Passò circa una settimana dal mio incontro con Jungkook: durante questi sette giorni avevo continuato a vederlo con regolarità, un giorno sì e uno no proprio come avevamo deciso.
Andavamo nel piccolo rifugio che aveva citato pochi giorni prima, un posticino modesto e accogliente, con un divanetto di pelle e un bancone contenente qualche bottiglia d'acqua e frutta fresca; tutto ciò di cui avevamo bisogno.Mi parlava di come suo padre stesse cercando di cambiare la gestione del regno, di come provasse a creare nuove leggi e accontentare le decine di richieste degli abitanti di Anaris. Mi diceva che negli ultimi tempi c'era un via vai molto forte, i generali, i soldati e i funzionari si facevano in quattro pur di adempiere al meglio il loro dovere.
Capivo che non doveva essere per niente facile avere nelle mani la vita e le condizioni di migliaia di cittadini...capivo anche la preoccupazione negli occhi di Jungkook quando me ne parlava.
Dopotutto, le peggiori rivoluzioni erano avvenute in quel lasso di tempo, cioè quando l'equilibrio nel castello si inclinava e non era più protetto come quando si trovava nella sua migliore forma.
Lo ascoltavo senza dire niente, sia per farlo sfogare sia perché la sua voce mi trasmetteva relax, era come una melodia fatta appositamente per non cadere nella paura delle difficoltà.Tra me e il principe di Anaris le cose erano tornate alla normalità; c'erano sempre carezze, tenere parole sussurrate all'orecchio con voce dolce e innamorata, occhiate fuggevoli. Era come se non fosse accaduto niente, come se non mi fossi mai spostata in un'altra città. Così bello, così irreale da sembrare un sogno.
Quanto mi sarebbe piaciuto svegliare di nuovo accanto a lui, dopo aver consumato una notte d'amore nelle calde lenzuola del suo letto, dopo esserci annusati proprio come le prime volte...lo consideravo come un compito, un fine a cui dovevo arrivare impiegando tutte le mie forze.
Perché io ci sarei tornata lì, oh sì se sarei fuggita.Ovviamente, e purtroppo, non potevamo andare oltre un bacio; il tempo poteva scadere da un momento all'altro, perciò al termine di esso sarei dovuta scappare il più veloce possibile per rientrare al regno.
Avevamo deciso con molta cura i giorni e il modo con cui vederci: di notte la maggior parte delle persone dormivano, soltanto i soldati di pattuglia erano svegli a girovagare per il perimetro della città...dunque di problemi non ce n'erano.Certo era che, se Anaris avesse avuto un governo rigoglioso come la natura che offriva ai visitatori, non avrebbe dovuto sopportare quei problemi e tutto sarebbe andato liscio come l'olio, la città avrebbe vissuto nell'armonia più completa e non nel timore di un attacco inaspettato.
Minhyuk aveva assunto un atteggiamento più appiccicoso nei miei confronti; mi seguiva ovunque, si accertava che fossi sempre lì vicino e solamente la notte mi lasciava in pace. Anzi che aveva smesso di insistere sul fatto di dormire nello stesso letto...
Nella nuova città le cose non erano cambiate: era tutto tranquillo, gli affari andavano benissimo e si respirava un'aria meravigliosa. Affari, su affari su affari...
Come se avessero un reale bisogno di soldi, come se il Regno non fosse già più che benestante, concentravano la maggior parte delle loro forze sui commerci con gli altri territori.Sapevo che questi soldi servivano per pagare i soldati che ogni giorno prestavano il loro servizio per limitare ogni mossa violenta e per evitare gli scontri, anche per i cittadini, per gli animali...però secondo me non serviva stipulare così tanti contratti economici.
Quella mattina in particolare, vidi nelle espressioni del Re e di Minhyuk una sorta di felicità che non avevano mai avuto prima, o che io, per lo meno, non avevo mai notato.
Il Re, dal canto suo, era ogni volta molto gentile con me. Aveva il sorriso stampato sul volto ventiquattro ore su ventiquattro, si preoccupava sempre per la mia salute, domandava in continuazione se mi servisse qualcosa e persino mi comprava dei nuovi vestiti. Mi piaceva ricevere regali, ma solo se fatti dalla persona giusta...
Molte volte sperai che Minhyuk avesse il carattere del padre, almeno una minima parte. Ma ahimè non era possibile. Mi saltavano i nervi anche solo quando lo vedevo che usciva dalla sua camera per raggiungerci nella sala e consumare il primo piatto quotidiano, con quella sua aria strafottente.
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~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~
FanfictionDove Jungkook è il principe di una terra, chiamata Anaris, e i suoi genitori decidono di mettere al suo fianco, per servirlo, una serva di nome EunMi. ✔ Storia in prima persona ✔ Storia etero ✔ Scene di sesso e violenza (+18) ✔ Momenti tristi ✔ Fat...