Capitolo 12 parte 1

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Ashley

La testa mi pulsa forte e gli occhi fanno difficoltà a rimanere aperti, così decido di non andare a lezione, anche perché non sono in vena di vedere persone e fingere che tutto vada bene anche oggi.

Oggi è una delle tante giornate in cui ci siamo solo io e i miei pensieri e siamo già in tanti.

Vorrei sparire dalla faccia della terra per qualche giorno, giusto per sapere cosa si prova a vivere di nuovo senza problemi, senza bugie, senza passati, senza segreti.
Vorrei gridare a qualcuno quando sto male in questi momenti, dire come mi sento realmente e liberare la mia coscienza dal peso che mi porto da ben due anni.
La notte fatico a dormire, ho costantemente incubi, un ex che chiama a ogni ora, un ragazzo che mi destabilizza ogni volta e di conseguenza non so mai come comportarmi.
Cerco in tutti i modi possibili di allontanarlo da me, di evitare ogni contatto fisico con lui, ma non ci riesco e ieri sera, in quel bagno, è stata la prova del nove del fatto che non so resistere a Luke e questa cosa mi fa paura, non so a cosa potrebbe portarmi, non so lui quali intenzioni abbia; se vuole farsi beffe di me, se vuole solo divertirsi con il mio corpo o se è interessato veramente a me.

Ieri sera sembrava geloso di Dylan, invece, quando siamo andati a ballare, mi ha ignorato per flirtare con una ragazza mezza nuda, e in seguito ha iniziato a considerarmi soprattutto quando abbiamo iniziato a fare un gioco stupido con l'alcol per ritrovarmi in seguito a ballare sul cubo della discoteca, e qualche minuto dopo ero in spalla a Luke.

Cosa mi è passato per la testa non ho la più pallida idea, menomale che nessuno conosce i miei genitori, altrimenti avrei già potuto fare le valigie per rinchiudermi in convento.
Sul serio, non capisco quel ragazzo; devo comprendere le sue intenzioni e l'unico modo sarebbe dargli una chance, eppure ho paura di essere semplicemente usata, e di solito capisco sempre quando un ragazzo ha solo uno scopo, ma, con lui ho difficoltà.

Il telefono squilla all’arrivo di un messaggio.
Mi alzo dal letto per prenderlo dalla scrivania e già mi immagino che sia il messaggio di Steven con scritto “perdonami. Ti voglio ancora nella mia vita.” e puntualmente riceve un visualizzato senza risposta, bensì questa volta non è Steven, ma è un mittente sconosciuto dove in allegato c’è un file.
Quando scarico e apro il file un conato di vomito si fa strada alla visione di un frammento di ieri notte su quel cubo. Il messaggio invece recita:

Basta un solo video per rovinare un'intera famiglia, piccola Ashley. Ma stai tranquilla, se farai come dico nessuno saprà niente. Anonimo

Rileggo più volte il messaggio e rileggendo mi soffermo su quel nomignolo “piccola Ashley" non può essere vero, mi dico in mente, non può essere lui, ma se non è lui, chi è?
Chi è a conoscenza di come mi chiamava?
Chi è questo anonimo?
Ma perché non posso avere una vita tranquilla come tutte le ragazze della mia età?
E se fosse Steven?
Non credo che sappia come mi chiamava Nick e  ieri non ho visto nessuno che potesse somigliare al mio  ex.
E se fosse veramente Nick?
Ma no! È assurdo. È impossibile che sia lui.
La cosa più preoccupante è che se non accettassi qualsiasi proposta mi venisse fatta da questo perfetto sconosciuto, il video arriverebbe ai miei genitori e sarebbe un ulteriore delusione.

«Andate tutti a quel paese!» urlo lanciando un cuscino contro la porta della mia camera.
Mi accascio ai piedi del letto e mi ritrovo a versare lacrime.

Si dice che non si sa mai il motivo per cui una persona piange, ma in realtà si piange perché si hanno veramente troppi motivi per farlo.
Piango.
Piango perché a volte è l'unico modo per purificarsi. Per levarsi di dosso il nero del dolore, un marchio che si porta dietro e non va via facilmente.
Piango perché a volte non mi resta nient'altro. Piango, per tutte le volte che ho riso pur non avendone le forze. Per tutte quelle volte che la vita mi ha fatto cadere urlandomi in faccia quanto sono sbagliata, e io ho risposto rialzandomi ancora più forte di prima.
Piango perché ho deciso di convivere con i miei mostri, ho deciso di continuare a camminare.
A volte ci si trova dentro a questi mostri anche se mi ero promessa che a me non sarebbe mai potuto accadere.

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