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"quindi? Perché piangi?" Mi richiede Jho,questa volta è calmo,anche prima lo era,ma c'era qualcosa in lui che lo irritava,mi sembra sempre di conoscerlo da tempo,quando invece, è solo la prima volta.


"io non ho nulla davvero" mento.
"Sai che sei proprio una bimbetta del cazzo? Piangi e non dici il motivo,frigni per un ragazzo che non ti si fila e se poi prova a metterti le mani nei pantaloni ti lamenti,non sei complicata,sei solo una bambina viziata" Quelle parole,quel tono di voce...

Ho mal di testa,voglio andarmene,mi sono già rovinata abbastanza la serata,voglio andare via da qui,da Dylan,da questo stronzo che non conosco e già il mio umore dipende da cosa dice o non dice.

Prima di andarmene però mi esce spontaneo tirargli uno schiaffo,forte. Non me lo aspettavo,ma al contempo, chiunque sa che sentirmi dire determinate cose in determinate situazioni mi fa male,lui probabilmente non conoscendomi non lo sapeva,ora lo sa.


"Hai dimostrato ciò che sei,bimba"


me lo ripete con fare da sfida,io amo le sfide e spesso,tendo a vincerle,mi alzo e faccio per andarmene ma lui mi prende per il polso e mi avvicina con forza verso di sé "posso portarla a casa io questa bimba per stasera?"


quanto può essere lunatico? Beh io non sono un giocattolo,non può darmi della bambina e poi ritirare quello che ha detto come se darmi della bambina fosse un complimento.

"No la bimba la ringrazia,ma preferisce andarsene a piedi"

lo sorpasso con fare superiore,come se le parole che mi disse poco prima non mi avessero ferito e comincio ad andare verso casa,spero solo Lyla non si preoccupi,sono venuta con lei,non voglio pensi mi sia successo qualcosa sarà meglio mandarle un messaggio.

"sono andata via prima,domattina ho delle cose da sbrigare e non sono voluta rimanere a lungo,Jen".

"e tu piccola,che ci fai qui tutta sola?" Conosco questa voce, è Dylan,sembra essere ubriaco,mi irrita,però mi spaventa allo stesso tempo. Mi giro,lo guardo ma aumento il passo e vado avanti,non provo più nulla in positivo se non disprezzo nei suoi confronti, è proprio meschino usare le debolezze di qualcuno screditandolo pur di vederlo triste da solo piuttosto che felice con qualcun'altro.
"Jen fermati,voglio solo parlarti" fa un sorrisetto sghembo,

mi prende per il polso e mi spinge verso di lui con forza "lasciami Dylan,sei ubriaco non sai ciò che fai vattene a casa non voglio vederti mai più ok? vattene da una meno pesante di me,meno paranoica di me,io se mi comporto così è perché do un peso a tutto,anche alle persone,cosa che ad oggi nei miei riguardi,nessuno di tutti voi è riuscito a dare,non sapete tenermi testa e questo vi spaventa,scappate con la coda tra le gambe con la solita scusa del "sei troppo complicata" sono troppo complicata si,per 'uomini' come voi".

Mi prende il polso che teneva stretto e mi sbatte contro il muretto con forza "mi stai facendo male lasciami stare!" Grido.

"Ah sì? E dimmi,questo ti fa male?" Comincia a sbottonarmi i i pantaloncini di jeans toccandomi i fianchi,mi irrita tutto questo,urlo,nessuno mi sente,sono qui,da sola,con lui senza sapere cosa potrebbe fare in queste condizioni cerco di tirargli un calcio tra le gambe. Geme. Si butta a terra. Faccio per correre ma mi prende per la gamba. Inciampo.

"Sei solo una stupida bimba innocente eh? ora vediamo cosa c'è di tanto prezioso qui sotto" ho paura ma cerco in tutti i modi di non farlo notare,gli urlo in faccia di guardarmi,cerco di stare al suo giochetto,lui toglie le mani dai miei polsi. Fingo di accarezzarlo per poi tirargli un forte schiaffo ed infine sputargli in faccia. Molto probabilmente agli occhi di chi mi guarda non sarò la ragazza più femminile di questo mondo,ma so difendermi,e questo mi basta.

Mi tappa la bocca e l'altra mano la passa attraverso il mio reggiseno, passando dall'ombelico, al bordo delle mutandine...

"Ti ha detto di lasciarla"

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