Revisonato
Jane's POV"Signori, mi dispiace darvi questa notizia ma, il bambino ha avuto perso molto sangue e nonostante gli stessimo facendo una trasfusione per aiutarlo, il suo cuore ha ceduto ed è in arresto cardiaco. Il chirugo sta provando a rianimarlo con tutte le sue forze ma sono passati già due minuti, ormai possiamo solo confermare il decesso"
Le parole che l'infermiera ha appena proninciato rimbombano pesantemente nella mia testa che sembra svuotata da ogni cosa, solo il pensiero che il mio bambino è in arresto cardiaco e sta morendo mi sta corrodendo. Il mio cuore sta esplodendo dentro la mia cassa toracica, la stanza inizia a vorticare davanti ai miei occhi che iniziano ad appannarsi a causa delle lacrime e forse anche dello shock, mi sembra quasi che la mia vita stia scivolando via da me, il mio bambino si sta portando via anche me. Credo che sto urlando tutto il mio dolore, non ne sono sicura, l'unico rumore che riesco a sentire è il mio cuore che sta per esplodere, il respiro che si mozza ogni volta che provo a prendere una boccata d'aria e poi delle mani sul mio corpo che provano a sorreggermi per impedirmi di crollare per terra e per calmarmi ma creano solo fastidio in me: voglio essere lasciata in pace, voglio solo trovare un modo per dare fine a questo dolore.
Non voglio essere toccata da nessuno, scalcio e mi dimeno per essere lasciata in pace da tutte queste mani, alcune si allontanano perché non hanno una presa altre sono più forti e provano a trattenermi ma non voglio.
Voglio solo morire e prendere il posto del mio bambino.«Jane» una voce che chiama il mio nome riesce a sovrastare il vuoto che cerca di risucchiarmi, tutte quelle mani su di me finalmente scompaiono ma al loro posto ne sento altre due, più calde e rassicuranti, che si trasformano piano piano in delle braccia che mi avvolgono e mi sorreggono, è un abbraccio così calmante e, nonostante i respiri corti e faticosi che fanno bruciare i miei polmoni, riesco a percepire un forte odore di frutti della passione e menta che mi spinge a posizionare la testa su una spalla calda, nascondendo la faccia vicino all'incavo di un collo. Piango su quel collo, crollo come non ho mai fatto fino ad ora e mi lascio sorreggere da queste braccia calde concentrandomi anche su quella mano grande che si fa strada nei miei capelli, accarezzandoli dolcemente e sciogliendo quei nodi che sicuramente si sono formati mentre li tiravo tra le mani.
«Così mocciosetta, respira ed inspira. Non è ancora finita, stanno ancora provando a rianimarlo. Sii, fiduciosa nel tuo Zeno, non ti lascerà, ne sono sicuro» solo una persona mi chiama così.
«Alecxander...ti prego. Uccidimi, fai smettere questo dolore ti prego» sussurro tra i singhiozzi sperando di poter far tacere questo urlo interiore che mi sta divorando. Tuttavia non mi risponde e non realizza il mio desiderio, semplicemente mi stringe più forte come se volesse inglobarmi nel suo corpo facendoci diventare un tutt'uno ed io gliene sono grada. Apprezzo questo calore che in qualche modo mi riporta lentamente alla lucidità: farmi uccidere così, senza punire coloro che hanno fatto questo.
Non sarebbe giusto.
Mi tranquillizzo lentamente riprendendo il pieno controllo del mio corpo. La vista ritorna limpida, il fischio alle orecchie scompare e, anche se tremante alzo la mano che tiene il peluche macchiato di sangue e lo osservo attentamente. Un proiettile mi sta portando via il mio bambino, un altro distruggerà un impero.
Io voglio dare sazio alla mia sete di vendetta e lo farò adesso.
Ne approfitto dell'abbraccio e, senza che qualcuno mi noti, rubo le chiavi della macchina dalla tasca posteriore dei pantaloni di Alecxander tenendole strette per non farle tintennare. Alzo la testa dalla sua spalle e lentamente mi allontano.«Lasciami, voglio andare via da qui» lo spingo leggermente con il pugno che tiene le chiavi, voglio farmi vedere ancora distrutta per non far capire il mio piano per far si che nessuno mi fermi. Il ragazzo tatuato, anche se con una certa incertezza nei movimenti, mi lascia andare e con passo sicuro faccio mi avvio verso la porta a testa alta, sicura di quello che andrò a fare.
Tutti mi guardano dispiaciuti, so che nessuno di loro può capire il mio dolore tranne Dimitri, e questo è un bene perchè nessuno capirà le mie intenzioni: penseranno che voglia solo un momento per me fuori da questa sala.
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.B.A.D. (In revisione)
RomanceLa mafia da secoli segue schemi prestabiliti dove l'uomo è al comando mentre la donna viene mostrata alle sue spalle come trofeo. James Cooper scavalca questi schemi imposti dalla società solo per la figlia e pur di metterla al sicuro da minacce ign...