Capitolo 20

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GRACE'S POV

In questo momento, mentre corro verso il nulla, non so chi sono.

Chi è Grace Hemmings?

Nel corpo di chi sono?

Cosa sono?

Chi sono?

Sento il vento che mi penetra nei capelli, le mie gambe ormai si muovono verso casa e i piedi mi bruciano sull'asfalto. Non sono per nulla affaticata, anche se il mio respiro si suicida violentemente fuori dalla mia bocca.

Papà non può essere vivo.

E' morto.

Lo è stato per vent'anni fino a dieci minuti fa.

Non sto scappando, anche se lo si potrebbe pensare. Al contrario, lo voglio solo raggiungere. Dove si trova? Io devo tornare a casa, ma a casa da chi?

Ho bisogno di Niall.

Mi fermo e decido di chiamarlo.

Prendo il telefono dalla tasca posteriore dei miei jeans, cerco il suo nome tra i contatti mentre le lacrime scendono silenziosamente dai miei occhi e i capelli mi si appiccicano alla faccia per colpa del vento e continuo a rimetterli dietro le orecchie.

Porto il telefono all'orecchio: squilla.

'Grace?'

'ti prego vieni da me. Ho bisogno di te.'

'Grace stai tranquilla. Voltati.'

Faccio come mi dice e lo vedo, con ancora il telefono affiancato all'orecchio. Mi sorride e vado verso di lui correndo. Lui mi viene incontro e io piango. Poi finalmente cado tra le sue braccia, sono al sicuro mentre lui mi stringe contro il suo petto e mi rende felice, facendo sparire tutto quello che è successo e che ci sta attorno. Penso che ora potrei morire tra le sue braccia.

-Perchè sei scappata così?

-Non lo so.

-Hai paura?

-Non lo so.-pausa. Poi lo guardo. -Tu mi starai accanto?

-Posso giurarlo.

-Allora io non ho paura.

-Ti prometto che resterò con te, non me ne andrò.

Lo guardo. Mi guarda. Ci baciamo e per l'ennesima volta cado nel suo profumo e nelle sue labbra, mettendo in secondo piano ciò che mi é stato rivelato.

NIALL'S POV

Prendo Grace in braccio per portarla a casa e lei si addormenta dopo poco. Per fortuna l'ho trovata. Torno a casa, dove Ashton mi aspetta. Quando mi vede con lei tra le braccia inizia a ringraziare Dio per averla ritrovata sana e salva. La sistemo sul letto e Ashton si butta su di lei, accarezzandole i capelli e sistemandoglieli.

-Attento a quello che fai, Ashton. -lo fulmino. - Non approfittartene troppo.

Lui non mi risponde. Io vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e poi mi accendo una sigaretta. Mi affaccio alla finestra mentre il fumo esce denso dalla punta della sigaretta bruciando la carta e il tabacco. Penso. Penso a lei. Penso a me e Grace. Penso a noi. Penso a cosa sarei senza di lei. Penso ai suoi occhi verdi che mi guardano. Penso alle sue labbra che mi baciano. Penso a noi due che ci baciamo. Penso ai suoi capelli mossi scompigliati. Penso alla sua risata che rimbomba nella stanza.Penso al suo amore verso le persone. Penso alle sue mani e al modo in cui sanno accarezzarmi. E penso anche a come sia possibile che lei sia figlia di un uomo tanto orribile come suo padre. Un uomo che scappa dalle sue responsabilità, che ha abbandonato la moglie e i figli, lasciandoli nella merda. La sigaretta è a metà. Penso anche a Luke. Penso ai momenti che ho vissuto con lui, le serate degenerate,le bottiglie scolate e ricordo anche che la prima sigaretta l'ho fumata con lui. Penso a quante volte siamo andati a casa sua per giocare con la Playstation e quante altrettante volte io non abbia mai fatto caso o visto sua sorella.

||Thunderbolt|| niallhoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora