Capitolo 33

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Mi svegliai la mattina presto, attorno le cinque e mezza; non avevo più sonno, anche se non ero nelle mie condizioni migliori.
Mi alzai dal letto e andai nel bagno della camera, quindi mi feci una doccia veloce e mi asciugai sia i capelli che il corpo, avvolgendomi poi in un caldo vestito color avorio. Guardandomi allo specchio, sistemai i pochi ciuffi ribelli e mi diedi un paio di schiaffetti sulle guance per svegliarmi del tutto.

Uscii dal bagno e stesi le lenzuola così che prendessero un po' di aria, proprio come mi aveva insegnato la mamma.
Successivamente, scesi le scale e arrivai così in cucina, dove la tavola non era ancora apparecchiata per la colazione.
Vidi, però, alcune domestiche gironzolare indaffarate per la camera da pranzo: probabilmente stavano preparando il primo pasto della giornata.

Eh già...il secondo giorno era iniziato, purtroppo. Per quanto altro tempo sarei stata costretta a vivere lì, in quel castello? Anche se si viveva bene, c'era tutto quello di cui avevo bisogno e le persone erano gentili...non me ne sentivo parte. La mia casa era ad Anaris, non vedevo i miei genitori da molti mesi...chissà come stavano, se erano riusciti a crescere un po' economicamente o se avevano sempre gli stessi problemi...
Ma se rimanevo rinchiusa lì dentro non avrei mai potuto vedere la loro situazione con i miei occhi; essere libera, senza catene a tenermi ferma...ecco che volevo.

Era così difficile da ottenere? Non mi pareva affatto. Troppa possessività? Paura?
Cose che non volevo capire, che mi tenevano imprigionata nella nuova città senza un motivo che io conoscessi. Di sicuro non avrebbero chiesto la mia opinione, un Re l'avrebbe mai fatto? No.

Perciò, mentre io rimanevo lì ferma a pensare, tutte le fantesche si muovevano leggere e veloci per il tavolo, portando nelle braccia piatti su piatti.
Frutta, cappuccino, caffè, cornetti, dolci di ogni tipo e persino del thè....qualcosa mi diceva che facevano una colazione molto abbondante.
Se tutti i pasti sarebbero stati così, solo Dio sapeva come avrei fatto a sopravvivere. Non ero una che mangiava tanto, già l'avevo detto, dunque a me bastava un dolcetto e una tazza di latte magari fumante e ancora caldo.

"Sei già sveglia, vedo. Non hai dormito bene?"

Una voce maschile mi sorprese nel pieno del flusso di coscienza.
Sussultai spaventata e mi girai, inchinado il busto verso il Sovrano che mi guardava col suo solito sorriso tenero e tranquillo stampato sulle labbra.

"Ho dormito benissimo, Sire...è solo che non dormo mai molte ore di seguito"

"Capisco. Beh, sei il contrario di mio figlio" rise mettendosi seduto a capo tavola, sul trono. "Lui sarebbe capace di dormire tutto il giorno, se solo volesse. Ma è consapevole del fatto che è il principe di questa città, perciò si limita ad andare a dormire molto presto così che il mattino sia pieno di energia da spendere per il Regno"

Risposi soltanto con due cenni d'assenso col capo, non sapendo che dire o che discorso prendere.
Era sempre così: lui parlava, parlava ed io rimanevo zitta ad annuire e ascoltare senza che gli potessi dire "basta, mi sta scoppiando la testa e non voglio più sentire la tua voce".
Se l'avessi fatto, di sicuro mi avrebbe cacciata. L'idea era allettante, dopotutto.

"Potresti farmi un favore?" Chiese ad un certo punto.

"Ditemi"

"Puoi andare a dirgli che è quasi pronta la colazione? Di solito ci mette molto tempo a svegliarsi, forse dieci minuti e dico poco. Te ne sarei grato"

"V-va bene"

Portai le mani al ventre e chinai il capo per rispetto, come usavano fare le domestiche con i padroni.

Mi mossi a piccoli passi verso la camera del ragazzo, che non era distante dalla mia.
Una volta arrivata lì davanti, presi un gran respiro profondo e bussai un paio di volte con le nocche, posando l'orecchio sul legno per cercare di sentire la risposta.
Nonostante ci fosse un silenzio assoluto, non percepii nessun suono.
Sarei dovuta entrare? E se dormisse nudo?

~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora