Capitolo 45

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Revisionato
Alecxander's POV

Da quando ho aperto gli occhi da questa mattina, un senso di inadeguatezza e sofferenza si è presentato proprio ad altezza dello stomaco. Inizialmente ho dato la colpa all'astinenza da sostanze poi, quando sono arrivato in aeroporto e hanno annunciato che il nostro volo è stato anticipato,  ho iniziato a credere che fosse un problema di ansia. Credevo che fosse una problema di terrore puro, non è semplice andare dinanzi la donna che ami e dirgli che sei un gran coglione quando sai che lei potrebbe farti saltare la testa mentre suo nonno e Dimitri guardano la scena compiaciuti infierendo se è il caso anche sul mio cadavere.
Ora, seduto sui posti posteriori della loro macchina mentre il signor Noah è alla guida, sento quel peso diventare una morsa straziante ed inizio a pensare che non sia né una questione di astinenza né una questione di ansia e paura: è qualcosa di più viscerale, come se stesse succedendo qualcosa di grave.

«Alecxander Moore, ti avviso prima che se questo è un tuo attacco di astinenza da chissà quale sostanza, giuro su quanto è vero che sono tua madre, che ti metterò la testa dentro un cesso e tirerò lo sciacquone così ti riprendi al meglio. Posso permettermelo e nessuno mi fermerà» da quando mia madre frequenta così assiduamente la famiglia Cooper, diciamo che ha tirato fuori il lato peggiore di sé, non che mi dispiaccia. Anzi, sono felice che adesso ha trovato il coraggio di reagire e di non essere più succube di quel bastardo di mio padre.

«Tua madre ha ragione, sei madido di sudore, pallido come un cencio ed i tuoi occhi sono lucidi. Se pensi che ti porterò al cospetto della mia ragazzina in queste condizioni, hai proprio sbagliato persona» si aggiunge il signor Noah e con una dolcezza che non credevo gli appartenesse, prova a sostare in una rientranza della strada ma preso da un impulso così viscerale, mi getto in avanti approfittando dell'apertura tra i due sedili anteriori e afferro il volante in mano per virare a sinistra e continuare il nostro percorso verso casa.  La macchina sbanda pericolosamente ma grazie all'andatura lenta del signor Noah ed ai suoi riflessi pronti, riesce a far rimettere riassestare la macchina. Molti si lamentano a causa di alcune testate che hanno subito o tra loro o contro alcuni punti della macchina ma li ignoro e mi rimetto al mio posto giocando nervosamente con le mie mani. «Cosa stra cazzo ti passa per quella testa malata? Ti rendi conto che rischiavamo di sbandare e fare un incidente mortale?» la voce furiosa di Stephen arriva alle mie orecchie ovattata, il magone mi sta divorando vivo. La mia bocca è così arrida che anche se bevo tutta l'acqua della mia bottiglietta, sento ancora il senso di sete.

«Non so come spiegarlo, ho una bruttissima sensazione alla bocca dello stomaco. Inizialmente davo la colpa all'ansia ed alla paura di incontrare Jane ma, più ci avviciniamo alla villa Cooper, più questa sensazione aumenta. Non è paura di incontrarla, sta succedendo qualcosa alla villa, sono tutti in pericolo, ne sono sicuro» non sono mai stato così tanto agitato da muovermi freneticamente sul sedile. Guardo tutti provare a chiamare sia a casa che al telefono privato di ogni singolo componente delle famiglie. Nessuna risposta da parte di nessuno.

«Che non rispondano una volta può essere un caso ma se non lo fanno alle molteplici chiamate e non provano manco a richiamare, non è più tanto un discorso di casualità. Ho provato anche a chiamare Jane e complimenti coglioncello, hai ragione. Qualcosa non va alla villa, la ragazzina risponderebbe al telefono anche mentre è su una macchina che corre a duecento chilometri orari eppure adesso entra la segreteria telefonica» dice il nonno di Jane lanciando il suo telefono sul cruscotto e iniziando a correre per le strade per fortuna quasi deserte. 

«Il sistema di sorveglianza è andato, hanno manomesso le telecamere di tutta la casa. Le guardie non rispondono neanche al segnale d'emergenza. Luke non è ancora arrivato a casa ma anche lui è per strada e ha riscontrato lo stesso problema» la notizia che anche Luke non è a casa e che le guardie non rispondono all'appello è preoccupante come la sensazione che sta succedendo qualcosa di brutto alla mia mocciosa.
In meno di quindici minuti arriviamo davanti al cancello chiuso della villa dove, proprio dinanzi ad esso, è ferma una macchina blu. Faccio cenno di scendere dalla macchina e mi guardo intorno mentre il signor James constata che quella è la macchina di Jane che sposta di corsa per permettere a noi di aprire il cancello ed entrare nella villa. Da qui fuori si possono già ammirare le telecamere di sorveglianza distrutte e, affacciandosi dalla finestra del gabbiotto, per terra si possono vedere delle guardie riverse per terra in una pozza di sangue. L'alone della morte nei loro occhi conferma solamente i miei timori ed oltre questo cancello la situazione potrebbe solamente essere peggiorata. 

.B.A.D. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora