Capitolo 19

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Il mattino dopo, prima dell'alba, sia io che Jungkook eravamo già svegli.
L'adrenalina e l'ansia nel corpo ci avevano vietato di prendere un sonno energizzante, entrambi eravamo rimasti a pensare in silenzio, godendoci quegli ultimi attimi di pace.

Più passava il tempo, più mancava poco alla nostra partenza, e più eravamo consapevoli del rischio che stavano per correre.
Il filo del rasoio; se si spezzava, eravamo morti.

"Ti prego, rimaniamo così per qualche altro minuto..." mormorò lui.

Eravamo abbracciati, uno accoccolato all'altra.
Gli stavo accarezzando i capelli, lui aveva il capo sul mio petto nudo, rimasto così dalla notte. Sospirai accontentandolo, capendo e ringraziandolo nella mente per quell'attenzione che mi dava.
Non era facile, per nulla, ciò che volevamo fare, ma era necessario, più che necessario.

Jungkook si sentiva in colpa, perché alla fine era suo "fratello" l'artefice di quel piano, quel piano malefico che ci stava portando dall'altra parte del regno.
Molti soldati ci avevano rivelato che, il luogo in cui Hoseok era nascosto, era la porzione di territorio meno controllato dai militari, un posto in cui girano molti delinquenti e persone non proprio perfette.

"Amore...sono le sei e mezza...tra quaranta minuti abbiamo l'incontro con tuo cugino, andiamo...giuro che neanche io vorrei andare, ma dobbiamo"

"Quanto vorrei esser nato nella campagna, come te...è difficile qua la vita, a controllare che tutto vada nel verso giusto, i cittadini che ogni tre per due vengono qui a fare richieste e tutti gli incontri con gli altri funzionari..."

"Affronteremo insieme questo ostacolo...tutto andrà bene"

Gli lasciai un bacio in mezzo ai capelli, poi mi alzai col busto, facendolo di conseguenza muovere.
Andai verso il bagno per fare una doccia rinfrescante, l'ultimo tentativo che potevo fare per provare a rilassare un po' i nervi.

Aprii il rubinetto della vasca e entrai dopo che questa si riempì di acqua calda. Poggiai la nuca al bordo di marmo e chiusi gli occhi, iniziando subito dopo a lavarmi.

Dopo pochi minuti, la porta del bagno si aprì e Jungkook entrò nella stanzetta.
Si avvicinò e entrò nella vasca, anche lui incominciò a lavarsi con cura e lentezza, prendendo molto tempo.

Dopo che ebbi finito, mi alzai e mi avvolsi in un accappatoio, poi entrai di nuovo in camera da letto e presi dal mobile i vestiti che avevo posato lì la sera precedente.
Li indossai, osservandomi allo specchio della camera, posto al lato del grande armadio di legno lucente.

Sospirai sedendomi poi al bordo del letto, con le mani sugli occhi.
Li aprii appena dopo, guardando il mio fidanzato mentre si vestiva nel silenzio più totale.

"Sei pronta?" Domandò guardandomi.

"Sì...andiamo..." annuii alzandomi.

Il principe mi superò, andando ad aprire la porta. Uscì da essa e mi aspettò, poi camminò lungo i due corridoi e scese le scale, arrivando in poco tempo davanti al portone principale della struttura reale.

Lì davanti, ci stavano aspettando tre delle guardie che, assieme al cugino di Jungkook, ci avrebbero scortato fino alla meta.
Quando ci videro, chinarono il capo come forma di saluto; successivamente, lasciammo il Palazzo e ci dirigemmo verso il capannone.

Sembravamo due guerrieri pronti ad andare in guerra, dalla quale non sapevano se ne sarebbero tornati vivi, o morti.
Si respirava un'aria tesa, la paura si poteva tagliare con un dito e pareva palpabile.

Arrivati sotto al capannone, vedemmo suo cugino, preso a parlare con un suo sottoposto. Ci avvicinammo, quindi, e lui appena ci notò fece un leggero cenno col capo.
Anche l'uomo era preoccupato, come noi. Nonostante la difficoltà della missione, aveva deciso velocemente e senza indugiare di accompagnarci. Aveva davvero molto coraggio, era un personaggio da ammirare.

~Gυαɾԃιαɳ [Jeon Jungkook]~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora