Capitolo 26

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- l'avevo detto io che avremmo vinto tutto!- disse Koji con un sorriso che gli occupava tutta la faccia mentre insieme ai ragazzi dello Yakushi salutavano i ragazzi del Seido.

Le partite avevano coronato come vincitori indiscussi del torneo maschile. Il Seido invece era riuscito a vincere solo contro lo Yakushi che aveva peso sia con i ragazzi che con le ragazze. Diciamo che aveva fatto veramente schifo in quel torneo.

- ci rifaremo in estate- disse Dayo incrociando le braccia tutto fiero.

- vinceremo di nuovo noi- disse sempre Koji sorridendo.

- non dimenticate che si siamo anche noi- disse Fujio intromettendosi nella discussione dei tre.

- ma se avete fatto schifo!- disse Toru iniziando a ridere seguito a ruota da Koji.

- chi vi dice che non l'abbiamo fatto apposta?- continuò il capitano dello Yakushi con un pizzico di orgoglio. Gli bruciava molto non essere riuscito a vincere nemmeno una partita.

- si come no- disse Kiyo intromettendosi nella discussione.

- e tu cosa centri?- disse Koji.

- fino a prova contraria noi ragazze del Seido siamo state le vincitrici indiscusse quindi ho tutto il diritto di intromettermi. Vinceremo anche quest'estate e andremo al Koshien- continuò la mora tutta soddisfatta.

- ragazzi avete visto Misao?- disse ad un certo punto Miya mentre cercava il fratello con lo sguardo senza trovarlo.

- mi chiedevo come mai Koji stava parlando ininterrottamente- disse Seika ricevendo poi un'occhiataccia dal diretto interessato.

- comunque no, manca anche Ayame- disse Sei guardandosi intorno in cerca della ragazza con i capelli rossi.

- sono qui fragolina- disse poi la ragazza scompigliando i capelli di Sei che non si era minimamente accorta della presenza della ragazza vicino a se.

- dove diavolo si sarà cacciato?- chiese Miya a nessuno in particolare prima di prendere il telefono e provare a chiamare in ragazzo.

Misao stava guardando Goro mentre o aiutava a cercare il suo lettore mp3 che aveva lasciato involontariamente nella camera dove aveva dormito il giorno prima che era anche quella del rosato, oltre che quella di Ryoichi e Seika.

- comunque chi è che usa ancora l'mp3?- chiese il rosato che non era per niente scocciato della situazione come stava cercando di far vedere, anzi era davvero felice che Misao avesse chiesto a lui di aiutarlo.

- non sono riuscito a passare le canzoni sul telefono- disse il più grande sbuffando.

- eccolo!- disse ad un tratto il più piccolo buttandosi oltre al letto per cercare di prenderlo, ma il suo braccio era troppo corto e non riusciva ad arrivarci.

- maledizione- disse a dentri stretti maledicendo suo padre per la sua bassazza e per il fatto di averla ereditata.

Misao arrivò dietro di lui e in due secondi riuscì a recuperare l'mp3 senza nemmeno sporgersi più di tanto, facendo sbuffare Goro.

- grazie per l'aiuto- disse il castano arrotolando le cuffiette intorno all'apparecchio per poi cacciarselo nella tasca della felpa.

- e di cosa? Sono stato completamente inutile- disse Goro una volta che si fu definitivamente tirato su dal letto dove si era buttato per recuperarel'mp3.

Misao sorrise scuotendo la testa e poi prendendo coraggio lasciò un piccolo bacio a stampo sulle labbra di Goro che rimase immobile per la sorpresa.

Misao si incamminò verso la porta quando Goro lo bloccò e lo fece girare verso di se. Il rosato si alzò sulle punte dei piedi e baciò nuovamente il ragazzo questa volta però approfondendo il bacio. Misao mise un braccio intorno alla vita di Goro per sorreggerlo meglio. Avrebbero continuato a baciarsi se il telefono di Misao non avesse preso a squillare risvegliando entrambi i ragazzi. Si guardarono un po' negli occhi, poi Misao prese il telefono rispondendo e lasciando che il braccio che era ancora intorno alla vita di Goro ricadesse lungo il suo busto.

- devo andare stiamo per partire- disse Misao andando verso la porta mentre Goro annuiva per poi seguirlo e andare a salutare gli altri.

Nessuno dei due parlò del bacio che c'era stato.

Miya guardò prima Misao e poi Koji. Durante tutto il viaggio di ritorno avevano tenuto entrambi lo sguardo verso il finestrino come se stessero pensando a qualcosa ignorando bellamente la ragazza che cercava di avere una conversazione decente con almeno uno dei due. Alla fine la ragazza si era stufata e dopo aver sbuffato aveva provato a parlare con Toru o Ayame, ma si era presto accorta che i sue fratelli si erano bellamente addormentati e l'unica cosa che era riuscita a fare era stata quella di sbuffare e guardare male i suoi due fratelli.

Era rimasta arrabbiata per tutto il viaggio e continuò ad esserlo anche quando, entrando in casa, andrò dritta nella sua camera e sbatté la porta così forte che fece prendere un colpo a Mei che guardò confuso il corridoio dal quale era venuto il rumore per poi guardare i suoi due figli con sguardo interrogativo.

Presto si accorse che non avrebbe ricevuto risposta dai due perché sembravano entrambi persi nel loro mondo.

Si asciugò le mani con un panno e, lasciando la cena a se, decise di andare a parlare con la sua unica figlia. Non bussò alla porta ed entrò nella camera della ragazzaper poi stendersi sul letto al suo fianco.

- cos'è successo? Avete perso?-

- si, ma solo contro il Seido, i ragazzi hanno vinto entrambe e partite. Ma non è questo il problema- disse la ragazza girandosi verso il padre e sospirando.

- cosa c'è allora?-

- quei due. Non mi hanno minimamente considerata nonostante io cercassi di parlare con loro- disse Miya nascondendo il volto nella spalla del padre.

- sembrano entrambi persi nei loro pensieri. È successo qualcosa?-

- è quello che stavo cercando di capire, ma per loro è come se non esistessi-

- non dire così. Sei la loro principessa. Dopo cena cercherò di parlare con entrambi e capire cosa c'è che non va. Tu vuoi mangiare tesoro?- disse Mei accarezzando i capelli biondi della ragazza per poi lasciarci sopra un bacio.

- non ho tanta fame-

- okay- disse l'uomo alzandosi e lasciando la ragazza da sola. Una volta uscito trovò Masatoshi che lo guardava curioso.

- dopo dobbiamo parlare con i ragazzi- disse solo il biondo abbracciando di slancio il marito che, abituato a quella manifestazioni improvvise d'affetto, strinse forte l'uomo a se.

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