Capitolo 53

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Noah's POV
L'oscurità che porta con sé la notte viene spezzata da continui lampi che illuminano la mia camera da letto. Una tempesta estiva si sta abbattendo sulle coste di Miami ed io la ammiro da dietro le spesse vetrate lineate da rivoli di acqua che sembrano giocare a rincorrersi. Il rumore che provocano le gocce che colpiscono furiosamente la finestra a causa del vento che infuria viene spesso sovrastato dal rombo dei tuoni. 
Questa tempesta capita proprio a pennello, sembra i sentimenti che tutti al momento stiamo provando, un mix di rabbia, dolore e preoccupazione.
Io personalmente sono arrabbiato con me stesso perché non sono stato in grado capire mia nipote, io che l'ho sempre avuta sotto i miei occhi non sono stato in grado di darle quello che realmente aveva di bisogno e l'ho trasformata in quello che più temo, una mia perfetta imitazione se non anche di più. Le ho insegnato a spegnere ed accendere i suoi sentimenti come meglio poteva, per anni l'ho rimproverata perché agiva sempre seguendo le sue emozioni ed ora che finalmente ha deciso di spegnerle in definitiva me ne pento con tutto me stesso. In queste quarantotto ore di sua assenza non sono riuscito a pensare a niente di diverso da lei, lei che ora si muove seguendo solamente l'odio ed il rancore che riserva per tutti noi che le abbiamo voltato sempre le spalle. 
La volevo rendere la macchina da guerra perfetta ed ora vorrei che fosse un'altra persona, meno spietata e più propensa al perdono. Ma chi continuerebbe a perdonare dopo tutto quello che le è stato fatto? 

«Noah, se provassi a parlarle io? Del resto è colpa mia, forse potrei aggiustare le cose» sussurra Adele dal comodo letto matrimoniale sulla quale è seduta. Passa la mano frettolosamente su un pezzo di cotone rosso del lenzuolo, come se volesse togliere qualche piega che in realtà non esiste eppure persiste nei movimenti.  Il mio sguardo cada su tutto quel rosso che richiama al colore del sangue ed improvvisamente ho una fitta alla testa, come se qualcuno mi avesse colpito da dietro nonostante siamo presenti solamente io e lei nella mia stanza. Ho come la sensazione che deve accadere qualcosa di brutto, mi si chiude anche lo stomaco in una morsa dolorosa e sono costretto a raggiungere zoppicando Adele sul letto per stringere la mia donna a me e cercare di calmare entrambi mentre il frastuono di un tuono fa tremare i vetri spessi.  
Chissà cosa sta facendo quella ragazzina lì fuori, è da sola chissà dove con questo tempaccio che infuria da due giorni senza dare tregua e vive con dei sentimenti negativi che le pullulano sotto la pelle, crescendo giorno dopo giorno. 

«Adele, guardami piccola» mi concentro sulla mia lei sperando che volti il suo sguardo su di me per distrarmi con i suoi meravigliosi occhi che mi hanno rapito fin da subito ma non accenna a compiere alcun movimento verso di me. La devo richiamare altre due volte prima che accenni solamente un lieve spostamente con la coda dell'occhio. «Adele, smettila di darti colpe che non hai. Siamo in questa situazione soltanto a causa mia, gli altri sono solo contorno. Jane è diventata così perché io l'ho resa tale, le ho sempre detto di annullare le sue emozioni per poter andare avanti ma non lo ha mai fatto fino a qualche giorno fa. Qualsiasi cosa le dovessimo dire sarebbe solo peggio, ha giurato di ucciderci e la mia gamba ne è la prova. Gabriel aveva ragione, lei è il fuoco e non avrà paura di inglobare tutti noi nelle sue fiamme» le dico stringendola tra le mie braccia per consolarla. 
Le lascio delle delicate carezze sul suo fianco morbido mentre un piccolo singhiozzo esce dalle sue splendide labbra. Mi chiedo come abbia fatto a perdere la testa per lei alla mia veneranda età. 
Proprio lei che è così diversa dalla mia ex moglie.

Georgette è sempre stata forte e determinata. Tutt'ora non si fa piegare da nessuno, soprattutto da me. Penso sia stato questo il punto di rottura del nostro matrimonio, io volevo la donna delicata che amava sostenermi alle spalle senza venirmi contro lei invece trovava sempre un modo per criticare quelle scelte che credeva sbabliate. Questa nostra lotta continua è stato sia il nostro punto di forza che la nostra debolezza. Se insieme abbiamo dato vita alla fiamma che ha arso i nostri cuori, sempre insieme l'abbiamo fatta dissipare non alimentandola più con nessun mezzo perché oramai troppo distanti.  Da prima lei era la luce del nostro matrimonio, ma piano piano si è spenta, stanca delle mie azioni la sua vita è entrata nell'ordinario, nostro figlio era cresciuto e lei ha deciso di ritirarsi non gettando più acqua nel mulino delle nostre vite. Oramai il nostro era diventato un rapporto di facciata, cercavamo di tenere in vita una famiglia per il bene delle apparenze e non mi accorgevo di aver fatto appassire un bel fiore. Solamente al compimento della maggiore età di mio figlio James mi sono reso conto che le cose non erano più come prima. 
Avevo stretto amicizia con Dimitri, lo avevo fatto diventare il mio braccio destro e fin da subito lei ha mostrato un forte interesse per lui: era rimasta affascinata da quel uomo tutto d'un pezzo che a stento sapeva parlare l'inglese, quello stesso uomo che a casa aveva una moglie e due figlie che lo attendevano con ansia. Georgette gli ha iniziato a dare lezioni di inglese, così i due si sono avvicinati, lui era fedele alla moglie ed a me, non ha mai osato toccare mia moglie prima d'ora, anche quando la sua passò a miglior vita a causa di un brutto male. Georgette non mi ha mai chiesto il divorzio apertamente ma la vedevo bene quella luce che con me si era spenta, ritornare più accecante di prima quando era nelle vicinanze di quel bellissimo uomo russo. 
Per il loro bene ho fatto un passo indietro, li lasciai continuare perché non la voleva far sentire infelice legandola a me più di quanto già non era. L'ho resa libera nel mio piccolo consapevole che i due non andavano mai oltre i semplici abbracci o baci sulla guancia a causa del bene che riponevano in me. Inscenare la mia morte per poter prendermi cura di Jane al meglio è solo un piano escogitato per porre fine ad un matrimonio troppo stretto per entrambi e lasciare a lei la possibilità di essere felice. 
Le donne di certo non mi sono mai mancate, modestamente conquisto ancora col mio fascino, ma non credevo di incappare nel sentimento del vero amore, eppure l'ho fatto con questo piccolo esserino al mio fianco. 

.B.A.D. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora