrea porta il suo braccio sulle mie spalle. Io annuisco, aspettando che sia Andrea a prendere parola, dato che io non ho idea di cosa dire.

«Sono il suo ragazzo.» ammette porgendo la mano verso di lui ed io spalanco gli occhi. «O meglio, non ancora ma ci sto lavorando.» continua e Federico gli stringe la mano sorpreso, poi viene richiamato dal suo amico e si allontana.

«Sei un coglione!» dico girandomi verso di lui, cercando di non sembrare troppo furiosa. «Se solo avessi avuto un minimo di possibilità, l'hai appena distrutta.»

«Non sai come ragioniamo noi uomini, ci interessano più le cose irraggiungibili che quelle servite su un piatto d'argento.» mi spiega lasciandomi un bacio sulla guancia. «Mi ringrazierai.» sussurra poco prima che finalmente iniziasse il concerto. Anche se eravamo proprio davanti al palco, dove non dovrebbe esserci molta gente data la divisione dei biglietti in tre categorie, la gente iniziò ad avvicinarsi al palco. Ritrovai Federico proprio di fianco a me mentre parlava con la ragazza del suo amico, che intanto l'abbracciava da dietro è probabilmente le sussurrava la canzone all'orecchio. Dall'altro lato invece c'era Sofia che si strusciava letteralmente contro il cavallo di Marco e pensai che a breve lo avessero fatto sul bancone del bar. «Concentrati sul concerto.» dice Andrea al mio orecchio ed io riporto lo sguardo sul cantante, dato che guardavo insistentemente Federico che si divertiva, senza nemmeno guardarmi per un secondo.

«Balliamo?» domandai girandomi verso Andrea e lui annuisce, tirandomi più vicina a lui per ballare proprio come stavano facendo Sofia ed il suo ragazzo. Decisi di lasciar totalmente perdere ogni pensiero che mi girava per la testa e di godermi finalmente questo concerto, che non potevo rovinare per una svista presa per un ragazzo che nemmeno conoscevo. Trascorsi tutto il tempo ballando e divertendomi, cantando le canzoni e facendo commenti su Maluma mentre si cambiava la maglietta proprio sul palco.

«Yo no necesito un GPS, pa' llegarte siempre donde estés.» canta Andrea mentre mi tira verso di lui, portando la fronte contro la mia. «No soy fotógrafo pero en mi cámara posa.» continua poi dopo poco, facendomi l'occhiolino. «Mándame una foto que motive, que me vuelva loco y que me active.» sussurra prima di lasciarmi un bacio all'orecchio e sorrido, incrociando di nuovo le braccia dietro il suo collo. Ora non so se stava fingendo oppure faceva sul serio, ma la situazione iniziava a piacermi e non volevo privarmi di una sensazione così. «Déjame dártelo, yo quiero dártelo. Parte por parte, voy a secuestrarte, no me digas que no.» continua, prima di portare le sue labbra contro le mie. Inizialmente mi sembrò strano, lui era il mio migliore amico da quattro anni e se tutto ciò fosse stato vero io non mi ero mai resa conto di niente. Eppure ero confusa, non capivo se stesse fingendo eppure continuai a baciarlo, portando le mani tra i suoi capelli.

«Trovatevi una stanza!» urla ridendo Sofia portando la mano sulla mia spalla per farmi allontanare.

«Guarda chi parla.» commento alzando il dito medio, dando di nuovo le spalle ad Andrea che mi abbraccia, portando la testa sulla mia spalla, guardando il resto del concerto.

A blessing in disguise; Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora