Capitolo 10

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Pioveva.

Il pensiero che avrei passato una serata fantastica, a supportare Niall alla partita, vederlo giocare, mi faceva solo sorridere.

Significava anche vedere Ashton e quindi, senza dubbio, avrei avuto modo di parlargli e chiarire tutto ciò che non mi quadrava. Sapevo che con lui potevo parlare, ma ero preoccupata. Non mi rispondeva né ai messaggi né alle chiamate dopo averlo visto a casa mia l'ultima volta. Questo mi dava un altro motivo per parlargli. 

Avevo chiesto a Harry, che mi avrebbe accompagnato alla partita, se questa fosse stata annullata a causa della pioggia, ma lui mi aveva detto che ci sarebbe stata comunque.

Mi preparai per l'ennesima volta nel pomeriggio il mio solito intruglio avena-zucchero-latte, finii un libro e ripassai qualcosa di Fisica.

Alle cinque del pomeriggio arrivò a casa Harry, che mi aiutò a scegliere, tra i pochi vestiti rimasti nell'armadio dell'appartamento di mamma nella mia camera dopo aver preparato gli scatoloni per i dormitori, cosa indossare per quella sera.

Se ci pensavo bene, era da tanto che non mi facevo problemi su cosa indossare per uscire. Certo, ero sempre stata una ragazza che stava attenta a come vestirsi, ma da quando Martin era morto, non ci avevo fatto più tanto caso. 

Niall mi faceva uno strano effetto. In senso positivo.

Provati diversi outfit e ottenuti diversi cenni per niente convinti da Harry, scelsi una cosa semplice: jeans scuri strappati sulle ginocchia, una canottiera nera e una felpa grigia; ai piedi portavo le solite scarpe completamente nere e  lasciai i capelli ricci  cadermi sulle spalle e sul cappuccio.

-Andiamo,  Grace?-mi domandò Harry, spostandosi i capelli ricci con la mano. In risposta gli annuii.

Salimmo nella sua grande macchina nera e accese la radio. Pioveva ancora, anche se meno fittamente rispetto a prima. Mi rilassavo guardando le gocce d'acqua cadere sul parabrezza e poi fare a gara per chi arrivasse prima in fondo.

-Comunque tu non me la racconti giusta.-affermò Harry, guardandomi furbo e con un sorrisetto poco convinto. 

-Perché? -chiesi ridendo.

-Ti piace, eh?- diede una veloce occhiata allo specchietto sinistro e poi riportò lo sguardo sulla strada, mantenendo quel sorrisetto stampato in faccia che faceva fuoriuscire le sue fossette. 

-Ma chi? -dissi sorridendo.

-Ti sembro stupido? Niall, tesoro- ridemmo. -Me la sono data che ti piace.

-Ma va.-pausa- Sembra così?

-Non é che sembra.-fece manovra.-È così.-mi guardò di sottecchi, continuando a sorridere.

-Forse.-ammisi.

-Beh- disse lui sterzando e poi concludendo un parcheggio perfetto- è bono. Hai il mio appoggio, sorella.

***

Salii sulle gradinate di cemento originariamente grigio, che però con la pioggia aveva assunto  un colorito più nero. Tirai su  il cappuccio per ripararmi dalla pioggia e iniziai a girarmi verso il campo, cercando Niall con lo sguardo.

I giocatori si stavano riscaldando. C'era chi correva sul prato già fangoso, chi si stirava le ginocchia, chi si passava la palla con un compagno. Poi lo vidi. Eccolo: una maglietta rosso e blu gli si era appiccicata al dorso a causa della pioggia, mettendogli in evidenza gli addominali non poi così scolpiti. I capelli fradici biondi gli ricadevano sulla fronte corrucciata,che si rilassò vedendomi, credo.  Iniziò a sorridere e corse verso di me, anche se ero molto più in alto del campo su cui correva. Arrivò dalla rete fredda che trasudava acqua piovana. Si abbandonò a questa, aggrappandosi con le dita.

||Thunderbolt|| niallhoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora