GRACE'S POV
Mi sentivo strana dopo aver raccontato tutta la storia a Niall. Speravo di non essergli sembrata patetica o depressa o come una che racconta le sue perdite per far pietà agli altri, perché non era assolutamente così. Certo, dentro ero ancora a pezzi per ciò che era accaduto a Martin e al nostro amore, ma stavo cercando di andare avanti. Lo stesso uscire con Niall era stato per me un passo enorme, ma mi stavo rendendo conto che piano piano la ferita si stava rimarginando, ma il dolore era ancora forte e così potentemente lo sentivo ogni giorno. Glielo avevo raccontato per sentirmi più a mio agio con lui e poi lo sarebbe venuto a sapere comunque in qualche modo. Ero stata così bene con Niall quella sera e mi ero divertita molto in sua compagnia. Anche volendo, non sarei riuscita a smettere di pensare e lui. Eppure non era successo granché, tranne per i complimenti che mi aveva fatto. Una parte di me avrebbe tanto voluto che mi baciasse, ma l'altra aveva ringraziato Dio quando non lo aveva fatto. Con quel gesto mi aveva dimostrato la sua sensibilità e la sua correttezza. Tuttavia, non dovevo farmi castelli e tanto meno aspettarmi qualcosa di più. Non dovevo correre a conclusione, né per quanto riguardava lui né per quanto riguardava i miei sentimenti. A inciampare in un filo di delusione ero sempre stata la migliore. Restava il fatto che la serata fosse stata meravigliosamente strana e non avrei cambiato una virgola di come si era svolta. Per la cronaca, anche se fossimo stati tutto il tempo zitti a guardarci sarei stata bene. Mi bastava stare con lui e, giuro, parlare così è. estremamente strano.
Entrai in casa cercando di non far rumore per non svegliare mamma o Luke.Si accese una luce. Missione fallita. Mamma era in piedi con la vestaglia di seta rosa che mi aveva detto le ebbe regalato papà sopra al pigiama. Si strofinò gli occhi con le mani chiuse in un pugno:
-Grace?
-Sì, mamma, sono io. Non dovevi aspettarmi. Vai a dormire, che domani mattina devi svegliarti presto.
Rise-E pensare che fino a poco tempo fa ero io a dirti di andare a dormire presto.
Andai verso di lei e l'abbracciai, forte. Lei e Luke erano tutta la mia famiglia.
Mamma se ne andò a dormire e io pure, dopo avermi dato un bacio sulla guancia. Ma non riuscivo a prendere sonno. Continuavo a pensare a quel paio di occhi azzurri che per tutta le sera mi aveva osservata. Perché Niall mi faceva quell'effetto?
No no no no no, non me ne deve importare di lui. Non deve piacermi, cavolo. Mi rigiravo nel letto, rigirando il cuscino dal Lato Fresco, chiudevo gli occhi, ma niente, non riuscivo a dormire. Dopo un po' che stavo nel letto, guardai la sveglia sul mio comodino: erano quasi le 4 del mattino. Decisi di alzarmi, tanto non avrebbe avuto senso rimanere a torturarmi nel letto. Me ne andai in cucina e mi preparai il mio intruglio preferito: crusca d'avena con latte e cioccolato in polvere. Me ne feci una bella ciotola, mi sedetti sul divano e iniziai a mangiare. Quanto era buono. Presi il mio cellulare e maneggiai un po' con questo, quando mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.
"Grace, sono Niall.Il numero me lo ha dato Luke. Ti prego, scendi."
Ero parecchio confusa. Piena di fiducia e senza farmi domande (cosa non da me) presi le chiavi e mi infilai la prima felpa che trovai e uscii di casa, cercando di non far rumore. Presi l'ascensore e quando uscii dal portone principale del condominio, notai subito la macchina grigia di Niall, sul cui tettuccio si specchiava la luna. Niall era appoggiato alla portiera del guidatore e quando si girò verso di me, mi guardò, mostrandomi un debole sorriso che scomparve subito. Doveva essere molto stanco. Gli andai incontro e mi abbracciò forte.
-Che succede? Come mai sei qui? -lo interrogai non appena ci sciogliemmo dall'abbraccio.Lui mi prese per mano mordendosi il labbro inferiore e mi portò alla macchina dal lato del passeggero. Aprì la portiera e c'era Luke che dormiva. La sua faccia era decorata da graffi e un occhio era completamente viola.

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||Thunderbolt|| niallhoran
FanfictionGrace Hemmings è al primo anno di università. Nonostante il nuovo inizio, sono esattamente 503 giorni che piange senza sosta ogni sera prima di andare a dormire. Un giorno però qualcuno cade nella sua vita, come un fulmine colpisce la terra durante...