Alecxander's POV
La testa mi pulsa forte e uno strano gusto metallico viene percepito dalle mie papille gustative, il mio stomaco è distrutto e sembra volermi far rigettare tutto ciò che ho mangiato. Ricordo vagamente che stavamo per catturare Tatiana e il suo complice, ma qualcosa è andato storto. Mentre provavo a portare avanti la riunione, una strane nube si è diffusa per la stanza, una sensazione di pesantezza mi ha pervaso le viscere, sentivo di non aver dormito per mesi e credo di aver fatto giusto in tempo a stringere la mano di Jane, poi il nulla. Non ricordo niente altro se non il nero più totale.
Con la consapevolezza di avere la mia mocciosa al mio fianco, provo a stringerle la mano per capire se almeno lei fosse già sveglia. Tuttavia, l'unica cosa che stringo è l'aria. Ti prego Dio, fa che non l'abbiano presa. Non possono avermi strappato così la mia donna e chissà da quanto sto dormendo, le avranno già fatto le cose più indicibili!
Apro di scatto gli occhi e, anche se con fatica, mi osservo intorno. Le prime immagini che metto a fuoco sono sfalsate dalla poca luce gialla che illumina le pareti di pietra e di metallo di una prigione. Io sono dentro una cella e con me ci sono anche Tobias e Josh. Loro sono già svegli e sono rannicchiati in un angolo, spaventati da tutto ciò che li circonda.«Guarda un po' chi si è finalmente svegliato, piaciuta la tua dormitina? Dormitina si fa per dire, ti abbiamo tenuto buono una settimana con l'uso di sonniferi» la voce di Francisco attira la mia attenzione e mi volto verso l'ingresso che mi separa dal corridoio delle celle, la sua figura è illuminata dai due neon gialli che sono sul soffitto. Non ci sono finestre e lo spazio circostante, nonostante sia abbastanza ampio, con questa poca luce sembra essere ristretto e logoro. Improvvisamente la sensazione di claustrofobia mi attanaglia il petto, per un po' sento l'aria mancare dai miei polmoni. Non è la prima volta che sono chiuso in una cella, ma non in queste condizioni. Ci impiego qualche minuto a regolarizzare il respiro e, solo quando mi sento stabile, decido di chiedere la prima cosa che mi viene in mente.
«Dove avete portato Jane?» il mio primo pensiero è solo lei, in una settimana in cui sono stato drogato giorno dopo giorno, loro le possono aver fatto di tutto. E noto che oltre lei manca anche il mio piccolo Zeno, spero che non stiano usando lui per torturarla.
A dire il vero, mi auguro che non siano proprio qui con noi.«Non so dirti dove l'ha porta Tatiana. Però mi dispiace che tu non abbia potuto assistere alla fantastica scopate che le ho regalato. Sono sicuro che è stata una prima volta che non dimenticherà mai facilmente, soprattutto a causa del dolore che ha provato ogni volta che provava a fare qualche passo. So che sentirà la mia presenza dentro di lei, nonostante io non la stia più scopando» dice ridendo come un pazzo.
L'ho sempre detto che è un coglione questo tizio. La mia Jane ha avuto la sua prima volta con me, sentire che lui si pavoneggia così tanto senza entrare nel dettaglio mi fa intuire che lui non è riuscito ad ottenere niente.
Vorrei dirglielo per ripicca nei suoi confronti e fargli fare la figura del coglione quale è davanti a tutti gli altri prigionieri, ma resto in silenzio per evitare di mettere nei guai la mia ragazza e farla passare le pene dell'inferno.«Smettila di raccontargli idiozie. La sua faccia parla per sé, si vede lontano un miglio che non ti sta credendo perché quella puttana ha avuto la sua prima volta con lui, l'uomo della sua vita. Nipote è bellissimo vederti qui, tra le mie amate mura» mia zia entra in stanza col suo passo trionfale. Sembra rinvigorita improvvisamente, certo è più magra ed i segni della prigionia ancora si notano, ma la fuga le ha permesso di rimettersi in piedi. La osservo attentamente, ormai ho capito dalle sue espressioni facciali che non mollerà la sua presa di posizione. Vuole fargliela pagare a Jane e utilizzerà tutte le carte a sua disposizione per metterla fuori dai giochi come stabilito dai piani iniziali: l'odio che lei prova nei confronti della mia donna è palpabile e tutto quello che Jane le ha fatto l'ha solo inviperita di più.
Ma non le permetterò di farle del male, farò di tutto per far vivere a Jane una vita tranquilla, anche a costo di rimetterci la mia stessa vita.
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.B.A.D. (In revisione)
RomanceLa mafia da secoli segue schemi prestabiliti dove l'uomo è al comando mentre la donna viene mostrata alle sue spalle come trofeo. James Cooper scavalca questi schemi imposti dalla società solo per la figlia e pur di metterla al sicuro da minacce ign...