Capitolo 10

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Non appena finì la colazione, tutti i funzionari e i politici si allontanarono dal tavolo dopo essersi chinati ai sovrani, mentre io, il principe e i suoi genitori rimanemmo nella sala.
Le domestiche e le cameriere vennero a ritirare tutti i piatti sporchi, sparendo nella cucina per lavarli e dare ordine.

Nessuno di noi quattro parlò, nel mentre. Regnava un silenzio tombale, imbarazzante anche. Non sapevo che dire, né se dovevo iniziare un discorso o starmene zitta.

"EunMi" parlò la Regina, voltandosi col viso verso di me. "Dopo potresti venire con me nella cantina? Ho bisogno del tuo aiuto per sistemare alcune cose...se non ti va, possono farmi compagnia le domestiche"

Annuii, aprii la bocca per parlare, ma la mia voce venne fermata da quella del principe.

"No, mamma...resterà con me, oggi pomeriggio" affermò, deciso e con lo sguardo verso la madre.

"Jungkook, porta rispetto a tua madre" lo ammonì il Re.

"Papà, l'avete affidata a me come mia serva...ed ora esigo che lei stia ai miei ordini, e non agli ordini di altri"

"Non ti permetto di-"

"No, caro, ha ragione...va bene, resterà con te" annuì la madre, alzandosi per andare nella propria stanza.

Una volta che io e Jungkook fummo da soli, mi girai verso di lui e lo guardai, torturandomi l'interno della guancia.

"Principe...perché non avete voluto che andassi assieme a vostra madre? Sono una serva...devo fare ciò che mi dite"

"Non sei una serva qualunque, EunMi. Sei la mia serva, la cosa è molto diversa. Non voglio che sfruttino la tua bontà..."

"Capisco...spero solo che la Regina non ci sia rimasta male..."

"Mia madre non rimane delusa da queste piccole cose" scosse la testa, alzandosi dal proprio posto e invitandomi a fare lo stesso. "Adesso andiamo in camera. Vorrei che tu pulissi un po' mentre mi faccio la doccia"

"V-va bene" avvampai all'istante, pensandolo mentre era sotto al getto del'acqua.

Cristo, mi dovevo calmare.

Salimmo le scale e arrivammo nella sua stanza. Jungkook andò in bagno, mentre io presi gli stracci e il sapone per pulire la camera.

Pulii accuratamente le finestre, poi i mobili e i quadri, infine sistemai le coperte del letto, appiattendole e lasciandole fresche per la notte.

Sentivo lo scroscio dell'acqua che batteva insistente, continuamente.
Sospirai sedendomi al bordo del letto, posando sul comodino affianco la stoffa e la bottiglietta.
Guardai il soffitto, non sapendo che fare.

Vidi dei vestiti sulla sedia dall'altra parte della camera, piegati male e senza un ordine preciso.
Perciò, mi alzai e li presi, andandoli a sistemare nell'armadio e nei cassetti.

Mentre ero impegnata a riordinare, iniziai a pensare a ciò che, pochissimo tempo prima, mi aveva detto quella ragazza, nella libreria.
Sospirai, chiedendomi nella mente se fosse sicuro o meno, se avrei rischiato...

Qual era stata la ragione che aveva spinto Hoseok a cercare di prendere il trono con la forza? Perché?
Forse aveva qualcosa contro il Re o la Regina, oppure, essendo il fratello maggiore, voleva impedire a Jungkook di prendere il suo posto.
Non avevo, però, visto nessuna occhiata maligna nei suoi confronti, quella mattina in cui si erano allenati nella campagna...

Poi, avrebbe rischiato tutto, davvero tutto, per un posto così? Avrebbe potuto aspettare gli anni avvenire, invece aveva preferito azionare subito il suo piano e farsi, di conseguenza, scoprire dalle guardie.

Sobbalzai non appena sentii due braccia circondarmi la vita.
Voltai lo sguardo di lato e arrossii, osservando che Jungkook aveva posato il proprio mento sulla mia spalla.

"A che stai pensando?" Domandò tranquillo.

"A n-nulla, principe..." sospirai e scossi il capo.

"Sai benissimo che non mi piacciono le bugie" affermò con tono deciso. "Dimmelo"

Sospirai e annuii, abbassando il capo. "Prima che raggiungessi la sala, in verità, sono stata nella libreria del castello assieme ad una cameriera. Mi ha dato il compito di portare una cesta di cibo a Hoseok, mi ha dato le sue coordinate..."

"Aspetta...perché a te?"

"Non lo so, c'ero io in quel momento..."

"Tu non ci vai" disse d'un tratto.

"M-ma principe-"

"No, EunMi, tu non ci andrai. Resti al mio fianco nel castello, tutto ciò che devi fare dipende dal mio giudizio"

"Chi lo farà al posto mio, allora?"

"Andremo insieme, tanto lo devo vedere per allenarmi con lui" alzò le spalle, sospirando. "Per ora, non te ne andrai"

Strinse le presa ai miei fianchi e mi abbracciò, chiudendo gli occhi e annusando la mia pelle.
Rabbrividii al contratto, ma lo lasciai fare e non lo allontanai.

Chiusi l'armadio e girai appena il viso verso di lui.
Posai con delicatezza una mano sulla sua guancia, senza badare al mio cuore e alla mia anima che stavano tremando. Per me c'era solo lui.

Iniziò a darmi dei bacetti umidi al collo, poco sotto l'orecchio, poi salì e arrivò alla mandibola.
Mi fece girare velocemente con le mani, facendo adagiare la mia schiena al legno dell'anta dell'armadio. Lo guardai in viso, rimanendo in uno strano e pacifico silenzio.

Arrossii leggermente, notando che era ancora con solo un'asciugamano alla vita per coprirlo. Posò due dita sotto al mio mento e mi baciò, perdendosi nella morbidezza del gesto e facendomi chiudere gli occhi.

Gli accarezzai al nuca e i capelli, ancora bagnati, con gesti dolci e teneri, attorcigliando le ciocche nelle mie dita. Mi godetti il momento e sorrisi sulle sue labbra, labbra che si staccarono dalle gemelle pochi secondi dopo.

"Perché sorridi?" mi chiese.

"Non lo so..." risposi piantando lo sguardo a terra.

Ridacchiò, avvicinandosi di nuovo e ricominciando a baciarmi, stavolta con più foga e scioltezza.
Mi morse il labbro inferiore, costringendomi a schiudere la bocca e a lasciar passare il suo muscolo caldo.

Mi sentii in imbarazzo nel sentire gli schiocchi osceni che provenivano dalle nostre labbra che si assaggiavano, sembrava un suono portatore di peccato.

"Mi stai facendo impazzire, EunMi..." sussurrò sulla mia pelle.

"C-che intendete?" balbettai deglutendo.

"Mi stai trasmettendo delle emozioni che non avevo mai provato con nessuna ragazza..." mormorò, per la prima volta impacciato. "Non sono il tipo di ragazzo che si innamora facilmente, ma con te penso che sia diverso"

Feci sbattere un paio di volte le palpebre, incredula alle sue parole talmente dolci e cariche di significato.
Mi mordicchiai l'interno della guancia, non sapendo che dire. Non sapevo che sentimenti avevo in serbo per lui.

Lo amavo? Forse sì e forse no.
Ero attratta da lui, lo volevo e lo desideravo. Non vedevo l'ora di sentire la morbidezza delle sue labbra sulle mie, volevo percepire il tuo tocco sulla mia pelle...volevo che mi guardasse, che fosse vicino a me in ogni momento.
Avevo bisogno di lui come l'ossigeno per respirare e vivere, perché, per me, l'ossigeno era la sua presenza.

~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora