Capitolo 67 parte 2

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Ashley 

Cafone, ignorante e maleducato! Ecco chi è quel deficiente di Luke! Adesso lui sarebbe l'offeso? Non sono io quella che si è permessa di fare la psicologa di turno. 
Ma la colpa è solo mia. Io ho permesso la completa entrata di quel ragazzo nella mia vita a tal punto da leggermi attraverso gli occhi. Non doveva succedere, ero convinta di essere stata brava e attenta, e invece, è dentro con tutte le scarpe. 
Perché Luke è tutto così complicato tra noi? 

Litighiamo anche per le minime sciocchezze, perché tutto è importante per noi. Perché tu sei importante per me ed io lo sono per te. Adesso, se non fossi arrabbiata verrei da te, ti prenderei e ti riempirei di baci, di carezze fino a cadere sul letto per fare l'amore. Non so se te ne sei mai reso conto ma riesci a farmi cambiare umore in due secondi. Sono arrabbiata, mi scrivi e mi torna il sorriso. Sono felice, litighiamo, mi giro e sto male. Male che ti darei una sberla che non dimenticheresti mai più. Però io e te siamo così: siamo quelli che un secondo si odiano e l'altro si amano. 
E io non so se sono ancora in grado di portare avanti questa relazione. Ci ho provato, ma tu pretendi troppo da me.

"Pretende solo la verità" ribatte la mia coscienza. 
"Verità che non merita di essere detta."

Non può sapere tutta la vicenda, non capirebbe, non mi aiuterebbe, ma soprattutto mi condannerebbe! E non sono sicura di saper affrontare il tradimento dalla persona che amo con tutta me stessa. 

"Almeno chiedigli scusa per quello che hai detto."
"È stato lui a provocarmi." Obietto cercando di mettere a tacere la vocina interiore che cerca di farmi venire i sensi di colpa. 
"Quante volte lui ha fatto il primo passo anche per errori tuoi?"
Okay come non detto… È riuscita a farmi sentire in difetto. Complimenti stupida coscienza!

Ora però, ho bisogno di un bel bagno rilassante, dopo penserò al da farsi. 
Mentre porto in camera le valigie, sono costretta a lasciarle davanti la porta perché qualcuno bussa incessantemente. 

"Mi raccomando. Se dovesse essere Luke, non aggredirlo e chiedi scusa."
"Non sono una bambina. So benissimo cosa devo fare."
"Ho i miei dubbi." Ribatte divertita la mia coscienza.
"Sparisci e non rovinarmi questo momento."

Mi dò uno sguardo veloce allo specchio e con un sorriso stampato in volto apro la porta, ma muore letteralmente quando vedo le ultime persone che mai mi sarei immaginata. 

«Bentornata angelo!» esclama Steven con un sorriso a trentadue denti.
«Sei tornata libera?» domanda divertita Susan. 
Sto per chiudere la porta ma dimenticavo che Steven è possente e con una spallata la spinge facendomi indietreggiare. 
«Uscite immediatamente da casa mia!» esclamo.
«Calmati angelo. È solo una visita di cortesia»
«Certo posso immaginare» osservo ironica. 

Questa volta me la devo cavare da sola, perché non credo proprio che Luke passi da queste parti.

Susan tira una sedia dal tavolo e mi invita a sedermi.
«Sto bene in piedi»
Steven scuote la testa e con forza afferra il mio braccio e mi fa sedere. 
Susan estrae dalla borsa due corde con cui mi lega polsi e piedi. 
«Siete ridicoli!»

La faccia si gira dall'altro lato e sento la guancia bruciare. 
«Non sai da quanto desideravo farlo!» esclama soddisfatta Susan. 
«Bene. Adesso che hai compiuto il tuo obiettivo del giorno, posso sapere il motivo per cui siete in casa mia? Vi posso denunciare per sequestro di persona e molestie!»
Entrambi scoppiano in una grassa risata. 

«Tranquilla angelo. Andrai in centrale, ma di certo no per denunciare noi»
«Che vuoi dire?»
«Abbiamo tempo» risponde Susan «prima voglio un po' divertirmi con te»
Cerco di sciogliere il nodo fatto ai polsi ma invano, è troppo stretto!

«Sforzati quanto vuoi angelo, tanto non riuscirai a liberarti»
«Vi conviene sperare che Luke non venga, perché non credo proprio che questa volta vi risparmierebbe. Soprattutto a te pezzo di merda!» dico in direzione di Steven.
«Tranquilla Dallas! Il tuo caro bodyguard oggi non verrà. È impegnato in cose più importanti che salvare la poppante della fidanzata»

«E poi mi sembra che avete litigato. Ho visto quando siete tornati, non vi siete degnati nemmeno di uno sguardo. E se ti conosco almeno un po' so per certo che la responsabile sei tu» aggiunge Steven, ma non rispondo. 

«Bene… basta chiacchiere adesso» dice Susan.
«Oggi è la tua giornata fortunata! Sai perché? Perché avrai risposta a tutte le tue domande»
«Quali domande?»
«Quelle che ti hanno tormentato nel corso di questi ultimi anni»

«Bella mossa cambiare numero di telefono. Ammetto che tuo padre è piuttosto intelligente» osserva Steven. 
«Non è il momento Steve!» esclama Susan. 

«Eravate voi l'anonimo?» domando sbigottita. 
Steven si china ad un passo dalle mie labbra.
«Ce l'hai davanti stronza»
Immediatamente lo sputo in faccia e ricambia con un altro schiaffo in faccia.

Tanto tempo insieme e non mi sono resa conto di nulla. Com'è possibile?
«Il microfono nel telefono è anche opera tua?»
«Affermativo. Ma se pensi che ti sia servito a qualcosa, ti sbagli. Non è un cambio di numero o di telefono che mi fermerà dal compiere la mia missione»

«E quale sarebbe? Fare lo stalker psicopatico?» interrogo ironica. 
«No Dallas. Tu ti prenderai le tue colpe. Ti faccio un piccolo spoiler: andrai in prigione»
«Te lo puoi scordare! Io non ho fatto nulla!»

«È vero Dallas. Non hai fatto nulla quella notte. Era questo che volevi sapere, vero? Come vedi io so tutto quello che serve per scagionarti o condannarti. Ma non è questo il punto. Tu non hai fatto nulla, ma io ho tirato troppo la corda,  ed è giusto che ti prenda la colpa al posto mio»

«Sei folle nel pensare che io mi costituisca per te!»
«E invece no! So che lo farai»
«Illusa! Cosa ti fa pensare che una volta usciti da questa casa io non chiami il 911 e vi denunci?»

«Perché se lo dovessi fare, sappiamo bene su chi ricadrebbero le conseguenze delle tue azioni. E tu vuoi troppo bene a quella sfigata della tua amica affinché le succeda qualcosa. Non so, magari potrebbe finire su una sedia a rotelle, oppure potrebbe fare compagnia a Nick. Tu non vuoi questo, vero?» domanda mettendo su un tono dispiaciuto mentre mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

«Oppure ci sarebbe il fratellone del tuo ragazzo. So che fa il medico in zone di guerra. Sarebbe peccato se quella famiglia dovesse ricevere una chiamata per la perdita del figlio maggiore» aggiunge Steven.

«E Luke? Cosa pensi accadrebbe se dovesse scoppiare un incendio nella palestra dove lui lavora e per una serie di sfortunati eventi lui dovesse esserci?» continua Susan divertita.

Sento un nodo in gola, gli occhi pizzicare e umidi. Non posso piangere, non devo dare questa soddisfazione. Rimando indietro il magone. 
«Voglio sapere la verità. Tutta la verità»
«E dopo? Ti prenderai la colpa per me?»
«Sì»

Illusa se speri che lo faccia. È davvero così ingenua o c'è dell'altro sotto?

«Bene. Inizia con le domande. Ti giuro che sarò sincera»
Vedo Steven sedersi sul divano.

«Quanti orgasmi ti ho procurato su questo divano» osserva.
«Se solo ci penso mi viene da vomitare»
Susan mi gira il volto per farmi guardare nella sua direzione. 
«Non ho tutto il tempo. Non sprecare inutilmente le tue risorse»

Bene… ci siamo… è il momento della verità.

Spazio Autrice:

Quale sarà questa verità? Ma soprattutto: cosa farà Ashley?
Al prossimo aggiornamento! 😘😘

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