Capitolo 20

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La mattina seguente, la nostra sveglia fu rappresentata dai raggi del Sole, che ci vennero a disturbare nel sonno tramite il riflesso del vetro della finestra, messa proprio davanti al letto.

Mormorai qualcosa di incomprensibile e mi mossi, mugolando infastidita.
Mi trovavo sopra qualcosa di morbido e duro allo stesso tempo, che si alzava e si abbassava ad un ritmo rilassante e tranquillo, indisturbato e addormentato.

Aprii gli occhi e alzai lo sguardo verso l'unica persona accanto a me: avevo il viso poggiato al petto di Jungkook, che ancora aveva gli occhi chiusi e dormiva beato, come se la luce del Sole per lui non fosse un problema.

Sorrisi dolcemente a quella vista; sembrava un bambino, in quelle condizioni. Le labbra schiuse e tenere messe un po' come a chiedere un bacio, i capelli arruffati e castani che gli scendevano sugli occhi e le ciglia che facevano una leggera ombra sulle guance.
Era bellissimo, come sempre del resto.

Portai una mano sulla sua spalla e lo scossi, nel primo tentativo di svegliarlo dal riposo.

"Jungkook? Svegliati"

Ma niente, non mi rispose neanche con un mezzo mugolio.
Provai una seconda volta, facendo più pressione...nulla.
Alla fine, mi avvicinai col viso e gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra.

"Svegliati..." mormorai accanto al suo orecchio.

Vidi le sue palpebre tremare, poi mosse un dito e aprì finalmente gli occhi, alzandoli su di me e riservandomi il primo sorriso della giornata.

"Finalmente ti sei svegliato" risi, alzandomi dal letto e stiracchiandomi.

Anche lui si stiracchiò, solo che, a differenza mia, sbadigliò talmente forte da farmi trasalire.
Scoppiai poi a ridere, porgendogli una mano.

"Dai, dobbiamo raggiungere gli altri per fare colazione. Poi ce ne andremo"

"Arrivo" annuì raggiungendomi, uscendo assieme a me dalla camera.

Scendemmo le scale e, una volta arrivati alla reception, diedi le chiavi alla donna e successivamente, assieme al mio fidanzato, andammo nella sala da pranzo per mangiare il primo pasto.
Ci sedemmo allo stesso tavolo della sera precedente, negli stessi posti.
Le pietanze erano state servite da poco, c'era ancora il fumo che usciva dal cibo.

"Buongiorno" salutai per prima, mangiando.

"Giorno" rispose Johyun. "Sbrighiamoci a mangiare. Prima partiamo, prima arriviamo a destinazione"

Acconsentimmo alla richiesta con un cenno d'assenso col capo, quasi come se fossimo delle macchinette che sapevano fare solo quel movimento.

Dopo aver mangiato, quindi, ci alzammo dai nostri posti e ce ne andammo. Raggiungemmo il carro, sistemato sotto ad un tetto cosicché non prendesse la pioggia o la neve. I cavalli erano già stati attaccati al carico, visto che i gestori della locanda erano a conoscenza della nostra partenza.

Dopo esserci sistemati, Jungkook fece partire la carrozza con una frustata non molto forte alle groppe dei cavalli da soma. Sentivo le zampe delle creature che battevano sulla terra in dei schiocchi regolari e veloci, mi rilassava pensare a quel suono come un rumore pacifico, in contrasto con lo scopo movimentato e irrequieto del nostro viaggio.

Sospirai, alzando lo sguardo al cielo: era privo di nuvole, ma non c'era neanche il Sole a dare un po' di luce al firmato...
Era presente solo un leggero vento, che faceva spostare le foglie degli alberi e li portava a scorrere l'uno sull'altro.

Diedi, anche, uno sguardo alle guardie di fianco a noi: l'espressione seria regnava sui loro visi, segnati dalla preoccupazione. Le sopracciglia erano corrugate, le labbra increspate e serrate, le mani strette che impugnavano le redini dei loro fidati destrieri e le spade dalla lama affilata legate al fianco sinistro. La custodia che batteva contro il tessuto dei loro pantaloni creava un suono ovattato, uno dei pochi che facevano eco nell'aria.

~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora