Capitolo 2

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C'era silenzio nella hall dell'albergo dove erano radunati tutti i ragazzi che avrebbero partecipato ai mondiali l'indomani. Tutti guardavano il Coach che con i suoi soliti occhiali da sole stava a braccia conserte e scrutava con attenzione i ragazzi che aveva difronte, sia quelli del Seido, sia quelli delle altre scuole che erano stati selezionati per far parte ella rappresentanza giapponese.

-sia per la squadra femminile che quella maschile avremo i lanciatori a staffetta. Per le ragazze l'ordine sarà: Kanemaru, Harada e Takigawa. Ricevitrice Miyauchi- le quattro ragazze annuirono.

-una domanda perché io sto in mezzo? Non potevo iniziare per prima? Rischierò di giocare poco e nessuno potrà vedere quanto sono brava- disse la ragazza bionda. Miyuki si mise a ridere ricevendo un'occhiataccia da Mei.

-l'ordine è questo, non si discute- Miya sbuffò, ma non protestò oltre. Avrebbe fatto valere la sua tesi un altro giorno.

-per i ragazzi invece iniziamo con Furuya, Miyauchi, Sanada e finiamo con Harada- i quattro ragazzi si guardarono e annuirono. -ricevitore Takigawa-

-cosa? E io?- chiese Koji Harada protestando come la gemella. -non è giusto che i miei fratelli giochino e io no!- continuò il biondo incrociando le braccia al petto.

-povero Masatoshi, circondato da prime donne. Di cui una non è nemmeno un lanciatore!- disse Miyuki ricevendo occhiatacce da parte di tre dei componenti della famiglia Harada.

-sono persone piccole- disse Masatoshi facendo ridere Misao, l'unico dei suoi tre figli che non aveva preso da Mei il carattere.

-per il resto alterneremo i battitori cercando di dare il meglio. Questo è tutto! Stasera pensate solo a divertirvi al ballo d'inizio- tutti gridarono si in coro.

-non vedo l'ora di fare qualche bellissimo fuoricampo! Ah ah ah-

-concordo- disse Kiyo battendo il cinque con Juri che si era portata appresso la mazza di alluminio spaventando a morte le persone della reception.

-va bene ragazze è ora di calmarsi. Perché non andate a cambiarvi?- disse Shunpei Sarada prendendo la figlia dalle spalle e trascinandola nella sua camera cercando di non farle rompere niente con quella mazza.

Aspettarono un'ora per poter andare alla festa. Tutta colpa di Mei che non si decideva a mettersi qualcosa. Persino i gemelli erano pronti prima di lui. Alla fine Masatoshi era stato costretto a prendere il marito in spalla per farlo scendere dalla sua camera, con tanto di urla da parte del lanciatore che avevano fatto arrabbiare non poco i proprietari dell'hotel.

Fortunatamente riuscirono ad arrivare alla festa senza altri imprevisti.

-quindi alla fine non avete ancora fatto pace-

-statti zitto Miyuki- disse Yoichi incamminandosi a passo spedito verso il bar dove offrivano cocktail di qualunque tipo.

-io sto solo cercando di capire come aiutarti-

-non mi aiuti se continui a rinfacciarmi il fatto che non mi parla più. È un miracolo che non mi abbia ancora gridato contro- disse interbase guardando il menù dei cocktail sul bancone.

-cosa vi offro ragazzi?- chiese una donna avvicinandosi ai due giapponesi pulendo due bicchieri di vetro. Non appena incrociò gli occhi di Miyuki si bloccò.

-Miyuki Kazuya-

-Adel Jackson- disse lui sorridendo alla ragazza -cosa ci fai qui?-

-mi hanno chiamata per lavorare. Non mi aspettavo di trovarti qui- disse la ragazza guardandosi intorno con sospetto.

-sono qui con i ragazzi del Giappone, sono l'aiuto Coach- Yoichi seguiva lo scambio dei due curioso. Non aveva ai visto prima quella ragazza, e gli sembrava strana la confidenza che il ricevitore dava alla ragazza.

-oh bene, come va il torace?- chiese la ragazza con naturalezza. Lo sguardo di Miyuki si rabbuiò.

-bene anche se non tornerà come prima- disse l'uomo sospirando.

-se vuoi conosco un bravissimo fisioterapista. Ha risolto un sacco di casi come il tuo- disse Adel con un sorrisetto sadico che non sfuggì all'interbase.

-no grazie- disse secco Kazuya.

-Adel mi dai qualcosa da bere?- disse una ragazza avvicinandosi al bancone attirando totalmente l'attenzione di Adel e dei due uomini.

-una coca-cola va bene?- chiese la donna mettendo la lattina davanti gli occhi della ragazza che incrociò le braccia al petto.

-non sono una bambina voglio qualcosa di alcolico-

-te lo scordi! Chi lo sente a tuo padre dopo?-

-se tu non gli dici niente non lo scopre!- Adel socchiuse gli occhi e continuò a guardare la ragazza in quel modo per quella che parve un'eternità.

-no!- disse alla fine girandosi verso i due uomini. -cosa vi porto?-

-angelo azzurro- disse Yoichi per poi guardare Miyuki.

-quello che vuoi tu- disse invece il ricevitore aggiustandosi gli occhiali sul naso.

-Adel non ignorarmi!-

-o la coca-cola o niente tesoro. Tuo padre ha detto che farà una capatina quindi è meglio se non ti fai vedere con un bicchiere in mano- la ragazza sbuffò e prese velocemente la lattina per poi andare via di corsa, per quanto le permettevano i tacchi.

-Kazuya davvero non vuoi parlare con questo fisioterapista? È bravissimo!- continuò la donna porgendo ai due i loro bicchieri.

-Adel non insiste...-

-come si chiama questo fisioterapista?- chiese Yoichi bloccando la frase di Kazuya che lo guardò male.

-Erik Miky la ragazza di prima è la figlia-

-non mi interessa- disse Miyuki prendendo il bicchiere e allontanandosi dal bancone.

-mi puoi dare il numero di questo fisioterapista? Se mi metto all'orecchi forse lo convinco- disse Yoichi in direzione della ragazza che annuì. Prese un foglietto e scrisse il numero velocemente per poi passarlo all'interbase.

Anche Yoichi stava per andare via dal bancone quando si girò e chiese:

-avete anche dei succi?-

-come lo vuoi?-

-arancia-

-ti ho portato da bere- disse Yoichi porgendo il bicchiere con il liquido arancione al marito che lo guardò male.

-cosè?- chiese l'uomo.

-succo d'arancia, quello che ti piace- disse l'interbase tremando. Ryosuke gli faceva paura quando faceva l'espressione.

-stai cercano di comprarmi?- chiese l'uomo prendendo lo stesso il succo. Gli era venuta sete.

-no, ho solo pensato di portarti da bere-

-tu hai bevuto qualcosa di alcolico- Yoichi si bloccò sul colpo. Come aveva fatto a capirlo? -puzzi d'alcol- concluse poi il rosato finendo il succo e guardando Yoichi negli occhi.

-mi perdonerai mai?- chiese Yoichi dopo qualche minuto di silenzio nel quale i due avevano scrutato i loro tre figli che si stavano divertendo insieme agli altri ragazzi.

-se non ti avessi perdonato saresti già sottoterra- disse Ryosuke facendo girare di scatto il più piccolo mentre un leggero sorriso sadico compariva sulle labbra del più grande.

-sappi che l'inferno è appena iniziato-

-non mi fa paura Ryo-

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