Capitolo 1

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Il giorno dopo sarebbe stata la mia prima giornata in quel Castello, come serva del principe. Ancora però non sapevo il nome del ragazzo, e non volevo chiederlo perché temevo qualche sgridata da parte sua.
Se sarebbe successo, di sicuro  Mi avrebbe, in qualche modo, penalizzata e, dato che ancora non sapevo come muovermi, decisi che non l'avrei domandato.

Mi alzai dal letto, nella piccola stanza dove m'avevano messa a dormire. Era piccolina, non c'era molto spazio, però a me bastava così.
Il materasso era abbastanza comodo, al lato di esso un piccolo comodino con due candele per fare luce. Poi, al lato del muro, c'era un corto armadio, dentro la quale c'erano i vestiti che avrei usato in futuro; sulla parete c'era un quadro, raffigurante un paesaggio. Almeno era un po' colorata, quella camera, e io amavo i colori.

Andai nel piccolo bagno e mi guardai allo specchio. Mi passai le mani sul viso, stringendo le labbra in un debole sorriso.
Mi mancavano i miei genitori e i miei fratelli, volevo il loro calore e volevo vedere ancora i loro sorrisi carichi d'affetto. Mi mancavano i complimenti di mio padre, le dolci carezze della madre e la protezione dei miei fratelli maggiori.
Sospirai poi lavandomi il viso nella bacinella d'acqua, mi asciugai con il panno posto lì vicino; infine uscii dal bagno e mi cambiai i vestiti, indossando uno degli abiti dentro l'armadio di legno.

Successivamente uscii dalla camera e camminai nel corridoio del Castello per raggiungere la stanza del principe, che fortunatamente non era molto lontana dalla mia.
Una volta trovata, bussai un paio di volte con leggeri colpi e attesi fuori, con un paio di stracci per pulire.
Non passò molto tempo prima che la porta si aprisse, permettendomi di entrare.

Appena vidi il principe, mi chinai col busto e la testa, poi mi sistemai la frangetta con due dita e mi avvicinai di qualche passo, lentamente.

"Cosa devo fare, principe? Vostra madre...mi ha detto che avrei dovuto esaudire le vostre richieste"

Il principe mi guardò inclinando il capo di lato, sorridendo con gli occhi assottigliati.

"Per ora non ti chiederò niente di straordinario. Parlami di te, sono curioso di sentire la tua storia" pronunciò sistemandosi con la schiena al muro.

"Ecco..." mormorai impacciata, abbassando lo sguardo verso le scarpe. "Sono nata in una famiglia povera, composta dai miei genitori e dai miei due fratelli più grandi...non ho così tanto da dire, in realtà"

Strinsi nelle piccole mani i due stracci, facendo diventare bianche le nocche. Ero molto imbarazzata, mi sentivo inutile in confronto a lui. Il principe poteva avere tutto ciò che desiderava, tutti i suoi desideri potevano essere realizzati e non doveva fare nessuna fatica...mentre la mia famiglia non poteva permettersi neanche un paio di scarpe nuove perché era troppo povera.

"Non hai niente da raccontare? Davvero?" domandò alzando un sopracciglio, sembrando un po' meravigliato.

Scossi la testa senza emettere parola, mordendomi il labbro inferiore.
Poi lo sentì ridacchiare.

"I miei avrebbero potuto sceglierne una più interessante..." si lamentò, facendomi rattristire.

Mi sentii inutile, per davvero stavolta. Mi fecero male le sue parole, non mi piaceva per niente essere presa in giro...però non dissi nulla.

"Il mio nome è Jungkook, Jeon Jungkook. Non puoi darmi del tu, capito? Voglio e pretendo un trattamento di cortesia"

"S-sì, principe" annuii alzando gli occhi a lui.

"Bene. Adesso pulisci un po' la stanza, più tardi penso che uscirò. Non toccare niente senza il mio permesso, se scopro che mi hai rubato qualcosa ti butto subito in un fiume e ti lascio affogare"

Impaurita, annuii di nuovo con la testa, il suo tono così autoritario e freddo mi fece venire i brividi lungo la schiena.
Il principe mi passò accanto, dandomi di proposito una spallata, poi uscì dalla camera.

Quindi mi ritrovai da sola. Iniziai a pulire da cima a fondo la stanza, dando del mio meglio. Il lavoro mi riuscì bene, dato che ero abituata a pulire anche a casa. Quando ero da sola con la mamma, mi piaceva tanto dare una mano in casa: pulire i piatti, spazzare, lavare i panni e spolverare.

Dopo aver finito l'incarico, mi avvicinai alla finestra e osservai, dal vetro di essa, tutto il bellissimo paesaggio che offriva.
Era primavera, quindi gli alberi erano in fiore e tutta la natura iniziava a nascere, si sentiva il fischio degli uccelli, si vedeva la leggera brezza che spostava i fili d'erba e che faceva danzare le foglie dei giovani arbusti.

Arrivò poi il pomeriggio, durante la quale aiutai, di mia volontà, le cameriere e i cuochi in cucina.
Però, quella sensazione di benessere finì non appena una guardia venne a cercarmi.

"Il principe ti vuole immediatamente nella sua camera. Non accetta obiezioni" disse guardandomi dritto negli occhi.

Mi asciugai di fretta le mani e salii correndo le scale, nel tentativo di arrivare prima dal principe.
Non appena mi affacciai dalla porta, vidi il ragazzo che m'aspettava con le braccia incrociate al petto, in viso un'espressione adirata.

"Dove eri finita?" urlò venendomi incontro, trascinandomi dentro la camera con la forza.

"E-ero con le cameriere nella cucina" mi difesi sgranando gli occhi, squittendo dal dolore che la presa mi aveva causato. "Volevo solo aiutarle"

"Tu devi restare al mio servizio, non puoi andartene in giro per il castello! Sei qua da ieri e già mi hai fatto arrabbiare, ti dovrei proprio dare una punizione"

Cercai di negare con il capo più volte, facendomi piccola piccola sotto la sua voce pressante. Avevo molta paura, stavo iniziando a tremare.

"V-vi prego principe...lasciatemi andare" sussurrai con la poca voce che ero stata capace di tirare fuori.

Il ragazzo stava per rispondere, ma fortunatamente su fermato dalla voce di una delle Guardie.
Il principe corrugò il viso e alzò lo sguardo al ragazzo, il quale era sorpreso e leggermente spaventato.

"Cosa vuoi?" fece senza alzare la voce, ma con lo stesso tono distaccato.

"I vostri genitori chiedono la vostra presenza nella Sala delle riunioni, principe" deglutì, alternando lo sguardo dal ragazzo alla mano che mi stritolava il braccio.

"Dì loro che tra poco sarò lì" lo congedò con un cenno del capo.

Una volta che il soldato se ne andò, Jungkook tornò a guardarmi, negli occhi con uno sguardo cupo e terrorizzante. Lasciò andare il mio braccio e mi spinse di poco, andando verso la porta.

"Ti sei salvata per miracolo. La prossima volta che ti comporterai male, avrai una punizione che per te sicuramente sarà molto cara"

Detto questo, mi lasciò da sola, dove rimasi immobile al centro della stanza, dove Jungkook mi aveva lasciata.
Perché si era comportato così rudemente? Non avevo fatto nulla di male dopotutto...
Feci sbattere un paio di volte le palpebre, poi mossi un passo, poi un altro e un altro ancora, finché non tornai nella mia stanzetta.
Mi buttai sul letto e guardai il soffitto, senza accorgermene feci scivolare una lacrima sulla guancia. Non volevo quel trattamento, ma ero costretta a subire la prepotenza del principe. Era tutto così ingiusto, perché non potevo andarmene?

Dopo mezz'ora, mi lasciai cadere nel sonno, a quanto pareva quella era l'unica strada capace di farmi stare tranquilla.



~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora