Capitolo 24

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Sorrisi sollevata, mossi le gambe per correre da lui. "Jungkook-"

Non riuscii a pronunciare l'intera frase, perché mi sentii afferrare dalla vita. Percepii la schiena sbattere contro qualcosa, che creò un tonfo sordo.
Trattenni ancora una volta il respiro, cercai di dimenarmi, ma più mi muovevo e più non riuscivo a inalare ossigeno.

Capii la situazione: Hoseok aveva stretto un braccio attorno al mio collo e mi teneva bloccata a sé, mentre puntava il coltello verso Jungkook.
Questo era rimasto fermo al centro della sala, a non molta distanza da noi. Aveva le mani in avanti, muoveva dei piccoli passi.

"Non ti avvicinare, o la uccido davanti a te!" Gridò il maggiore.

Posò la lama fredda del coltello contro la pelle del mio collo, fece una leggera pressione per far capire che non aveva buone intenzioni.
Chiusi gli occhi e portai leggermente il alto il collo, iniziando a singhiozzare spaventata.

"Shh piccola, non piangere. Passerà presto" sussurrò Hoseok al mio orecchio.

Sentivo il suo alito caldo contro di me, mi dava una sensazione bruttissima di ribrezzo e schifo. Se al posto suo ci fosse stato Jungkook, avrei avuto delle emozioni completamente contrarie.

"Hyung! Lasciala andare, sistemiamo l cose io e te" provò il mio ragazzo, avvicinandosi ancora.

Mentre lui tentava di persuaderlo, portai le mani sul braccio che mi teneva e lo strinsi, provando a staccarlo; ma, non avendo molta forza, lui riuscì senza difficoltà a respingermi.
Allora, tentai il tutto per tutto.

Con uno scatto, morsi la sua carne più forte che potevo, finché non mi fecero male i denti.
Hoseok mi lasciò immediatamente urlando dal dolore: per la seconda volta, ero riuscita a recargli una ferita molto grande e dolorosa.

Scappai verso Jungkook, ma un improvviso dolore acuto e penetrante alla schiena mi fece cedere le gambe; mi ritrovai a terra, sentivo urlare il mio nome però non riuscivo a capire nulla.

"EunMi!"

Riuscii a distinguere la voce di Jungkook, poi un paio di braccia forti che mi sollevarono dal pavimento.
Ero frastornata, ma vedevo bene ciò che erano accanto a me.

Il mio ragazzo mi posò a terra, appoggiata al muro; non appena si allontanò da me, vidi che le sue mani erano coperte di sangue. Sgranai gli occhi, mi mossi di scatto e una fitta mi trafisse le ossa, costringendomi a posare la testa alla parete dietro di me.

Sospirai deglutendo, spostando lo sguardo a Hoseok.
Pareva aver superato lo shock iniziale, adesso si stava avvicinando a Jungkook, il coltello che mi aveva ferita era puntato contro di lui.

"D-dietro le spalle, attento" sussurrai, in tempo.

Il principe si voltò e gli assestò un pugno prima che potesse far brillare la lama; quindi, gli fece cadere dalle mani l'arma, e calciò questa per mandarla lontano da loro.
Iniziarono un combattimento corpo a corpo, il tempo sembrava non passare mai.

Intanto, io mi ero spostata di qualche passo.
La larga ferita alla schiena non mi permetteva di compiere molti movimenti, ma a me bastava poter camminare correntemente.
Continuavo a perdere sangue, questo mi bagnava i vestiti e mi rendeva più pesante; camminai, uscendo dalla stanza.

Percorsi un lungo corridoio, fatto di legno scuro e adornato da qualche quadro scheggiato o rotto. Le piccole colonne che reggevano gli angoli erano sprovvisti di alcuni pezzi, addirittura della porzione che li collegava al soffitto.

Mi fermai un secondo, feci una smorfia di dolore e recuperai un po' di ossigeno, poi ricominciai a muovere veloce le gambe per cercare una qualsiasi arma che mi avesse potuto aiutare.
Aprii la prima stanza chiusa che mi ritrovai davanti: era una camera da letto, completamente vuota.

Anche la seconda e la terza erano delle camere da letto. Cercai in quelle mura un coltello o una spada, in lungo e in largo senza trovarne una minima traccia.
Alla fine, esasperata, calciai le coperte bianche, portandole fuori dal letto.

Feci per andarmene, ma vidi sbucare da sotto la rete del materasso la lama lucente di una spada.
Ringraziai nella mente tutti gli Dei possibili e inimmaginabili, inventandone sicuramente alcuni.
Impugnai velocemente il manico dell'arma e uscii dalla camera, ripercorrendo tutta la strada che avevo fatto.

Mi sentivo stanca, le gambe tremavano e la testa girava terribilmente. Tutti gli sforzi che stavo imponendo al mio corpo ferito di fare, mi stavano pian piano portano all'esaurimento delle energie.

Seguii i lamenti e le voci dei due fratelli, svoltai l'angolo e finalmente arrivai al punto d'inizio.
Stavolta, Hoseok mi dava le spalle mentre Jungkook era davanti a lui che continuava a colpirlo. Il liquido vitale era presente sui loro vestiti, i lividi erano di già ben visibili, entrambi erano terribilmente esausti.

-Jungkook...ti prego guardami-

Tenevo ben salda la spada nelle mani, le nocche erano diventate bianche dalla forza che ci stavo mettendo.
Io...l'avrei ucciso io, l'opportunità l'avevo davanti...ma avevo una tremenda paura. Non mi sentivo di macchiarmi del suo sangue. Anche con tutte quelle volte in cui l'avevo pensato come solo un cadavere pallido, io non volevo ucciderlo con le mie mani.
Mi sentivo bruciare i polmoni, la bocca quasi non bastava per respirare tutto l'ossigeno necessario, la testa aveva preso a girare in modo molto più violento.
Non avrei resistito per molto ancora.

Jungkook, dopo avergli tirato un ultimo pugno nello stomaco, alzò lo sguardo e, finalmente, mi notò, perciò non persi tempo e gli lanciai la spada.
Lui la prese al volo e, con essa, pose fine alla vita di Hoseok.
Prima che lui potesse accorgersene, lo trapassò da parte a parte, senza pietà alcuna.
Percepii un leggero respiro lasciare le sue labbra, esalò l'ultimo grammo di ossigeno e poi il suo corpo cadde a terra, privo di anima.

Nonostante fosse morto, il liquido scarlatto usciva ancora dalle sue labbra e dalle varie ferite che aveva, tra cui il mio morso. Dopo pochi istanti, attorno al cadavere si formò una chiazza rossa, che impregnava i vestiti come fosse della semplice tintura.

"J-Jungkook..." sussurrai.

Il principe venne immediatamente da me, mi abbracciò e mi strinse nelle sue braccia.
Cazzo, quanto avevo desiderato quel momento. Quanto avevo aspettato, quanta voglia avevo di essere nelle sue braccia e godermi la sua protezione.

"S-sei ferito...lascia che ti curi" mormorai, portando le mani sulle sue guance per contornargli il viso.

"Piccola...tu sei messa peggio di me. Io ho solo qualche graffio e qualche lividi, tu...tu hai una profonda ferita alla schiena" rispose scuotendo il capo. "Dobbiamo andare"

"N-no...io n-non..."

Sentivo che le forze mi stavano abbandonando, stavo diventando sempre più pallida a causa di tutto il sangue perso. Tutto il corpo mi formicolava incessantemente, era un fastidio davvero alto.

"EunMi, mi senti?" Mi chiamò, più volte. "Non ti addormentare, resta sveglia ti prego!"

Non riuscii più a reggere il peso, e caddi a terra. Ma, prima che potessi sbattere la testa al pavimento, il mio fidanzato riuscì a prendermi appena in tempo.
Abbandonai la nuca al suo braccio e alzai lo sguardo al soffitto, lasciandomi sollevare senza poter muovere un muscolo.

Iniziò a camminare, nel mezzo di un silenzio totale e pacifico. Mi sentivo in colpa nei suoi confronti...non avevo trovato il coraggio di ammazzare Hoseok, quindi era toccato a lui togliergli per sempre la parola.

"I-io..."

"Non parlare, risparmia l'ossigeno. Adesso ascoltami" parlò, camminando a passi sicuri. "Ho trovato mio cugino. Purtroppo sono rimasti solo lui e una guardia, gli altri sono stati uccisi da quello sconosciuto. C'è una buona notizia: hanno fatto fuori tutti coloro che erano all'interno di questo palazzo e che erano contro le idee della mia terra...ora siamo liberi di tornare a casa"

~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora